ROMA – “Non possono essere stati i veicoli in transito nel traforo del Gran Sasso ad aver causato l’intorbidamento delle acque del Ruzzo”.
Lo ha detto Pierluigi Caputi, Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, nel corso dell’audizione che si è tenuta oggi in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in merito ai lavori concernenti il traforo del Gran Sasso e gli interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. In audizione anche i vertici della concessionaria di A24 e A25 Strada Dei Parchi, del gruppo abruzzese Toto, in particolare il vice presidente Mauro Fabris e l’amministratore Costantino Ivoi.
Se da un lato da Strada dei Parchi Ivoi ha ricordato che il sistema idrico dell’acquifero “è stato affidato a commissario straordinario” e che Sdp “vicina all’utenza, si è dimostrata disponibile a presidiare le aree del cantiere, dall’altro Fabris ha sottolineato: “Questo è l’unico caso in Italia di due commissari su un’unica infrastruttura stradale. Occorre intervenire al più presto su questo dualismo, noi in quanto società abbiamo pesanti responsabilità che riguardano sicurezza e mobilità”. Per poi aggiungere: “Se ci fosse stato un miglior coordinamento, avremmo avuto qualche lamentela in meno”.
Concessionaria e commissario straordinario sono stati ascoltati a seguito della rottura della ‘canala’ del collettore e per l’intorbidimento dell’acqua che ha portato alla sospensione dei lavori di carotaggio assegnati alla società Italfer del gruppo Rfi, rientranti nel piano di messa in sicurezza dell’acquifero assegnato alla responsabilità di Caputi.
Dal 14 ottobre scorso nel Traforo lungo l’A24 era stata attivata la circolazione a senso unico con semafori per lo svolgimento dei lavori, circostanza che ha causato notevoli disagi alla viabilità con proteste di utenti, associazioni di categoria ed esponenti politici. Dopo la rottura, il Traforo del Gran Sasso è stato riaperto alla normale circolazione il 23 ottobre a seguito della riconsegna delle aree utilizzate dal cantiere Italferr da parte del commissario straordinario.
Caputi, intervenuto in collegamento video dopo i rappresentanti di Strada dei Parchi, ha annunciato che domani si riunirà la commissione di indagine, da lui stesso chiesta due giorni dopo l’episodio che ha causato l’intorbidamento delle acque nei giorni in cui ci si stava preparando ai sondaggi preliminari per la messa in sicurezza della falda acquifera.
La Commissione in questione sarà presieduta dal Sian, organismo che autorizza la potabilità.
“È convinzione diffusa che sia successo qualcosa fuori dalle gallerie” ha detto Caputi, ricordando che le acque sorgive hanno depositi limosi che qualora agitati possono dare torbidità, come d’altronde accaduto in passato. La torbidità, ha detto, “potrebbe derivare dal deposito di materiale nella canala che si trova sotto le gallerie e che raccoglie le acque derivanti dai bordi della galleria”.
“Abbiamo chiesto all’autorità giudiziaria di acquisire e osservare le immagini delle telecamere, sia quelle nelle gallerie sia quella sulla fonte di alimentazione dell’acquedotto del Ruzzo, che è immediatamente fuori dal traforo dal lato Teramo, per capire se vi siano stati casuali versamenti”.
Nei prossimi mesi non ci saranno perforazioni per i carotaggi nelle due gallerie del traforo del Gran Sasso, ma le attività propedeutiche alla progettazione dell’importante intervento di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso e dell’inizio dei lavori, sono state programmate all’esterno del traforo: in questo senso, come ha sottolineato da Caputi, prossimamente si avvieranno indagini all’esterno visto che sono state autorizzate cinque perforazioni che saranno effettuate dalla Italfer, del gruppo Rfi.
“Di indagini all’esterno del traforo ce ne saranno molte, quando ci saranno le condizioni cominceremo con le cinque che hanno concluso positivamente l’iter – ha spiegato all’Ansa -. Naturalmente, siamo concentrati anche nell’esame di quanto accaduto in merito alla sospensione dei lavori in galleria per valutare eventuali rotture e i motivi dell’innalzamento del livello di torbidità dell’acqua”.
Caputi è intervenuto anche a spiegare il perché della scelta di questo periodo per introdurre il senso unico alternato nel traforo, che tanti disagi ha provocato all’utenza e che è stato sospeso dopo nove giorni proprio per le anomalie rilevate nelle acque.
Caputi ha sottolineato che l’unica possibilità di effettuare i lavori era ritenuta tra ottobre e novembre, in quanto con il ghiaccio che si forma in inverno sarebbe assolutamente impossibile far fermare mezzi pesanti su pendenze elevate; d’altra parte, in altri periodi dell’anno, collegati al turismo, non sarebbe stato opportuno.
Dal fronte della concessionaria, i vertici di Strada dei Parchi hanno sottolineato la necessità di verificare le condizioni migliori prima di avviare lavori futuri.
“È necessario un maggiore coordinamento tra le due strutture commissariali che operano, caso unico in Italia, sulla stessa infrastruttura autostradale e il concessionario Strada dei Parchi”, il passaggio fondamentale dell’intervento del vicepresidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris.
Nel corso dell’audizione l’Ad di Sdp, Costantino Ivoi, ha inoltre sottolineato come “sicurezza e diritto alla mobilità degli utenti vadano sempre tutelati ma, purtroppo, rispetto ai disagi provocati all’utenza e al territorio nei giorni scorsi a causa della chiusura al traffico della Galleria del Gran Sasso, SdP può solo prendere atto, con il consueto spirito collaborativo, delle decisioni assunte dal Commissario per la messa in sicurezza del Gran Sasso, ing. Caputi”.
La Società ha voluto inoltre ricordare per il futuro “l’importanza di un coinvolgimento preventivo degli altri gestori autostradali e stradali, come ANAS, da parte del Commissario, per verificare nell’arco di tempo dei lavori, anche la percorribilità della viabilità ordinaria alternativa”, come la Statale delle Capannelle, attualmente penalizzata da diversi cantieri.
“Ad oggi, per consentire al Commissario di eseguire i sondaggi propedeutici ai lavori, l’unica soluzione, con una galleria interdetta e con le limitazioni al transito introdotte nel 2018 a tutela della sicurezza dell’acquifero, è quella del regime a senso unico alternato per una galleria alla volta. Una modalità che, nei pochi giorni per cui è stata applicata nelle scorse settimane, ha comportato una contrazione del traffico del 10% per i mezzi leggeri e del 20% per i mezzi pesanti”, ha affermato Ivoi dopo un quesito dell’onorevole Rachele Silvestri, che ha chiesto inoltre se sussiste la possibilità di una riduzione del pedaggio per la tratta interessata dai lavori.
“Sulle tariffe ogni decisione spetta al concedente, il MIT. In quanto concessionaria non abbiamo alcuna autonomia di intervento”, ha concluso Ivoi.
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