L’AQUILA – Sono 16 i candidati in corsa in Abruzzo per la carica di Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale che, salvo sorprese sarà eletto nella prossima seduta del consiglio regionale del 12 novembre.
Una delle postazioni oggetto di spoils system assieme alle partecipate della Regione su cui dopo mesi di impasse si sta trovando la quadra. E il posto che vale circa 6mila euro lordi l’anno di compenso, a questo giro spetta a Fratelli d’Italia, nuovo dominus della maggioranza del riconfermato Marco Marsilio, all’esito del 24,4% preso alle elezioni del 10 marzo.
Tra ha risposto al bando di aprile, in pole c’è pertanto la docente Fiammetta Trisi, che però non ha il pieno appoggio del partito, visto che punta i piedi soprattutto a Pescara, in una competizione che vede in corsa anche l’uscente Gianmarco Cifaldi, l’ex difensore civico Fabrizio Di Carlo, l’ex presidente del consiglio comunale dell’Aquila, Carlo Benedetti
La votazione della seduta del 30 ottobre si è risolta con un nulla di fatto, ma i tempi non erano maturi per avere come dice lo statuto i tre quarti dei voti, almeno alle prime tre chiamate (poi basta il 50% più uno).
Super favorita, si diceva dunque è Fiammetta Trisi, donna di partito, candidata alle elezioni di Montesilvano di giugno, dirigente del Ministero della giustizia dal 1983 al 2018, nonchè dirigente del Centro della giustizia minorile per Lazio Abruzzo e Molise, docente a contratto di diritto penitenziato dell’Università d’Annunzio.
Ma scorrendo l’elenco dei candidati molti altri avrebbero le carte a posto per ricoprire un ruolo impegnativo, visto il sovraffollamento delle carceri abruzzesi, i casi di suicidio e di autolesionismo, l’irrisolto problema in Abruzzo come altrove per il reinserimento sociale e lavorativo di chi ha finito di scontare la pena.
In corsa c’è il garante uscente, Gianmarco Cifaldi, sociologo e criminologo, professore aggregato all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, eletto dopo una lunga vacatio di questa funzione nel luglio 2019 con i voti del centrodestra, e anche quelli del Movimento 5 stelle. Fabrizio Di Carlo, l’ex Difensore civico della Regione Abruzzo e avvocato penalista, Jacopo Angelini, avvocato già vicepresidente dell’associazione Antigone Abruzzo, Franca D’Agostino, avvocato già presidente del Commissione pari opportunità e componente della conferenza nazionale dei presidenti regionali delle commissioni pari opportunità, Rosa Pestilli vicepresidente della attuale Commissione pari opportunità, esponente di Fratelli d’Italia, di Celano, che però è data come molto probabile presidente della commissione, di cui il 30 ottobre sono stati già nominati in componenti
Proseguendo, troviamo Danilo Montinaro, medico responsabile dei progetti terapeutici delle persone sottoposte a misure di sicurezza, Jacopo Saccomani, avvocato collaboratore del garante dei detenuti e dell’Emilia Romagna e docente a contratto di diritto penitenziario presso l’Università di Urbino
A concorrere ci sono anche gli aquilani Carlo Benedetti, avvocato cassazionista ed ex vice sindaco dell’Aquila, esponente del Pd, e Vittorio Sconci, già direttore del dipartimento di Salute mentale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, membro dell’osservatorio permanente regionale sanità penitenziaria e referente aziendale del settore salute mentale negli istituti penitenziari della provincia dell’Aquila.
Davide Campli, avvocato e docente di diritto penale e procedura penale, Bruno Ciuffetelli ex agente di polizia penitenziaria, Alessandra De Febis avvocato esperta di diritto minorile, Dalila Alleva, che ha già collaborato con il garante dei diritti detenuti di San Gimignano in Toscana, e sta svolgendo un tirocinio presso il garante della Regione Lazio, Monia Scalera avvocato specializzato in diritto della famiglia presso il tribunale dell’Aquila, Paolo Valentino Sisti avvocato penalista.
La figura del garante è stata introdotta in Abruzzo nell’agosto 2011 con l’approvazione della legge regionale 35, e il suo compito è quello di “assumere ogni iniziativa per garantire ai detenuti, “le prestazioni inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita, all’istruzione e alla formazione professionale e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro”. Deve segnalare “fattori di rischio o di danno”, intervenire “nei confronti delle strutture e degli enti regionali in caso di accertate omissioni o inosservanze rispetto a proprie competenze, che compromettano l’erogazione delle prestazioni”, anche con “poteri sostitutivi”. Deve proporre “interventi amministrativi e legislativi da intraprendere per contribuire ad assicurare il pieno rispetto dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale” e anche “iniziative concrete di informazione e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie”.
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