L’AQUILA – “Roberto Giannone è uno dei più bravi e seri dirigenti incontrati nella mia non breve esperienza amministrativa. È totalmente votato alla azienda e ha una solidità e di una integrità morale è una indipendenza che gli è riconosciuta da tutti”.
Il presidente della Gran Sasso acqua spa L’Aquila, Alessandro Piccinini, avvocato e probabile candidato del centrodestra alle elezioni regionali del prossimo anno, scende in campo a difesa del suo dirigente finito del mirino della Corte dei conti dopo una segnalazione di Anac, Autorità anticorruzione. Giannone rischia un processo contabile con danno erariale per 50mila eur ovvero il compenso percepito da Piccinini.
Secondo le contestazioni, nella veste di responsabile della trasparenza della Gsa, avrebbe dovuto impedire la nomina dello stesso Piccinini in quanto inconferibile per via di un incarico che lo avrebbe reso incompatibile perché liquidatore della società Euroservizi. Ma nonostante le indicazioni di Anac Giannone ha archiviato quel procedimento. Di qui l’interventi di Anac.
Ora, però, un decisione del Tar del Lazio che rimette gli atti per un caso simile (in Liguria) alla Corte costituzionale, riapre i giochi e tutto torna in discussione a sostegno delle tesi di Giannone.
“La procedura da lui adottata”, dice Piccinini, “è confermata da granitiche ed univoche sentenze del consiglio di stato che riconoscono la totale autonomia della figura dell’RPCT (responsabile anti corruzione) rispetto al parere rimesso dall’Anac con la arcinota delibera di inconferibilità. Sarebbe piuttosto da chiedersi perché Anac non ha impugnato il provvedimento di Giannone, come in altre situazioni analoghe ha fatto”.
“Per dimenticanza? Perché lo riteneva corretto? Questo evidentemente non lo sapremo mai. Per questo confido molto della magistratura contabile giudicante, la quale avrà modo di verificare come la tesi della procura non sia supportata da idonei elementi”.
“Detto questo, ritengo pure interessante citare una recente pronuncia del Tar Lazio ha osservato come la fattispecie di inconferibilità sopra indicata appare porsi in violazione degli artt. 3, 4, e 51 Cost., in quanto comporta in capo agli interessati (e in primo luogo al ricorrente) un’evidente limitazione del proprio diritto al lavoro (art. 4 Cost.) nonché della propria possibilità di accedere agli uffici pubblici (art. 51 Cost.), senza che una siffatta limitazione appaia proporzionata, ragionevole e adeguata in relazione alle specifiche finalità perseguite dalla normativa di cui agli artt. 1, commi 49 e 50, lett. la corte costituzionale si esprimerà su questa eccezione il 7 novembre. Chiaro che se accolta avrà effetti liberatori immediati anche per il giudizio contabile di Giannone dinanzi alla corte dei conti”.
Questo, in sintesi, il caso analogo pendente in Liguria. Infatti sarà la Corte Costituzionale a stabilire la conferibilità a Pietro Moltini degli incarichi di amministratore delegato di Amiu Genova e di manager di Ge.Am. e di Amiu Bonifiche. Lo ha stabilito il Tar del Lazio con un’ordinanza con la quale ha sospeso il giudizio instaurato dall’Amiu Genova per sollecitare l’annullamento della specifica delibera sul tema emessa dall’Anac nel marzo 2021.
L’Amiu è una società partecipata dal Comune di Genova che opera nel settore ambientale. Nel novembre 2019 Moltini divenne vicepresidente della società e Amiu chiese all’Anac un parere sulla scelta del Comune di Genova di nominarlo anche amministratore delegato di Amiu Genova.
In seguito al procedimento di vigilanza per gli incarichi detenuti da lui presso Ge.Am., Amiu Bonifiche, S.A.Ter. e Amiu Genova, l’Autorità anticorruzione li ha valutati non conferibili con nullità. Di qui il ricorso.
Il Tar ha sollevato la questione di legittimità costituzionale nelle parti dove prevede l’inconferibilità degli “incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di una provincia, di un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione” a coloro che nell’anno antecedente sono stati “presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte di province, comuni e loro forme associative della stessa regione”.
Download in PDF©