IL CASO DELLA COPERTA CORTA DEI FONDI UE. RONCI, “46 COMUNI FUORI”, VERRECCHIA, “ALTRE RISORSE”

12 Novembre 2023 08:36

Regione - Economia

L’AQUILA – La strategia per frenare lo spopolamento delle aree interne, e per il riequilibrio economico e sociale del territorio abruzzese, utilizzando le risorse europee Fesr-Fse, per oltre 81 milioni di euro, ha “dimenticato per strada” 46 comuni abruzzesi.

Ad affermarlo è l’economista Aldo Ronci, in uno suo studio, sottolineando come i criteri e gli obiettivi alla base del programma, “lungi dal rispecchiare le indicazioni della Commissione Europea, hanno portato ad applicare per la nostra regione, due pesi e due misure. Studio ritenuto “strumentale” e fuorviante l capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia, secondo il quale invece i programmi comunitari, in base all’Accordo di partenariato devono essere limitate a specifici e contenuti territori e non possono coinvolgere tutti i comuni. Ma la Regione Abruzzo ha predisposto “una strategia territoriale regionale complessiva che, per garantire risorse a tutti i territori, prevede l’integrazione delle risorse e delle strategie comunitarie con ulteriori finanziamenti a valere sul fondo per le politiche della montagna e del Fondo Sviluppo e Coesione, assicurando in tal modo a tutti i comuni abruzzesi le risorse necessarie per lo sviluppo dei propri territori”.

Ha spiegato Ronchi nel suo studio, la Regione Abruzzo nel predisporre il Programma Regionale Fesr-Fse 2021-2027, con una delibera del luglio scorso ha scelto di suddividere il territorio regionale in sette “Aree Snai”, ovvero beneficiarie della Strategia nazionale delle aree interne, che ricomprendono 138 comuni, e otto “Aree funzionali urbane”, in base alla mobilità giornaliera, con 121 comuni.

La somma dei Comuni ricompresi nelle due aree sono 259, e i comuni in Abruzzo sono 305  “lo sconcertante risultato della esclusione di 46 Comuni”, non ricomprese in nessuna delle due categorie, e che ora non potranno accedere a finanziamenti e benefici.

Per Ronci invece per non escludere nessun Comune, bastava attenersi alle indicazioni della commissione Europea, e “da quanto correttamente previsto da uno studio coordinato da Roberto Mascarucci, professore ordinario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “G. D’Annunzio, che prevede la suddivisione del territorio regionale in sette “Aree urbane funzionali” che fanno riferimento alle Città di Pescara-Chieti, Teramo, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto.

Questi dunque i 46 comuni che non sono stati inclusi né nelle “Aree Snai” né nelle “Aree funzionali urbane”.

In provincia dell’Aquila, Ateleta, Campo di Giove, Cansano, Castel di Sangro, Pacentro, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Rivisondoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Rocca Pia e  Roccaraso

In provincia di Pescara, Abbateggio, Bolognano, Bussi sul Tirino, Caramanico Terme, Castiglione a Casauria, Catignano, Civitaquana, Cugnoli, Lettomanoppello, Loreto Aprutino, Pescosansonesco, Pietranico, Roccamorice, Salle  San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant’Eufemia a Maiella, Serramonacesca, Tocco da Casauria





In provincia  di Chieti, Altino, Bomba, Carpineto Sinello, Casalanguida, Casoli, Dogliola, Fresagrandinaria, Furci, Gissi, Guilmi, Liscia, Palmoli. San Buono, Tornareccio e Tufillo.

Infine in provincia di Teramo la sola Cellino Attanasio.

Per i 46 comuni esclusi, spiega Ronci, è ora prevista “una delle seguenti alternative: l’inserimento tra le Aree funzionali urbane, a condizione che ci sia la contiguità territoriale e che sia presentata una motivata richiesta da parte delle Coalizioni Territoriali. Oppure l’inserimento tra le Aree Snai, se sono soggetti alle dinamiche di spopolamento e presentano le caratteristiche di perifericità. Di fatto, a oggi, questi comuni restano però fuori dalle strategie territoriali e possono essere definiti Comuni esclusi”.

 Il  programma regionale  che gode dei finanziamenti Fesr-Fse 2021-2027, alla “priorità 5”, si pone l’obiettivo di “riequilibrare l’Abruzzo per un benessere diffuso”, mediante la realizzazione di interventi a favore delle Aree Urbane l’individuazione delle aree urbane abruzzesi attraverso, “l’analisi delle esigenze di sviluppo e delle potenzialità dell’area, comprese le interconnessioni di tipo economico, sociale e ambientale”, “la descrizione dell’approccio integrato per dare risposta alle esigenze di sviluppo individuate e per realizzare le potenzialità dell’area” e infine “la descrizione del coinvolgimento dei partner”.

Ebbene, si legge nello studio, nell’allegato 1 alla delibera regionale 410 del 10 luglio 2023, “Strumento di approfondimento per definire la configurazione geografica delle Strategie Territoriali” si forniscono gli elementi conoscitivi necessari alla definizione della configurazione territoriale di ciascuno dei sistemi locali interessati dalle Strategie Territoriali.

La configurazione dei sistemi urbani è avvenuta suddividendo il territorio regionale in due aree: le “Aree Snai” e le “Aree funzionali urbane”, delimitate sulla base della mobilità giornaliera.

Le Aree Snai sono composte da 138 comuni e sono state individuate sulla base della distanza dai Poli e si prefiggono soprattutto di sostenere “i presidi di comunità nei territori interni, per la produzione di servizi eco sistemici, la manutenzione attiva del territorio e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali”.

