GRAN SASSO INSTITUTE: IL NUOVO RETTORE SARA’ COCCIA, IN ARRIVO RAFFICA DI NOMINE

di Alberto Orsini

29 Luglio 2016 20:02

Regione -

L’AQUILA – “Sarò io il nuovo rettore del Gran Sasso Science Institute? Me lo stanno chiedendo e francamente la mia risposta è sì, vorrei farlo”.

Manca solo l’annuncio, da quanto emerge dalle parole di Eugenio Coccia, attuale direttore del Gssi, l’istituto nato nel 2012 che sta diventando la seconda Università dell’Aquila, e che è atteso da un agosto di fuoco in cui sfornerà nomine a più non posso: Consiglio d’amministrazione, direttore generale, Senato accademico, oltre alla poltrona più importante.

Per quest’ultima, come già scritto da AbruzzoWeb, il favoritissimo è Coccia, potente ex capo dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, uno dei padri di questo nuovo istituto, già artefice di ben due visite nel capoluogo del premier, Matteo Renzi.

E la sua conferma, tanto alla richiesta che gli è arrivata all’interno del Gssi quanto alla sua volontà di farlo, rende un po’ più inutile l’avviso “balneare”, dal 26 luglio al 5 agosto, emesso per l’elezione del rettore e portato alla luce ieri da questo giornale.

Un avviso che, spiega Coccia, “non è un bando, e non eravamo tenuti a farlo, perché le altre Università scelgono e basta, ma abbiamo voluto comunque per aumentare la conoscenza di questa possibilità tra la platea di eleggibili, che sono tutti i professori ordinari degli atenei italiani. Mal ce ne incolse, a quanto pare, visto che è sorto l’equivoco! Ma non c’è stata nessun tentativo di sotterrare una notizia”.





L’equivoco, in verità, è nato soprattutto perché il bando ha avuto una diffusione molto molto scarsa in ambito accademico e inesistente, almeno fino all’articolo di questo giornale, nel resto dell’opinione pubblica.

Eppure il tema interessa, e molto: ieri è comparso sulla rete sociale di Facebook un “meme” che già ritraeva “i due rettori”, Coccia abbinato a quello dell’Università storica, Paola Inverardi, con la grafica del Signore degli Anelli.

“Non è un bando, è una manifestazione di interesse come ulteriore atto di trasparenza, una cosa in più non dovuta perché il rettore verrà eletto dal Senato accademico – precisa Coccia – Non è che chi non risponde non possa essere nominato, c’è una legge dello Stato. È una cosa in più che di solito non si fa”.

Coccia ammette che sì, “è vero che vogliamo fare in fretta, scegliere gli organi, il direttore generale, perché senza quello non possiamo avviare l’anno accademico che non è lontano. I nostri dipendenti – rileva – stanno aspettando con i contratti in scadenza dei veri bandi per essere assunti”.

La roadmap è già tracciata: “Dopo che il rettore verrà nominato, verranno Cda, il direttore generale e solo poi potremo dirci vera e propria università, fare bandi di concorso e tutto il resto”.

Ci si interroga se L’Aquila possa permettersi una seconda università di 400 studenti dopo quella storica oggi a 18 mila, che molti dicono in forte crisi di iscritti anche se la rettrice Inverardi, tra l’altro docente nel Gssi, nega che sia così.





Il dubbio è espresso da molti docenti in subbuglio in ambito universitario, che fanno anche notare come al Gssi siano spettati copiosi finanziamenti ma abbia scarsamente legato con il territorio, mostrandosi istituzione chiusa in se stessa ed elitaria.

Chiedere a Coccia un parere su questo in fondo è come domandare all’oste se il vino è buono, ma il direttore e futuro rettore si presta ad argomentare la risposta.

“Secondo me non è vero che l’Università arranca ma, come ha detto anche la rettrice Inverardi, questo è  l’anno zero e ci saranno progressi ulteriori, la qualità sta migliorando – premette – Faccio il  paragone con città come Pisa o Trieste che hanno un’università grande e generalista e anche una scuola superiore, Pisa ne ha due, la Normale e il Sant’Anna: in quella città, se si chiede se sia un valore aggiunto o meno avere le scuole superiori, la risposta sarà sì, perché aumentano l’attrattività della città”.

Infine la sua candidatura al rettorato. “Me lo stanno chiedendo se accetterei la carica, francamente la risposta è sì – conferma – Sono docente di ruolo Tor Vergata, rientro nell’elettorato passivo, mentre non faccio parte del Senato accademico e quindi non voterò”.

“Sono disponibile, sono uno dei candidati. Se parteciperò alla manifestazione di interesse? Non ha importanza – conclude – Quella è stata fatta non per me, ma per avere disponibilità ulteriori e farle manifestare”.

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