DURO ATTO D'ACCUSA DEL PRIMARIO AQUILANO DI MALATTIE INFETTIVE: ''SI RISCHIANO SCATOLE VUOTE, SERVONO ASSUNZIONI E INVESTIMENTI. I CONSIGLIERI REGIONALI? NON E' ETICO CIO' CHE GUADAGNANO''. SUL BANCO IMPUTATI ANCHE MARSILIO

GRIMALDI VS GOVERNANCE TRAZIONE PESCARA ”OSPEDALI COVID INUTILI SENZA PERSONALE”

25 Aprile 2020 07:24

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Va bene potenziare gli ospedali Covid, 200 posti letto a Pescara, 140 all’Aquila, 80 a Teramo, ma si rischia che rimangano scatole vuote dai costi altissimi se non avranno un numero adeguato di personale specializzato. Ci vorrebbero centinaia di figure. Nelle Marche, che hanno avuto quasi il triplo dei nostri casi, è stato programmato un ospedale di appena ottanta posti”.

Parte dalla forte critica alla operazione della Regione Abruzzo del covid-hopital a Pescara, il duro atto di accusa sentenziato in una lunga intervista rilasciata al Messaggero da Alessandro Grimaldi, direttore del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila e segretario regionale dell'Anaao, il principale sindacato dei medici che in Abruzzo ha oltre 700 iscritti. 

Le parole dell’infettivologo suonano come una sonora bocciatura della governance della emergenza a trazione pescarese, guidata dal contestato capo della task force regionale, Alberto Albani, medico nominato a questo incarico dall’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ora senatore del Pd.

Con il primario del 118 di Pescara, secondo quanto si è appreso, Grimaldi avrebbe avuto scambi di opinione non proprio tranquilli nel corso delle riunioni del comitato per la emergenza.





Ma l’attacco coinvolge anche la politica, in particolare il governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia.

La presa di posizione contro i Covid Hospital nati, a suo dire, senza la necessaria dotazione di personale ha sullo sfondo un Abruzzo spaccato dall'operazione che porterà alla realizzazione di un nuovo ospedale a Pescara tutto dedicato al coronavirus: con Pescara che si ritrova contro le altre tre province abruzzesi. Una divisione politica che, a quanto traspare dalle parole di Grimaldi, ha lasciato il segno anche nel mondo della sanità che si trova a fare i conti con le mancate compensazioni sui territori.

“La battaglia si deve spostare dall’ospedale al territorio – spiega ancora Grimaldi al Messaggero -, implementando l’azione di prevenzione attraverso una diagnostica rapida, tamponi ed esami sierologici, tracciando i casi e chiedendo la collaborazione dei medici di famiglia. Più che sulle mura bisogna puntare sulle risorse umane per evitare cattedrali nel deserto”. Grimaldi dice che al momento la prospettiva di nuovi contratti è remota: «Quando si fanno gli ospedali si deve dire con quali risorse umane nelle aree di terapia intensiva e sub-intensiva. Per ogni posto letto ci vogliono, molti medici e infermieri. Al momento non vedo assunzioni di massa. Se poi qualcuno, che siede dietro alle scrivanie, pensa di spostare come pacchi il personale sanitario che già è sotto stress, troverà pane per i suoi denti. Stanno facendo male i conti. Oggi il personale è stressato e bisognerà dare anche la possibilità di respirare: rischiano di esserci problemi per l’estate”.  

Il pungolo del capo dell’Anaao in Abruzzo è tutto per la Regione: “Se non si interviene rapidamente rischiamo di regalare molti precari al Nord Italia. Servono investimenti. C’è in atto, per esempio, un concorso per Malattie infettive con L’Aquila capofila, cinque posti in ballo: la Regione, volendo, potrebbe aumentarli a 30-40 per combattere il Covid. A un avviso pubblico per pneumologia, di recente, non ha risposto nessuno. Anche a Pescara ci sono stati avvisi per anestesisti deserti. O c’è un piano, che onestamente non si vede, o si farà un buco nell’acqua”. 

La ricetta, per Grimaldi, è “investire in laboratori, in esami diagnostici e in tamponi a casa, in strutture di quarantena, nella riabilitazione post Covid come quella che stiamo aprendo all’Aquila, lavorare a monte per evitare che ci siano in autunno nuovi contagi”. 





Il monito nei confronti della politica è perentorio: “Alcune attività sono state centralizzate troppo su alcuni territori e probabilmente c’è stata non una sinergia ottimale tra Asl. Per esempio: concentrare tutti i tamponi, all’inizio, su Pescara forse è stato un errore. Quel centro, dove lavorano ottimi professionisti, si è trovato sovraccarico, causando disagi a tutto il sistema. Si sarebbe potuto usare fin dall’inizio lo zooprofilattico di Teramo, uno dei migliori laboratori d’Italia. Se la politica pensa solo di investire sulle strutture e dovesse esserci una recrudescenza del virus credo che tutto il sistema andrebbe in default. Bisogna spostare l’azione sul territorio per identificare, tracciare e trattare precocemente i casi sospetti. Dobbiamo lavorare perché i pazienti non arrivino in ospedale. Il Paese non si può permettere di vivere un altro periodo come questo. Ai politici, poi, in un momento come questo consiglio di investire il denaro pubblico bene” .

Un sassolino, Grimaldi, se l'è tolto anche nei confronti del governatore Marco Marsilio ha detto che sarebbe da fessi non utilizzare il denaro disponibile per fare un ospedale a Pescara.

“Sicuramente, ma forse è anche da fessi utilizzarlo male. In un momento in cui c’è chi rischia di non avere i soldi neanche per mangiare è un obbligo morale per tutti utilizzare bene il denaro pubblico”.

I consiglieri regionali si sono tagliati gli stipendi, però. “E’ un’elemosina. Non è possibile, con questa crisi, che un consigliere regionale guadagni in un mese ciò che un precario della sanità che combatte il Covid in prima linea guadagna in un anno. Non è populismo, è etica. E’ diverso”.

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