Queste le sette “aree Snai”: “Alto Aterno, Gran Sasso, Laga”, “Valfino Vestina”, “Subequana”, “Valle del Giovenco – Valle Roveto”,  “Basso Sangro Trigno”, “Alto Sangro – Valle del Sagittario”, “Piana del Cavaliere – Alto Liri”

La Regione Abruzzo ha poi individuato otto “Aree funzionali urbane”, la cui delimitazione è stata effettuata sulla base della mobilità giornaliera, ossia sono stati costruiti cluster, ovvero sistemi di comuni confinanti, “in cui i cittadini effettuano la maggior parte dei loro spostamenti non solo per motivi di lavoro ma anche per motivi legati alla gestione personale e familiare, alla funzione sociale e ricreativa e a quella educativa e che, di norma, sono organizzate intorno ad un comune di rango relativamente superiore a quelli che lo circondano”.

In queste 8 Aree la Regione si prefigge “di promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale”.





Le otto aree funzionali urbane, sono composte da 121 comuni, e sono “Teramo-Val Vibrata-Costa teramana”, “Pescara”, “Chieti”, “Lanciano”, “L’Aquila”, “Sulmona”, “Avezzano” e “Vasto”

“Il risultato – chiosa Ronci – è che sono 46 comuni esclusi dai potenziali benefici del Programma regionale Fesr-Fse 2021-2027. Ed è evidente che i due tipi di Aree, sono stati individuati sulla base di criteri ed obiettivi diversi tra di loro e, comunque diversi anche da quelli fissati dalla Regione stessa e dalla Commissione Europea”.

Veniamo dunque alla replica di Verrecchia.

“La strategia territoriale complessiva, composta da singole e parziali strategie territoriali attuative dei programmi comunitari e delle risorse regionali e nazionali, è stata predisposta per finanziare ogni comune della Regione Abruzzo – afferma il consigliere regionale -. E’ evidente che le analisi divulgate alla stampa sulla materia sono del tutto parziali, muovendo inopportune sensibilità di esclusione, sicuramente deficitarie delle complete informazioni sulle strategie regionali e, probabilmente, politicamente di parte visto il momento pre elettorale”.

Lo studio di Ronci dunque è “strumentale, fuori dal contesto che da mesi alimenta i programmi territoriali della Regione, ed è una trattazione della tematica che non si è nemmeno curata di comprendere il passaggio significativo tra la programmazione antecedente e quella attuale. Le strategie territoriali contenute nei programmi comunitari, cui gli articoli emersi sulla stampa fanno riferimento, coinvolgono oggi oltre l’87% dei comuni abruzzesi, interessano il 96% della popolazione e abbracciano l’89% del territorio regionale. I suddetti articoli avrebbero dovuto raccontare che il ciclo di programmazione 2014-2020 della Regione Abruzzo prevedeva il coinvolgimento di soli 114 Comuni mentre grazie ad un lavoro di ridefinizione dei criteri ed ampliamento delle attività, nel nuovo ciclo di programmazione 2021-2027, le medesime strategie coinvolgono 266 comuni, cioè più del doppio”.

“Inoltre – aggiunge – sempre a differenza del passato, i comuni non perimetrati nella logica delle Strategie Territoriali (ripartite tra 128 comuni delle aree urbane e 138 delle aree interne cosiddette SNAI poiché ricadenti nella strategia nazionale), beneficeranno delle opportunità derivanti, tra l’altro, dal Fondo di politiche per la Montagna che consentirà di distribuire a 41 comuni abruzzesi circa 16 milioni di euro. Ne sono esempio i bandi recentemente pubblicati e già presentati alla stampa su servizi e strumenti di digitalizzazione nelle scuole, impianti di produzione di energia rinnovabile e mobilità sostenibile e green Community. Ma la strategia territoriale della Regione Abruzzo prevede ancora ulteriori fondi, come quelli messi a disposizione per contrastare lo spopolamento, si tratta di oltre 10 milioni di euro e, infine, la misura per gli enti territoriali prevista su FSC 2021-2027 che permetterà di completare la strategia complessiva raggiungendo tutti i comuni e consentendo di perequare le risorse a favore di chi, per qualsiasi motivo, ha beneficiato meno delle altre risorse economiche. Nessun comune e nessun territorio è, pertanto, escluso dalle strategie regionali di sviluppo, al contrario, il motto seguito dalla programmazione regionale resta ‘mettere insieme le forze per non lasciare indietro nessuno’”.

“Le strategie territoriali sono il frutto di percorsi che nascono dal basso, da territori che decidono di mettere insieme le proprie piccole strategie di sviluppo e le 7 aree Snai abruzzesi sono il risultato tangibile di questo approccio. Si tratta di tempi lunghi di percorrenza in cui la logica non è la spartizione di un tesoretto ma quella di iniziare ad immaginare, in maniera congiunta, lo sviluppo di un territorio nell’ottica di quel benessere diffuso che il presidente Marco Marsilio ha immaginato e sta attuando per il nostro Abruzzo. Questa amministrazione regionale ha rafforzato la programmazione unitaria, ha ascoltato i territori e sta provando a gestire in maniera sartoriale tutte le esigenze, non escludendo da possibili risorse nessun comune, nessun abitante, nessuna impresa. E nessun allarme, dunque, esclamano i tecnici. Al momento il tema non è l’entità delle risorse, che ci sono per tutti, ma la capacità degli enti di saperle spendere e bene. E su questo aspetto l’esecutivo regionale sta mettendo a sistema tutte le risorse di assistenza tecnica e di capacità amministrativa disponibili sui programmi nazionali ed europei finanziati dai Fondi per la Coesione. E’, infatti, partito con il riconoscimento del Ministro Zangrillo l’innovativo progetto Hub delle competenze”, conclude il capogruppo Fd’I.

 

 

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