L’AQUILA – Si è autorevolmente sostenuto che uno dei segni dell’oramai fatale crollo dell’impero romano è stato il venir meno della forza e capacità di far funzionare gli acquedotti, e quando mancò, dopo secoli, l’acqua corrente nelle case e nelle fontane della città eterna. Il cambiamento climatico in atto, la diminuzione delle precipitazioni, lo spreco della risorsa più preziosa, l’acqua, rischiano parimenti di compromettere anche ora la tenuta sociale ed economica dei paesi ricchi e occidentali. E del resto in estate ci si attende una siccità devastante, soprattutto per l’agricoltura, anche perché in Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 non vengono raccolti, e il governo si appresta a nominare l’ennesimo commissario straordinario per far fronte a questa emergenza ampiamente annunciata.
Utile dunque per fotografare lo status quo. la lettura, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua, del rapporto 2023 dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che offre un focus aggiornato anche sull’Abruzzo. Relativamente alle reti idriche, che perdono il 59,8% dell’acqua immessa, contro il 42,2% nazionale.
E ancora, sul costo della bolletta idrica: in Italia salita nel 2022 a 487 euro a famiglia, con una variazione in aumento del 5,5%, in Abruzzo a 454 euro, con un incremento del 7,8%.
Infine sul gradimento del servizio, e si scopre che il 23,1% degli abruzzesi è “insoddisfatto”, contro una media nazionale del 14%.
Interessante poi il confronto tra capoluoghi e province abruzzesi: a L’Aquila città è del 50,7% in provincia dell’Aquila, del 68,3%. Nel capoluogo Chieti del 71,7%, nell’intera provincia del 64,4%. A Pescara del 58,9%, in provincia del 56,8%. A Teramo, invece, appena del 28,6% e nella provincia del 41,0%.
La gestione dell’acqua in Abruzzo è stata al centro della Commissione d’inchiesta regionale sull’emergenza idrica, presieduta dalla consigliera Sara Marcozzi, di cui si attende la relazione conclusiva. Intanto Marcozzi ha auspicato la gestione unica, e non parcellizzata in sei società, salutando come una decisione che va nella giusta direzione dell’accordo per creare una centrale unica di controllo delle reti idriche dell’Abruzzo.
L’esecutivo regionale ha evidenziato in audizione in commissione, che ingenti risorse saranno utilizzate già nei prossimi mesi, per riparare gli acquedotti e ottimizzare l’irrigazione e la depurazione, a valere sul Pnrr e altri leve economiche.
LA DISPERSIONE IDRICA E LE RETI COLABRODO
L’Istat calcola che l’acqua dispersa in rete è quantificabile in 157 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno.
L’Allegato al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2022 individua un fabbisogno complessivo di investimenti, per allineare lo stato delle infrastrutture idriche ai migliori standard internazionali e per colmare il gap infrastrutturale fra il Nord e il Sud del nostro Paese, pari a circa 12 miliardi di euro.
Tra gli interventi prioritari sono ovviamente inclusi quelli orientati alla riduzione delle gravi perdite idriche che affliggono le nostre reti di distribuzione dell’acqua. Una volta immessa in rete, la distribuzione dell’acqua avviene convogliando la risorsa in tubazioni progressivamente più piccole fino alla distribuzione in sottozone per arrivare agli utenti finali (abitazioni, negozi, uffici, ecc.).
Lungo questo percorso la dispersione si accentua, con il risultato che gran parte del volume di acqua prelevata alla fonte non raggiunge gli utenti finali generando una perdita del volume immesso in rete pari al 42,2%, nei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2%.
In Abruzzo la media della dispersione idrica è superiore alla media italiana, attestandosi al 59,8%.
Il record si ha in Basilicata con il 62,1%, in Sicilia 52,5%, in Molise 51,8% di dispersione.
Regione più virtuosa la Val d’Aosta, con appena il 23,9% di dispersione, seguita da Lombardia 30,3%, ed Emilia Romagna , 31,3%
Interessante il focus comunale e provinciale: per quanto riguarda i capoluoghi abruzzesi , la dispersione è a L’Aquila, dati del 2020, del 50,7% in provincia dell’Aquila, del 68,3%. Nel capoluogo Chieti del 71,7% nell’intera provincia del 64,4%. A Pescara del 58,9% in provincia del 56,8%, A Teramo appena del 28,6% e nella provincia del 41,0%.
