GIULIANOVA – Una vittoria schiacciante, un trionfo personale, a discapito però della Lega, fino a pochi giorni fa il suo partito, di cui era segretario provinciale, a cui ha detto addio pronto, assicurano i bene informati, a passare a Noi Moderati, con il beneplacito e la regia del segretario regionale, l’ex deputato e consigliere regionale Paolo Tancredi.
Questa la possibile parabola politica, secondo voci insistenti, del 40enne assicuratore Iwan Costantini, rieletto sindaco alle elezioni del 8 e 9 giugno a Giulianova al primo turno, con un tetragono 61,92%, pari a 8.089 voti, contro la candidata del centrosinistra Alberta Ortolani, al 24,4%, il candidato della sinistra, Daniele Di Massimantonio al 10,7% e l’esponente di Fdi, dissidente del centrodestra, Romolo Lanciotti al 3,2%.
Ma il dato davvero clamoroso è stata la performance della Lega, che con un misero 1,6% non ha eletto nessun consigliere, nel Comune dove almeno formalmente esprimeva il sindaco. In una competizione dove a far la parte del leone sono state invece le civiche della coalizione di Costantini, Giulianova turismo 13,2%, Giulianova in movimento, 11,7%, Costantini sindaco 11,5%, arrivate davanti a Fratelli d’Italia all’11,3%, Obiettivo Giulianova, al 10,9%, a Forza Italia, 6,8%, a Noi Moderati, 3,3%, alla civica Verso, 4,5%. E poi appunto fanalino di coda la Lega, all’1,6%.
Ma del resto anche nel 2019, alla sua prima elezione, Costantini, precedentemente segretario comunale di Forza Italia, vinse a sorpresa con le sue armate civiche, a quel giro non solo contro il centrosinistra, che aveva dominato Giulianova per un ventennio, ma anche contro il centrodestra di Paolo Tribuiani, (con la Lega che prese il 16,2%), e solo a febbraio 2021 ha deciso di aderire alla Lega, diventando segretario provinciale a inizio 2022.
Un dato quello dei salviniani, che non poteva non passare inosservato e senza conseguenze, che del resto ha fatto seguito alla debacle della Lega a Giulianova anche alle regionali del 10 marzo, dove i salviniani hanno preso solo il 5,1%, e dove a vincere è stato, in totale controtendenza il campo largo di Luciano D’Amico, sfidante sconfitto del rieletto candidato del centrodestra Marco Marsilio, di Fdi. Inoltre non è sfuggita l’anomalia del confronto del risultato delle comunali 1,6% con quello delle europee, il 6,9%, a conferma che la base elettorale leghista era potenzialmente più ampia.
E così, il 12 giugno, terminati i festeggiamenti per la vittoria, è arrivata la nota di Costantini, nella quale sono state annunciate le sue dimissioni, da segretario provinciale della Lega di Teramo. E di fatto la sua uscita dal partito. La decisione, si legge nella nota, “è stata presa d’accordo” con il segretario regionale della Lega Abruzzo, Luigi D’Eramo, sottosegretario di Stato all’Agricoltura, dal momento che “come già anticipato per le vie brevi – afferma Costantini – il ruolo di sindaco mi impedisce di occuparmi a tempo pieno delle dinamiche di partito. Anche al fine di garantire un potenziamento e una riorganizzazione del partito nella provincia di Teramo rassegno le mie dimissioni da segretario provinciale della Lega Teramo”.
C’è però chi ha fatto osservare, che Costantini in questi anni, seppure senza successo, aveva fatto sia il sindaco che il segretario provinciale, e dunque la giustificazione non reggerebbe.
Il segretario regionale D’Eramo ha contestualmente nominato commissario provinciale Sabrina Bocchino, ex consigliere regionale, affiancandole come vice Giacomo d’Ignazio, presidente di Fira, la società in house di sviluppo industriale della Regione Abruzzo, e il sindaco di Silvi, Andrea Scordella.
C’è dunque chi sostiene che la Lega ha con ottimi argomenti inteso disfarsi, in modo consensuale e senza traumi, di un suo esponente di spicco che in questi anni è rimasto civico, giocando più per se stesso che per il partito. Non solo alle regionali e alle comunali, ma anche alle elezioni provinciali del febbraio 2023, dove Costantini ha rotto la coalizione a sostegno di Massimo Vagnoni, sindaco di Martinsicuro, per virare su Camillo D’Angelo, sindaco di Valle Castellana, appoggiato da Cinque stelle, Italia viva e dal sindaco di Teramo, eletto poi presidente.
Dall’altra parte Costantini aveva aderito alla Lega per poter legittimamente puntare ad una candidatura alle politiche dell’autunno 2022 o anche alle regionali di marzo, ma non ha trovato spazio. Da qui la decisione di scendere dal Carroccio, partito tra l’altro che è oggi lontano anni luce da quello a cui aveva aderito nel 2021, ai tempi d’oro del capitano Matteo Salvini, in Abruzzo con percentuali di consenso anche superiori al 30%.
Cosa dunque farà ora Costantini? In molti assicurano che sta lavorando per una adesione a Noi Moderati, del suo amico Paolo Tancredi, soprattutto se si consoliderà a livello regionale e nazionale la federazione, per non dire la fusione, con Forza Italia, partito in ascesa. L’ipotesi trae alimento dal fatto che Costantini ha aiutato Tancredi a fare la lista alle comunali, attingendo anche dagli iscritti del circolo della Lega, più fedeli a lui che al partito. E una delle candidate più votate di Noi moderati è stata Arianna Fasulo che ha lasciata la Lega in aperta polemica con i vertici.
Del resto in provincia di Teramo sono sbarrate le porte di Fdi, trionfatore ovunque delle europee e delle comunali, ad oggi il vero cavallo vincente: a dettare legge è ora il rieletto Paolo Gatti e Umberto D’Annuntiis, e la segretaria provinciale Marilena Rossi, anche lei neo consigliere regionale. E spazio per un quarto incomodo assai ingombrante al momento non c’è.
- GIULIANOVA: COSTANTINI CERCA CASA DOPO ADDIO ALLA LEGA, IL RIELETTO SINDACO VERSO NOI MODERATIGIULIANOVA - Una vittoria schiacciante, un trionfo personale, a discapito però della Lega, fino a pochi giorni fa il suo partito, di cui era segretar...