ATENE – La crisi economica in Grecia ha avuto effetti su tutte le attività, anche su quelle non regolamentate: negli ultimi mesi sulle strade aumenta il numero delle prostitute (anche molto giovani) che, vista la concorrenza e la situazione economica del Paese, abbassano i prezzi.
Ad accendere i riflettori su questo oscuro risvolto della crisi economica è il New York Times. I numeri parlano da soli: negli ultimi due anni la prostituzione in Grecia è aumentata del 150 per cento. Per molte donne offrire prestazioni sessuali a pagamento è un disperato modo per guadagnare sfruttando l’unica cosa rimasta, il proprio corpo.
Le altre, quelle che già da prima della crisi occupavano i marciapiedi, si adattano abbassando i prezzi: del resto in tempi di crisi anche questo può diventare un “lusso” da tagliare dai conti a fine mese. E così si arriva a prostituirsi per pochi euro, alimentando un business illegale e pericoloso (per l’incolumità di queste ragazze e per la salute dei clienti).
Una giovane prostituta locale ha raccontato al blog Lens del famoso quotidiano statunitense la sua drammatica storia: disoccupata da tempo è arrivata ad offrire prestazioni sessuali anche per 5 euro, la cifra necessaria per mangiare un panino o per comprare la Shisha (droga, nello specifico metanfetamina, che prende il nome dalla pipa ad acqua turca), ribattezzata la “cocaina dei poveri”. Storie di degrado che purtroppo non si riferiscono a casi isolati.
Questa è la disperata alternativa di giovani donne disoccupate. In Grecia la disoccupazione ha raggiunto il 50 per cento, con picchi del 7 per cento in alcune aree (ad esempio nella Macedonia occidentale).
fonte InvestireOggi.it
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