GIUNTA REGIONE: NERVI TESI E NESSUNA SMENTITA. GATTI SOLDATO SEMPLICE, “VA TUTTO BENISSIMO”

12 Aprile 2024 08:08

Regione - Politica

TERAMO – “La prima giornata in consiglio regionale? Tutto bene quel che finisce bene. Marco Marsilio ha fatto le scelte migliori per la giunta, e io sono strafelice di tutto, e non vedo l’ora di mettermi al lavoro, anzi sono già al lavoro”.

Usa toni raggianti, contattato da Abruzzoweb, l’avvocato teramano Paolo Gatti, tornato  all’Emiciclo, dopo essere già stato in passato con Forza Italia prima consigliere e poi assessore nella giunta di Gianni Chiodi, confermando il 10 marzo scorso il suo grande consenso personale, eletto infatti con 10.878 voti, secondo solo a Mario Quaglieri del suo stesso partito. E smentisce le voci che lo volevano contrariato per non aver ricevuto nulla, nemmeno il posto di capogruppo, nonostante il record di voti, da qui la sua assenza al quarto e decisivo voto per la nomina del forzista Lorenzo Sospiri a presidente del Consiglio regionale, spiegando che semplicemente, non preavvisato, non ha fatto in tempo a tornare in aula.

Poi però, per il resto, in maggioranza non si pensa affatto che tutto è bene quel che è finito bene.  Anzi, già in avvio del governo bis del centrodestra di Marco Marsilio, i nervi sono molto tesi,  e sono in queste ore in corso riunioni e telefonate, per ricucire i rapporti tra il presidente e Fdi da una parte, e Forza Italia e Lega dall’altro. Marsilio, confermandosi abilissimo stratega, ha intanto spezzato il patto tra salviniani e azzurri per fare fronte comune contro lo “strapotere” presidenziale e di Fdi architrave della maggioranza con 8 consiglieri,  ha nominato i sei componenti di giunta, Mario Quaglieri, Tiziana Magnacca e Umberto D’Annuntis di Fdi, l’assessore esterno Nicoletta Verì non eletta con la lista del presidente, e Roberto Santangelo per Forza Italia, Emanuele Imprudente della Lega, vicepresidente della Regione, di cui 4 uscenti su sei e tutti in piena sintonia, come lui voleva, e a sorpresa ha rinviato la nomina dell’ultima pedina rimasta per quanto riguarda la giunta, quella di sottosegretario, che è un quasi assessore. Poltrona che ora se lo dovranno contendere appunto Lega e Forza Italia, un partito contro l’altro. La Lega non si accontenta infatti di un solo assessore, pur con l’aggiunta della carica della vice presidenza di giunta, e anche Forza Italia vuole una postazione in più, oltre al presidente del Consiglio e alla e all’assessorato, dunque sul piatto ora dovranno per forza di cose essere messe le presidenze delle commissioni e soprattutto presidenze e i posti nei cda degli enti regionali.





Per di più dentro Forza Italia è scoppiato il caso, per quanto negato con comunicati stampa e interviste al miele a firma dei protagonisti, del conferimento della presidenza del Consiglio a Sospiri, che ha già ricoperto la prestigiosa e potente carica nella passata legislatura, anziché a Santangelo, come era negli accordi faticosamente raggiunti dopo giorni di trattative. Santangelo aveva addirittura pronto il discorso di insediamento, visto che la nomina ieri mattina era certa e le carte sono state cambiate all’ultimo momento. L’aquilano Giorgio De Matteis, scuro in volto, aveva confidato in aula che si sarebbe dimesso dalla carica di vicecoordinatore provinciale dell’Aquila.

Marsilio deve subire anche le lamentele per il fatto che tre assessori su sei sono della provincia dell’Aquila, con un “evidente squilibrio territoriale”, e a Montesilvano si mastica amaro, perchè con la mancata nomina di Sospiri assessore, non entrerà come “surrogato”, il vice sindaco Paolo Cilli, a pochi mesi dalle elezioni, che pure con un ricorso a seguito dei riconteggi, aveva ottenuto la conferma del suo essere primo dei non eletti.

Gatti, invece, indossando gli abiti del soldato semplice di Fdi, si spertica in lodi per Marsilio, che lo ha voluto prima in Fratelli d’Italia, poi candidato, con la promessa però di non avere in caso di rielezione, nulla a che pretendere, in termini di posti di vertice, a prescindere dal risultato, e questo perché doveva avere in provincia di Teramo la precedenza, per diritto di anzianità, D’Annuntiis, sottosegretario uscente, eletto nel 2019 con Fi e poi passato a Fdi.

“Il presidente ha fatto le scelte migliori nella composizione della giunta regionale, una volta si diceva ‘la Roma non si discute, si ama’, e dunque bene così, io e Marsilio siamo comunque della Juve. Io sono già al lavoro, facendo ricevimenti, perché, ebbene sì, sono uno che riceve le persone, parla con loro, raccoglie proposte, esigenze e istanze, come deve fare un rappresentante nelle istituzioni”, assicura Gatti.





Infine il politico teramano intende sgombrare il campo da qualsiasi dietrologia per la sua assenza dall’aula, in occasione della quarta votazione a maggioranza semplice per la nomina di Lorenzo Sospiri a presidente dell’assise, con 17 voti su 18 della maggioranza, e 13 schede bianche delle opposizioni. Subito infatti si era insinuato che l’assenza è stata voluta, come “segnale” per non aver ricevuto alcun incarico, né in giunta e nemmeno come capogruppo, o anche per vecchie ruggini con Sospiri, esponente di vertice del suo ex partito, anche per via della mancata nomina di Gatti a  componente non togato della sezione regionale della Corte dei Conti regionale, designato dalla Regione, su iniziativa di Sospiri e Marsilio, designazione poi ritirata per la levata di scudi della Lega e parte di Fi, oltre che delle opposizioni.

“Per favore, finiamola con questa storia: è semplicemente accaduto che ero andato in bagno e poi a prendere un caffè al bar dell’Emiciclo, appena finita la terza votazione – si accalora Gatti -. Poi è partita la quarta e ultima votazione e io mi sono precipitato per votare, correndo, ci ho messo 45 secondi dal bar all’aula, ma non ho fatto in tempo e mi sono molto dispiaciuto e risentito per questo. Ho detto al mio capogruppo Massimo Verrecchia, che sarebbe stato meglio accertare la presenza in aula di tutti i componenti del gruppo, prima di ripartire con la votazione, del resto nella precedente esperienza in consiglio ero abituato così. Ma capisco Verrecchia, il suo è un ruolo difficile, talvolta odioso, meno male che lo fa lui il capogruppo…”

Infine per le deleghe specifiche che saranno eventualmente assegnate anche ai consiglieri, come annunciato ieri da Marsilio, conclude il soldato semplice Gatti, “le materie per le quali ho una certa esperienza e competenza sono state già state assegnate agli assessori. Comunque quello che deciderà Marsilio per me ha forza di legge”.

 

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