“FILM COMMISSION OCCASIONE MANCATA”. LUCCI, “ABRUZZO STRAORDINARIA LOCATION”

SCRITTORE E STORICO DEL CINEMA DENUNCIA INERZIA SU ATTUAZIONE LEGGE APPROVATA QUATTRO ANNI FA PER DOTARE REGIONE DI STRUTTURA CAPACE DI ATTRARRE E ASSISTERE GRANDI PRODUZIONI. "INDOTTO E PROMOZIONE ENORMI , GUARDIAMO A COSA ACCADE IN PUGLIA"

di Filippo Tronca

12 Novembre 2021 08:13

Regione - Cultura, Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – “L’Abruzzo deve assolutamente dotarsi di una Film commission operativa e con obiettivi ambiziosi, e per far questo occorre una dotazione economica importante, nell’ordine del milione di euro l’anno, una leva che porterebbe ricchezza diffusa e grande e duratura visibilità. Occorre recuperare il tempo perduto”.

Senza soldi non si canta messa, e non si può essere nemmeno location per grandi produzioni cinematografiche, con tutti i vantaggi terreni che ne conseguono.

A confermarlo è Gabriele Lucci, scrittore  e storico del cinema aquilano, a margine della presentazione del suo ultimo libro, “Biografia di un desiderio”. Un addetto ai lavori, tra gli artefici della nascita dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila,  e soprattutto nel 2001 de L’Aquila film commission che seppure con scarsissimi fondi e personale dal 2009 era però riuscita a portare in Abruzzo numerosi produzioni, svolgendo il suo ruolo di incoming e di assistenza passo dopo passo della realizzazione dei film.

Antesignana dell’Abruzzo film commission, nata a novembre 2017, con l’approvazione di una legge, durante il governo regionale del centrosinistra. Poi però rimasta sostanzialmente sulla carta, come denunciato a fine ottobre da Pierpaolo Pietrucci, uno dei principali promotori della norma, e Silvio Paolucci, entrambi del Partito democratico, che hanno anche ricordato che nel Cura Abruzzo 2 è stato bocciato un emendamento che stanziava 100mila euro per la costituzione del patrimonio della Fondazione, ma soprattutto dettasse le prime modalità per la sua costituzione.





A stretto giro ha replicato l’assessore alla Cultura e al Turismo, Daniele D’Amario, ricordando che il capitolo di spesa della Film Commission è stato creato solo nel 2019 con una dotazione di 36 mila euro e che a fine 2020 è stata rifinanziata la legge regionale sugli audiovisivi, cui ha fatto seguito un bando di 300 mila euro. “Tale bando ha reso possibile la realizzazione di un film e sette audiovisivi,  girati in Abruzzo”, ha precisato,  rivelando che è in atto la “totale ridefinizione della Abruzzo Film Commission, prevedendo la sua trasformazione in fondazione di diritto privato a capitale pubblico, sottoposta a controllo analogo da parte della Regione Abruzzo e con il ruolo di Organismo Intermedio del Por Fesr 2021-2027”.

Fatto sta che sono passati quattro anni dalla sua istituzione, senza una effettiva operatività, e ha fatto giustamente scalpore che la trasposizione cinematografica di un capolavoro abruzzese come L’Arminuta della scrittrice Donatella Di Pietrantonio, presentata al Festival di Roma, non ha nessuna scena girata in Abruzzo, a causa proprio della mai decollata Film Commission. A farlo notare polemicamente, la stessa scrittrice, con l’attore Lino Guanciale che di rincalzo ha affermato che “ancora oggi progettare e produrre un film in Abruzzo è difficile, se non impossibile”.

Una vicenda che fa riflettere conferma Lucci: “Di Pietrantonio e Guanciale hanno ragione, la vicenda dell’Arminuta è davvero emblematica, ed è la conferma di quanto sia importante far decollare l’Abruzzo film commission, non si può più restare ai nastri di partenza, anche perché questa iniziativa poggerebbe su una su un precedente importante, L’Aquila film commission, che aveva già creato un bacino in qualche modo sensibilizzato”.

“Bisogna assolutamente dotare la struttura di coordinate giuridico-economiche, di personale altamente specializzato.





“E servono soldi – assicura senza giri di parole Lucci -. Quando partecipai per la prima volta in una commissione nazionale sulle Film commission, a fine anni ’90, il minimo consigliato per la dotazione finanziaria era di  250 milioni di lire come cifra minima per costituirla, ma già alcune regioni veleggiavano su cifre ben più importanti, oltre il miliardo. Oggi servirebbe non meno di un milione di euro ma sono soldi ben spesi: favorirebbero l’arrivo in Abruzzo di grandi produzioni cinematografiche, creando un enorme indotto per il territorio, mettendo in atto una promozione formidabile dal punto di vista turistico, si pensi a quante persone vanno a visitare le location dei grandi film. In Abruzzo abbiamo l’esempio di Rocca Calascio”.

Il modello da seguire per l’Abruzzo sarebbe insomma  l’Apulia Film Commission, nata nel 2004  e che ha portato sul territorio più di 500 le produzioni audiovisive, coinvolgendo oltre 200 aziende e più di 3500 professionisti. A fronte dei 23 milioni di euro erogati in questi anni di attività, si è registrata una ricaduta economica sul territorio di oltre 80 milioni di euro. I film girati in Puglia in questi anni hanno fatto registrare al box office oltre 100 milioni di euro di incassi. E hanno contribuito non poco alla crescita del turismo, facendo della Puglia una delle mete più importanti al livello europeo.

“L’Abruzzo come è noto ha ospitato importanti film, si pensi solo ai western girati sul Gran Sasso. E non è un caso, vantiamo a differenza delle altre regioni, una geografia multiforme, che si presta ai più diversificati scenari, dalla montagna ai laghi, dai i fiumi al mare, passando per bellissimi borghi”, spiega ancora Lucci.

Ma questo non basta, conclude Lucci, “occorre una struttura operativa che attragga e assista le produzioni in tutti i passaggi, con una sede, personale qualificato, un ufficio amministrativo. All’inizio occorre anche un lancio pubblicitario non indifferente per accreditarsi anche fuori i confini nazionali. Una presenza constante che si metta a disposizione delle maestranze, che si occupi di tuti i passaggi, dalle comparse alle incombenze burocratiche, come i permessi e autorizzazioni per girare in una determinata location, e se possibile di una sala per verificare i girati  giornalieri”.

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