L’AQUILA – Nell’ormai famigerato maxiemendamento alla legge di Bilancio regionale abruzzese, con fondi a pioggia, per 12 milioni di euro a ben 1.200 beneficiari, approvato nel Consiglio regionale del 30 dicembre, “risulta la presenza di contributi riconosciuti a liste elettorali che hanno determinato attivismo politico locale”, a “liste elettorali presentatesi alle elezioni dei Comuni”. E questo andrebbe contro la legge 195 del 1974, sui contributi dello Stato al finanziamento dei partiti politici, che vieta infatti, “qualsiasi forma e in qualsiasi modo erogazioni, da parte di organi della pubblica amministrazione, a favore di partiti o loro articolazioni politico-organizzative”.
Questo il succo dell’interrogazione del deputato del partito democratico, Luciano D’Alfonso, ex presidente della Regione sottoposto all’attenzione del presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, e al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie locali, Roberto Calderoli.
L’esplosiva iniziativa parlamentare spunta nel giorno in cui in Consiglio regionale, la maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio è costretta ad approvare una norma senza la quale il bilancio non può diventare vigente, ovvero promulgato e pubblicato sul Bollettino regionale, vulnus che ha costretto l’amministrazione regionale alla gestione provvisoria, con spese ridotte all’osso, proprio a causa, ricorda D’Alfonso, “delle mancate coperture finanziarie che colpirebbero le singole misure, come i fondi alle 1200 realtà, tra cui parrocchie, associazioni e Comuni, insieme ai finanziamenti speciali per malati di tumore”.
Il maxiemendamento, pubblicato integralmente da questa testata, è stato il frutto di un accordo tra maggioranza di centrodestra e opposizioni di centrosinistra, compreso il partito di D’Alfonso, e Movimento 5 stelle, spartendosi un tesoretto da 300.000 euro, per ciascun consigliere e assessore di maggioranza, e di 200.000 euro per i consiglieri delle opposizioni, utilizzati poi per la cosiddetta famigerata manovra d’aula, che in poche ore, nella sera del 30 dicembre, senza nessuna discussione e trasparenza, ha portato ad elargire a pioggia oltre 12 milioni di euro a discrezione.
D’Alfonso ora chiede chiarimenti, non tanto sull’inghippo della mancata copertura che andava approvata prima o contestualmente al maxiemendamento, quanto sulla legittimità di alcuni di questi finanziamenti, non precisati, che sarebbero andati a favore di liste elettorali presentatesi alle elezioni dei Comuni, tenuto conto che sarebbe proibito.
D’Alfonso chiede pertanto a governo e ministri quali azioni intendano adottare, “per quanto di loro competenza, volte a chiarire la natura dei contributi erogati, e se ci sono liste elettorali presentatesi alle elezioni dei Comuni facenti parte della Regione che hanno ricevuto contributi dalla Regione Abruzzo e quali iniziative vengono assunte per evitare che un livello dell’Ordinamento possa addirittura deliberare scientemente di violare un divieto”
IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie per sapere
– premesso che:
con un maxi emendamento al Progetto di Legge recante “Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2023-2025 della Regione Abruzzo (Legge di Stabilita regionale 2023)” sono stati assegnati fondi a pioggia, contenuti in un documento di 60 pagine, per un totale di 1200 beneficiari e per un importo complessivo di circa 12 milioni di euro;
risulta all’interrogante la presenza di contributi riconosciuti a liste elettorali che hanno determinato attivismo politico locale;
la legge 2 maggio 1974, n. 195 sui Contributi dello Stato al finanziamento dei Partiti Politici, all’art.7 dispone un divieto insanabile per qualsiasi livello dell’Ordinamento nel finanziare soggetti della competizione elettorale, nello specifico “è vietata qualsiasi forma e in qualsiasi modo erogati, da parte di organi della pubblica amministrazione, […], a favore di partiti o loro articolazioni politico-organizzative […]”;
ad aggravare tutto questo, secondo quanto si apprende dal quotidiano locale Il Centro, il Bilancio regionale approvato nella notte del 30 dicembre 2022, sarebbe rimasto bloccato, costringendo l’amministrazione regionale alla gestione provvisoria, a causa delle mancate coperture finanziarie che colpirebbero le singole misure, come i fondi alle 1200 realtà, tra cui parrocchie, associazioni e comuni, insieme ai finanziamenti speciali per malati di tumore;
Ad avviso dell’interrogante è necessario intervenire con urgenza per garantire il rispetto delle disposizioni di legge sopra richiamate in materia di finanziamento con contributo di Stato ai Partiti Politici e fare chiarezza sull’istruttoria in corso sul Bilancio di previsione 2023-2025
– se il Governo e i Ministri interrogati, per quanto di loro competenza, intendano adottare iniziative volte a chiarire la natura dei contributi erogati, e se ci sono liste elettorali presentatesi alle elezioni dei Comuni facenti parte della Regione che hanno ricevuto contributi dalla Regione Abruzzo e quali iniziative vengono assunte per evitare che un livello dell’Ordinamento possa addirittura deliberare scientemente di violare un divieto garantito da sanzione Gius-penalistica, con l’inascoltabile convinzione diffusasi nella mensa del Consiglio Regionale che la Legge regionale abbia forza di legge e per questo stesso sia capace di rimuovere un divieto posto con legge dello stato a far data dal 2 maggio 1974;
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