FUNIVIA GRAN SASSO: LANCIA, “FINALMENTE SI RIPARTE, FORSE QUALCUNO AVREBBE PREFERITO LA CHIUSURA”

12 Gennaio 2024 18:21

L'Aquila - AbruzzoWeb Turismo, Politica

L’AQUILA – “La nostra montagna merita di essere vissuta anche in questo 2024 e la ripresa del servizio di funivia di Fonte Cerreto va salutata con favore adesso che le previsioni meteo ci regalano finalmente neve e dopo il breve stop che ha generato dubbi nel comparto turistico e negli utenti. Sorprende quindi l’atteggiamento di chi, in queste ore, sta creando artatamente e strumentalmente incertezze rispetto al parere di Ansfisa, atto di natura squisitamente e chiaramente tecnica”.

Lo scrive in una nota Ersilia Lancia, assessore al Turismo del Comune dell’Aquila, di Fratelli d’Italia, alimentando lo scontro politico in merito nulla osta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del Ministero delle Infrastrutture, che consentirà da domani alla funivia di rimettersi in moto seppure con prescrizioni su numero passeggeri e velocità, fino al 30 aprile, quando dovranno essere sostituite le quattro funi portanti.





“Forse qualcuno avrebbe preferito la chiusura della cabinovia, facendo sfumare l’intera stagione invernale e mettendo in ulteriore difficoltà gli operatori della montagna – sottolinea Lancia – Gli amanti del Gran Sasso invece potranno anche in questa stagione continuare a praticare gli sport invernali e a godere di neve vera sulla vetta più alta e più suggestiva degli Appennini. Il Comune, dal suo canto, continuerà a lavorare sui progetti di rilancio e ammodernamento che, anche grazie alla capacità di attrattiva di risorse esercitata nell’ambito del Fondo complementare al Pnrr, consentiranno una maggiore e migliore fruibilità di questo bene prezioso”.

La vicenda che ha impedito alla funivia di ripartire è nata da un esposto conoscitivo presentato da un appassionato di montagna e giornalista, Gianfranco Cocciolone, a Prefettura e Questura dell’Aquila nel quale si ipotizzavano dubbi sullo scorrimento della fune portante della cabina 1 della funivia. In seguito a questo esposto si è mosso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Una situazione che ha spinto il Partito democratico, con il presidente di commissione Stefano Palumbo, ad annunciare la convocazione in tempi brevi una Commissione di Garanzia e Controllo, con la richiesta di dimissioni immediate del presidente del Ctgs Dino Pignatelli, e una piena assunzione di responsabilità politica del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, del consigliere comunale delegato alla montagna Luigi Faccia, dell’assessora con delega alle partecipate Paola Giuliani e dei dirigenti comunali preposti, in quanto la vicenda della funivia del Gran Sasso è di una gravità sconcertante.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia che lo ha definito l'”ennesimo tentativo di distorcere la realtà facendo sciacallaggio politico e strumentalizzando un tema che alimenta e manipola i sentimenti di paura di ogni persona.È evidente che la sinistra è disposta a speculare sulle sorti della città piuttosto che dire la verità”.





Per FdI: “Il responso dei tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti certifica quello che avevano già rilevato i tecnici del Centro Turistico del Gran Sasso, le cui relazioni hanno avuto, tutte, riscontro positivo. Infatti, nel testo del ministero, vengono richiamate le stesse indicazioni già adottate nella gestione della funivia: Nulla cambierà rispetto al numero massimo di utenti che può essere trasportato e in relazione alla velocità consentita per la risalita e la discesa. La nota prodotta dall’ANSFISA dà un responso favorevole alla relazione tecnica relativa ai lavori di revisione quinquennale (6 novembre 2023) in cui il direttore dell’esercizio certifica che tutte le lavorazioni previste sono state regolarmente eseguite e che tutte le funi possono essere mantenute in esercizio, che la fune ha e sta performando correttamente, che i controlli eseguiti sulle funi portanti risultano conformi all’attuale normativa. La decisione di vincolare la sostituzione delle funi a fine stagione sciistica non fa altro che anticipare la scadenza, ormai prossima, della vita tecnica”.

“Appare evidente che il Pd pur di fare campagna elettorale non esita a mortificare i nostri operatori cercando di creare uno stato di allarmismo ingiustificato. Alla nostra montagna servono tutela e rispetto, non fango e catastrofismo”, conclude il gruppo di Fratelli d’Italia.

 

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