L’AQUILA – Una voce clamorosa nella politica abruzzese: potrebbe tornare in campo Filippo Piccone, il 63enne imprenditore più volte parlamentare e consigliere regionale ed ex storico sindaco della ‘sua’ Celano, comune di circa 10mila abitanti in provincia dell’Aquila. E ci tornerebbe con il suo primo amore, Forza Italia, con quale è stato eletto per la prima volta ad una carica importante, quella di consigliere regionale nel 1995, nelle elezioni vinte dal centrosinistra di Antonio Falconio.
A suffragare la ipotesi il fatto che secondo quanto si è appreso, Piccone, imprenditore di successo e politico dal carattere determinato ma dotato di una chiara empatia, sarebbe il protagonista, in questi ultimi tempi, di una campagna di tesseramento per Forza Italia, prorogata a fine novembre dopo che la scadenza era stata fissata a fine ottobre: l’azzurro starebbe facendo incetta di tessere tanto che avrebbe superato già le circa 1,500 tessere, in questa fase molto importante per ridisegnare la geografia del potere in Abruzzo dei forzisti, dati in forte crescita, e che alle regionali di marzo hanno ottenuto un ottimo 13,4%
A quanto trapela, il politico marsicano avrebbe condiviso il suo nuovo progetto politico con il livello nazionale: per cui non sarebbe in parola con la dirigenza locale, rappresentata al più alto livello dal segretario provinciale dell’Aquila, Gabriele De Angelis, ex sindaco di Avezzano e ora presidente della Tua, la società regionale del trasporto pubblico, e neppure con il coordinatore regionale, il deputato e padre padrone del partito in Abruzzo, Nazario Pagano, in sella dal 2013.
Piccone da decenni ha la sua sede strategica dei suoi affari a Roma, dove risiede, non disdegnando di frequentare con una certa assiduità la sua Celano, e avrebbe piuttosto preso questa decisione d’intesa con big nazionali del partito facendo quindi affidamento sulle sue importanti relazioni nella capitale.
A spingere l’ex sindaco di Celano dove è una vera e propria istituzione, potrebbe essere stata la voglia di prendersi una rivincita e un riscatto rispetto alla clamorosa vicenda giudiziaria che lo ha travolto e profondamente provato nel 2021, e che lo ha portato addirittura in carcere per 18 giorni. Una inchiesta quella denominata “Acqua fresca”, coordinata dalla Procura di Avezzano, condotta dai pm Andrea Padalino e Lara Secaccini, che ben presto si è sgonfiata tanto che il Tribunale del Riesame ha ridimensionato le misure cautelari con Piccone che ha riconquistato la libertà. E poi con le accuse più gravi decadute.
Le indagini erano deflagrata nel febbraio del 2021 per presunti appalti pilotati al Comune di Celano, quando Piccone era vicesindaco, con 52 indagati e 25 provvedimenti cautelari per amministratori, funzionari, professionisti e imprenditori, e con il coinvolgimento anche del sindaco Settimio Santilli, suo fedelissimo, finito invece agli arresti domiciliari.
Il processo è iniziato solo il 18 settembre scorso, ma già all’esito dell’udienza preliminare di maggio, con gup Daria Lombardi, i rinviati a giudizio sono 26, molti meno rispetto agli iniziali indagati e sono rimasti in piedi solo alcuni dei reati inizialmente ipotizzati.
In particolare è caduta l’accusa di peculato, quella alla base per i pm del “sistema Celano”, e per Piccone e Santilli in particolare restano in piedi rispettivamente 8 e 5 capi d’accusa, tra cui la turbativa d’asta relativa alla riqualificazione di tre rioni di Celano, per Piccone, e la turbativa relativa alla selezione dei professionisti e falso per gli atti relativi ai fondi per una società sportiva e per un premio letterario a carico invece del primo cittadino. Per entrambi è caduta anche l’accusa più grave di corruzione ed ora sul processo grava comunque la concreta ipotesi della prescrizione.
Figlio del noto imprenditore Ermanno Piccone, fondatore dell’azienda di famiglia e presidente per anni della squadra di calcio di Celano, scomparso nel 2018, Filippo Piccone oltre ad essere stato consigliere regionale, dal 2004 al 2014, con una pausa commissariale, è stato sindaco della sua città, eletto con una lista civica di centrodestra.
Alle elezioni politiche del 2006 è stato eletto al Senato nelle liste di Forza Italia, e alle elezioni politiche del 2008 è stato confermato senatore, tra le file del Popolo della Libertà.
E’ diventato in seguito coordinatore regionale in Abruzzo del Pdl e il suo nome venne dato come possibile candidato del centrodestra per le elezioni regionali del 2008, anche se la scelta ricadde poi su Giovanni Chiodi, ex sindaco di Teramo.
Alle elezioni politiche del giugno 2013 è arrivata l’elezione alla Camera, e a novembre dello stesso anno, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, ha aderito al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano. A marzo 2017, con lo scioglimento anche del Nuovo Centrodestra, è entrato in Alternativa Popolare, ma dopo pochi mesi è andato via criticando la scelta del partito di allearsi con la coalizione di centrosinistra.
Infine a dicembre 2017 la decisione, per motivi personali, di dimettersi da deputato e a subentrargli nell’ultimo scampolo di legislatura è stato l’avezzanese Massimo Verrecchia, come primo dei non eletti, oggi capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, al suo secondo mandato.
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