“I MENO ABBIENTI VERE VITTIME STRETTA BONUS 110%”. IACHINI, “GRAVE ANCHE STOP A SISMABONUS ACQUISTI”

di Filippo Tronca

21 Febbraio 2023 15:15

Regione - Economia

L’AQUILA –  “Di fatto le nuove norme restrittive dell’eco sisma bonus al 110% e di altri agevolazioni, come ad esempio il sismabonus per l’acquisizione degli immobili, importante anche per i crateri sismici 2009 e 2o16, colpiscono le persone di ceto medio-basso che senza più il meccanismo della cessione del credito a terzi, non hanno redditi adeguati per detrarre le tasse. Poco o nulla cambia per chi invece è un benestante, a cui lo Stato continuerà a pagare la ristrutturazione e messa in sicurezza della casa”.

A porre l’attenzione sull’aspetto sociale e di equità, forse poco considerato del decreto legge del 16 febbraio del governo di centrodestra di Giorgia Meloni, che ha introdotto una forte stretta sull’eco sisma bonus e altri bonus edilizi, eliminando la possibilità di trasferire crediti fiscali alle imprese e alle banche, è nell’intervista ad Abruzzoweb, da Federico Iachini, commercialista e amministratore unico della Giulianova Patrimonio.

La sua attenzione, mentre il governo è impegnato a trovare una mediazione con il mondo delle imprese in subbuglio, prevedendo “finestre” e “deroghe” ai bonus introdotti dal decreto 34 del 2020, del secondo governo di Giuseppe Conte, si focalizza in particolare su una tipologia di bonus diverso da quello del 110%, ovvero il sisma bonus acquisizioni, che, a dispetto del nome, vale ovunque e non solo per i crateri sismici italiani e prevede un bonus di 81.600 euro per l’acquisto di immobili da abbattere e ricostruire, con miglioramento della classe di sicurezza sismica. Ora però  non c’è più la possibilità di giovarsi dello sconto in fattura, appunto da 81.600 euro e relativa cessione del credito, alle imprese banche e intermediari veri, per chi non ha capienza fiscale. La detrazione andrà utilizzata esclusivamente dall’acquirente come detrazione quinquennale di imposta,  a valere sulle sue tasse, sempre che abbia un reddito medio alto. Chi non ha invece   registrato, entro il 16 febbraio, il preliminare di acquisto dell’immobile, dovrà tirar fuori i sondi di tasca sua, o  fare un mutuo, o gettare la spugna,  rischiando in questo caso di perdere anche la caparra eventualmente versata, se aveva già avviato l’iter di acquisto della casa.





“Facciamo prima di tutto chiarezza sui cosa è e come è nato il Sisma bonus acquisti – esordisce il commercialista -: dal 2013 chiunque comprava un immobile per effettuare una sostituzione edilizia, cioè un abbattimento e costruzione di un nuovo immobile più sicuro, aveva diritto ad una detrazione di massimo 96.000 euro, calcolata su un massimale in base alla classe sismica del miglioramento. Con due classi sismiche un cittadino aveva diritto a 81.600 di detrazione fiscale. Poi con il Decreto rilancio del governo  Conte, approvato in pieno covid per rilanciare l’economia, il governo decise di introdurre lo sconto in fattura, quindi  è stato possibile acquistare un appartamento supponiamo da 200mila euro, e godere per l’abbattimento e ricostruzione  di 81.600, questa volta però cedendo a terzi il credito, aspetto che ha ampliati di molto la platea dei fruitori, tanti anche in Abruzzo, che prima nona avevano la possibilità di accedere alla misura”.

Cosa è successo ora con il decreto del governo Meloni? Semplice, risponde Iachini: “viene meno la possibilità di ottenere lo sconto in fattura, e quindi di cedere a terzi questo credito da 81.600 euro sul prezzo della casa, e non è poca cosa pagare una casa, ad esempio, una casa nuova e sicura, 120mila euro, anzichè 200mila euro. Si salva chi ha registrato un preliminare di acquisto alla data del 16 di febbraio. Potrà  andare avanti e godere dello sconto pagato in ultima analisi dallo Stato,  solo chi ha ottimi stipendi che generano tasse detraibili per i prossimi cinque anni. Di fatto una minoranza della popolazione. Per gli altri,  per la stragrande maggioranza dei cittadini, la possibilità, senza capienza fiscale, è quella di fare un mutuo ancora più importante, con il  rischio che non possa essere finanziato in quanto si alza molto la rata, con l’aumento del costo dell’abitazione”.

Insomma, case belle e sicure, pagate tutte dallo Stato, solo per chi è benestante, tutti gli altri senza soldi, e senza possibilità di fare un mutuo, prosegue Iachini, “si presume che debbano rinunciare, con il rischio di perdere la caparra versata con la manifestazione di acquisto dell’abitazione ad un’agenzia immobiliare. Per un immobile di 200.000 euro la caparra può arrivare anche a 20.000 euro, e questi soldi sono persi, e il cittadino non potrà richiederli indietro, perché è cambiata la norma e non è più inadempiente il costruttore, ma l’acquirente”.

Per di più la stretta sul sisma bonus acquisti spiega ancora Iachini, “riguarda da vicino i crateri sismici del 2009 e 2016 dove tanti sono i ruderi che possono essere oggetto di abbattimento e ricostruzione. Calcoliamo che anche un immobile leggermente lesionato può essere oggetto di questa misura”.





Per Iachini, la stretta complessiva sui bonus fiscali, motivata dagli eccesivi consti per le casse dell0 Stato, è in sostanza “fine a se stessa”.

“Come noto dal 18 novembre,  l’ecosisma bonus al 110% non esisteva già più, ad eccezione di chi per quella data aveva nelle assemblea di condomino deliberato i lavori  e aveva  depositato la Cilas in Comune, per quest’ultima incombenza poi il termine è stato poi posticipato a fine anno. I lavori in corso con la nuova stretta non verranno assolutamente toccati,  la vera novità del decreto è la cancellazione della cessione dei crediti, a tutto svantaggio come detto dei cittadini non benestanti. E la seconda novità è che questa volta la stretta ha toccato anche altri bonus, oltre al sisma bonus acquisti, l’ecobonus  al 65%, o il bonus ristrutturazioni al 50%” .

L’INTERVISTA

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