Allargando lo sguardo, tra i capoluoghi di provincia spicca in negativo il dato di Latina, dove la dispersione assume dimensioni anche superiori al 70%; in positivo Macerata con appena il 9,8%,
Aumentano i Comuni con razionamento dell’acqua per uso domestico: nel 2021, i capoluoghi di provincia sono passati da 11 a 15. A Palermo si sono registrati 183 giorni di sospensione del servizio, 182 a Trapani e Agrigento. Su tutto il territorio di Cosenza l’acqua è stata razionata, con precise fasce orarie, tutti i giorni dell’anno; ad Enna solo in alcuni quartieri.
BOLLETTA QUANTO MI COSTI
L’indagine di Cittadinanzattiva ha interessato le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2022 e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone e due ipotesi di consumi annui: la prima ipotesi è di 192 metri cubi, la seconda ipotesi di 150 metri cubi
Dall’analisi effettuata emerge che nel 2022 la spesa media per la famiglia tipo individuata, calcolata sul consumo di 192 metri cubi annui, è pari a 487 euro con una variazione in aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente.
Nel caso in cui invece la nostra famiglia abbia consumato meno acqua, attestandosi sui 150 metri cubi annui, la spesa per il 2022 sarebbe di 358 euro (+5,8% rispetto al 2021) e il risparmio rispetto alla prima ipotesi sarebbe di 129 euro.
Scendendo a livello regionale, per quanto riguarda il consumo di 192 metri cubi.
La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise 181 euro con un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente. Al contrario, la regione con la spesa più elevata risulta essere la Toscana di 770 euro.
Il costo della bolletta è passato in Abruzzo da 421 euro del 2021 a 454 euro del 2022, con un aumento del 7,8%. Il costo resta dunque sotto la media, ma l’incremento è stato più consistente.
C’è nello studio anche il focus sui capoluoghi di provincia: a L’Aquila il costo medio è di 535 con un incremento del 9,1%, a Chieti 418 euro (+ 10,3%), a Pescara 418 euro (+10,3%), a Teramo 445 euro (+1,9%).
Passiamo ora alla seconda ipotesi, quella del consumo medio di 150 metri cubi.
La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise, 139 euro, con una variazione in aumento del 4,8% rispetto al 2021.
Al contrario, la regione con la spesa più elevata risulta essere ancora una volta la Toscana, con 535 euro.
In Abruzzo il costo aumenta da 325 del 2021, a 350 euro del 2022, ovvero del 7,8%. Anche qui il costo è sotto la media nazionale, l’incremento è superiore.
Scendendo nel dettaglio dei comuni capoluogo: a L’Aquila si paga 410 euro, in aumento del 9,2%
a Chieti 323 euro (+ 10,3%), a Pescara 323 euro (+10,3%) e Teramo 345 euro (+1,9%)
L’INDICE DI GRADIMENTO DEL SERVIZIO IDRICO
Secondo dati Istat, sono allacciate alla rete idrica comunale circa 25 milioni di famiglie italiane, pari al 95,8% sul numero totale. Nel 2021, l’86% (in diminuzione rispetto all’anno precedente) delle famiglie allacciate si dichiarano molto (21%) o abbastanza soddisfatte (65%) del servizio idrico, contro un 14% poco o per niente soddisfatto.
I livelli di soddisfazione espressi dalle famiglie italiane diminuiscono spostandosi dalle aree del Nord (92%) verso il Centro (84%) e quindi al Sud (82,4%) e nelle Isole (69,8%).
I dati Istat ci dicono che in media circa una famiglia su 4 è poco o per niente soddisfatta a riguardo, con situazioni di maggiore criticità al Sud e soprattutto nelle Isole dove il 57% di esse dichiarano di non fidarsi a bere acqua del rubinetto, a fronte di una media nazionale del 28,5%, comunque alta. Ciò spiega in parte perché gli italiani siano i primi consumatori di acqua in bottiglia in Europa (con una media annua di 208 litri pro capite) e secondi al mondo dopo il Messico (che detiene un media annua pro capite di 244 litri).
Questi i dati relativi all’Abruzzo: il 21% delle famiglie sono poco o per niente soddisfatte per il servizio, al 21% per le interruzioni della fornitura, al 23,3% per livello di pressione dell’acqua, al 28,8% per l’odore, sapore e limpidezza dell’acqua, al 35,5% per frequenta della lettura dei contatori, al 30,4% per la frequenza della fatturazione, al 45,1% , per la comprensibilità delle bollette. In totale il il 23,1% è “insoddisfatto” del servizio, contro una media nazionale del 14%.
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- GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA IN ABRUZZO E ITALIA: RETI COLABRODO, SPRECHI E CARO-BOLLETTEL'AQUILA - Si è autorevolmente sostenuto che uno dei segni dell'oramai fatale crollo dell'impero romano è stato il venir meno della forza e capacit...