IL GUERRIERO MI PARE STRANO: IL DOCUFILM DELL’ABRUZZESE CONSORTE ARRIVA NELLE SALE DI ROMA

di Alessandro Germano

22 Novembre 2023 12:01

Italia - Cultura, Spettacoli

L’AQUILA – Dall’Abruzzo a Roma, grande successo per il docufilm “Il Guerriero mi pare strano” del regista Alessio Consorte, che arriva a conquistare la Capitale.





“Con ‘Il Guerriero mi pare strano’ un buon numero di pubblico è tornato nelle sale a vedere il mio nuovo lavoro, e per me è una grande soddisfazione”, le parole di Consorte, presente nella serata di ieri nelle sale del Cinema Multisala Lux di Roma, che con le sue inchieste trasporta al di fuori dei confini della ragione aspetti inediti sulla storia dell’Abruzzo.

“L’importanza di questo tour nelle sale è strettamente collegata al precedente documentario ‘Decumano Maximo’, in cui tratto della guerra tra romani e italici dal 91 a.C., e nello stesso periodo, per la prima volta, viene coniata su una moneta la parola ‘Italia’ e quindi oggi, per modo di dire, potremmo definirli i primi italiani. Questo film, che ho portato nelle sale in un periodo storico interessante, ha raccolto un importante numero di pubblico ed è grazie proprio a quel precedente tour se oggi cinema importanti mi aprono nuovamente le sale”.

L’interessante documentario di Consorte, si incentra sul celebre Guerriero di Capestrano, andandone a sviscerare la storia e arrivando a mettere in dubbio il periodo storico di realizzazione e l’autenticità della statua, diventata il simbolo della Regione Abruzzo.





Partendo proprio da una curiosa lettera di padre Antonio Ferrua, venuta alla luce durante le ricerche per il precedente documentario “Decumano Maximo”, nella quale, l’archeologo dello Stato Pontificio, sosterrebbe di essere venuto a conoscenza del fatto che il Guerriero di Capestrano sia un presunto falso fabbricato da un antiquario di Napoli.

Il regista abruzzese si è quindi concentrato nel portare avanti questa tesi, riscontrando, come sottolineato dallo stesso autore, non poche difficolta nel condurre ricerche sul manufatto di Capestrano: “È stato molto difficile portare a termine questo lavoro, ho subito ostracismo, offese e indifferenza, ma tutto questo mi ha dato la possibilità di andare oltre e raggiungere obiettivi che neanche io mi sarei aspettato”.

Studiando ed analizzando nel dettaglio le ambiguità e i misteri che circondano il celebre manufatto, presentando anche all’interno della pellicola delle documentazioni inedite riguardanti la pigmentazione della statua, il regista è giunto a conclusione che: “Il Guerriero di Capestrano è un falso di epoca fascista”, e non a caso, nella parte finale del flim, Consorte arriverà a fare una bizzarra associazione tra il volto del celebre Guerriero e quello di una delle figure più controverse della storia del nostro Paese.

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