GIUNTA: MARSILIO, “UN ERRORE MIO VOTO DEL 2011, PIU’ ASSESSORI PER REGIONI PICCOLE COME ABRUZZO”

10 Aprile 2024 16:04

- Politica

L’AQUILA – “Un conto è avere nel quotidiano una dozzina di assessori che parlano costantemente con il governo, un conto avere solo sei assessori che devono parlare con tre ministri ciascuno, seguire troppe pratiche, perché gli assessorati si accumulano di competenze, e poi la ventiquattresima ora scatta per tutti. La norma che ha ridotto il numero di assessori e consiglieri va rivista, perché penalizza le regioni piccole come l’Abruzzo”.

Nel suo primo discorso in aula, il riconfermato presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, introduce il tema a lui caro, della modifica della norma del 2011 che ha ridotto il numero di consiglieri e assessori.

Come però ricordato da Abruzzoweb, l’ora vituperata norma che ha ridotto il numero dei consiglieri e assessori regionali e relative indennità, ovvero la legge 148 del 2011, fu votata anche da Marco Marsilio, allora deputato del Popolo delle libertà, nel quarto governo di Silvio Berlusconi, un anno prima della nascita di Fratelli d’Italia, con cui Marsilio è diventato senatore nel 2018, e poi presidente di Regione, per il primo mandato, nel 2019.





Marsilio in aula ha dunque ammesso, senza citare Abruzzoweb, che “è stato un errore”, cosa DEL resto per lui resa ancora più evidente dalla fatica del presidente nel decidere i sei assessori, con la Lega ancora insoddisfatta, e con il sottosegretario di giunta rimasto in sospeso.

“C’è un argomento spinoso che voglio affrontare direttamente di petto – ha esordito Marsilio-, sfidando anche l’impopolarità. Sono stato protagonista non da oggi del dibattito sul tema della cosiddetta ‘coperta corta’. Non mi illudo che se gli assessori fossero stati il doppio sarebbe stato facile comporre la giunta, la mia collega presidente sarda ha avuto gli analoghi problemi, e ha avuto 15 giorni di tempo in più per decidere, e ha chiuso solo l’altro ieri, con il doppio degli assessorati a disposizione, pur avendo la Regione Sardegna la stessa classe demografica dell’Abruzzo”.

Citando dunque l’articolo di questa testata, ha dunque affermato: “giustamente qualcuno della stampa ha ricordato che io ero in Parlamento nel 2011 e ho votato, in una norma molto ampia, anche la previsione di ridurre il numero dei consiglieri e il numero degli assessori in tutte le regioni italiane.  Non ho problemi a dire che fu un errore”

Comunque “da due anni su questo tema mi sto facendo promotore di una battaglia. C’è intanto una sperequazione con le regioni a statuto speciale che con un ricorso non applicarono quella legge che prevedeva la cura dimagrante, il taglio delle poltrone, la riduzione della spesa pubblica”.

Ha poi proseguito il presidente: “la regione Abruzzo partecipa alla Conferenza delle Regioni, alla conferenza Stato -Regioni, e alle varie commissioni, dove si discutono cose molto importanti, come la ripartizione del fondo sanitario nazionale, quello dei trasporti, dei fondi di coesione. Ebbene, nella Conferenza le regioni ci sono 14 commissioni, ma è chiaro che se la Regione Abruzzo è rappresentata da 6, massimo 7 assessori, in metà delle commissioni non abbiamo neanche materialmente la possibilità di mandare qualcuno, per far valere le nostre posizioni, mentre ad esempio la Lombardia ha 16 assessori”.





Non è una questione di tenuta politica, sottolinea poi Marsilio: “la maggioranza in Basilicata va avanti anche con quattro assessori, ma è chiaro che con meno posti aumentano i conflitti, è difficile rispettare gli equilibri”.

Come appunto è avvenuto in questi giorni, in queste ore anche in Abruzzo. “E’ un momento difficile, perché le legittime aspettative devono trovare poi una sintesi. E io mi assumo, come mio dovere, la responsabilità delle scelte”, ha ammesso Marsilio, ringraziando la sua maggioranza per la “pazienza”, e chiedendo insomma comprensione.

A maggior ragione, però,  “con le altre regioni abbiamo chiesto di rivedere questa norma che penalizza le regioni piccole. Con meno consiglieri poi a rimanere scoperti, senza rappresentanza sono i territori meno popolosi, e marginali. Ci vuole una modifica in parlamento di questa norma, è una questione che sta sopra di noi poi eventualmente saremo noi ad essere investiti della modifica dello statuto e sapete quanto sia delicato un passaggio statutario, e quanto sia facile strumentalizzare questo tema”.

 

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