GIUSTIZIA: PESCARA PRIMA PER INTERROGATORI, IN PROVINCIA OLTRE 4MILA NEL 2021, I DATI ABRUZZESI

27 Settembre 2023 19:26

Italia - Cronaca

PESCARA – Con 4.468 rilevati nel 2021 è Pescara la provincia abruzzese con il maggior numero di interrogatori. Medaglia d’argento per Chieti (4.291) e bronzo per L’Aquila con oltre 3.500 (3.660) escussioni.

Queste distanze ridotte nel numero di interrogatori si riflette nel piazzamento nella classifica nazionale: sessantatreesima Pescara, settantunesima Chieti e settantacinquesima L’Aquila.

A livello di “densità” di interrogatori, cioè il rapporto interrogatori/abitanti, troviamo al primo posto sempre la provincia di Pescara (1/70 ab.), ventesima nella classifica nazionale. Seguono nella rilevazione della “densità” di interrogatori L’Aquila (1/78 ab.) e Teramo (1/85 ab.), rispettivamente ventottesima e trentacinquesima in Italia. Chieti è la provincia abruzzese con il minor rapporto interrogatori/abitanti (1/87 ab.).

Secondo un’analisi condotta su dati Istat da Cedat 85 ogni anno nel nostro Paese si svolgono oltre 830 mila interrogatori tra indagati, fermati e detenuti.

Il 30 giugno, con l’entrata in vigore della Riforma Cartabia, è scattato l’obbligo di registrare in audio o audiovideo le “escussioni”.





Le regioni dove si svolgono più interrogatori sono Calabria, Basilicata e Liguria e, tra le province, svettano nell’ordine: Vibo Valentia, Isernia, Imperia e Crotone.

Sono oltre 830mila gli interrogatori di indagati, fermati e detenuti che si svolgono in un anno in Italia, ovvero una di media 2276 al giorno, con la Calabria prima regione nel rapporto “interrogatori per abitanti” (1 interrogatorio ogni 54 abitanti) seguita da Basilicata (1/55 ab.) e Liguria (1/56 ab.).

Realizzata in concomitanza con l’entrata in vigore (dal 30 giugno) dell’obbligatorietà di interrogatori audio/video per indagati e detenuti come stabilito dalla Riforma “Cartabia” della Giustizia, l’indagine mette in evidenza come livello provinciale al primo posto per “densità” di interrogatori c’è Vibo Valentia (1/41 ab.) seguita da Isernia (1/42 ab.), con Imperia e Crotone (1/48 ab.) appaiate al terzo posto.

Dal punto di vista dei numeri assoluti la Regione nella quale si tengono più interrogatori è la Lombardia, erano quasi 130 mila (129.756) nel 2021, seguita dalla Sicilia (79.850), che supera di poco la Campania (79.624).

A primeggiare tra le province, invece, ci sono quelle con i maggiori centri urbani: con una media di 151 interrogatori al giorno si aggiudica la prima piazza la provincia di Roma, mentre, con 141 e 109 interrogatori, completano il podio la provincia di Milano e quella di Napoli.





Analizzando specificatamente il dato sulla densità degli interrogatori per abitanti scopriamo che soltanto la Sicilia “conferma” il suo piazzamento rispetto ai numeri assoluti: è seconda per numero assoluto e quarta per “densità” con 1 interrogatorio ogni 60 abitanti.

“Con la riforma Cartabia – afferma Gianfranco Mazzoccoli, presidente e fondatore di Cedat 85 – la fonoregistrazione e la videoregistrazione rientrano tra le ordinarie e obbligatorie forme di raccolta degli atti processuali, tra cui l’interrogatorio. Si capisce, perciò, come questi momenti delicati dell’azione giudiziaria debbano essere svolti nella massima sicurezza e, se possibile, non servendosi dell’infrastruttura Cloud, per sua stessa natura violabile”.

“Da anni – aggiunge Mazzoccoli – lavoriamo, con un nostro brevetto, sulla trascrizione in tempo reale del parlato, siamo riusciti a ingegnerizzare questa tecnologia in un dispositivo ‘all in one’ che si chiama Cabolo e prescinde dalla connessione Internet. Da qui nasce Cabolo Interview Kit, per registrare, trascrivere, archiviare digitalmente verbali di interrogatori in modo sicuro e con file crittografati: un verbale che identifica in modo univoco e protetto gli interlocutori, riportandone in maniera puntuale le dichiarazioni”.

Anche gli “addetti ai lavori” accolgono con favore il passaggio alla registrazione audio/video delle escussioni: “Con questo nuovo modo di documentazione – spiega Antonello Martinez, avvocato e socio fondatore dello studio legale Martinez&Novebaci – verranno soddisfatte in pieno le esigenze di velocizzazione del procedimento penale con il superamento dell’arcaico metodo di trascrizione riassuntiva della verbalizzazione”.

“Verrà assicurata anche la vera applicazione dei diritti fondamentali dei soggetti coinvolti nel processo. Basti pensare – conclude Martinez – ad un interrogatorio di una persona indagata laddove potranno essere colte anche le minime sfumature delle dichiarazioni rese e si ridurranno tutte le varie interpretazioni sia da parte dell’accusa che della difesa”.

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