L’AQUILA – “Voi stessi avete fatto conferenze stampa, urlando al mondo quanto noi stessimo spendendo in fitti passivi. Ebbene, proprio con questo nuovo edificio pubblico, tante di quelle sedi che attualmente sono all’interno di strutture private, per i quali paghiamo l’affitto, verranno meno, con grande risparmio per le casse comunali. Non stiamo curando l’interesse di un privato, ma esclusivamente quello pubblico”.
Ma quale “spreco di soldi” e “regalo ai privati”: l’acquisto da parte del comune dell’Aquila per 5 milioni di euro dagli eredi della famiglia Ricci dell’ex ufficio del catasto in via Filomusi Guelfi, a poche centinaia di metri dall’autoparco e dalla stazione ferroviaria, rappresenta un “ottimo investimento”, e le critiche sono “strumentali”: questo in soldoni ha risposto a muso duro il capogruppo di Fratelli d’Italia, Leonardo Scimia nell’ultimo consiglio comunale, alle opposizioni del centrosinistra, che hanno urlato allo scandalo. La delibera è stata dunque approvata dal centrodestra del sindaco Pierluigi Biondi di Fdi, nella stessa seduta, ma dopo un duro scontro in aula. Un acquisizione sottolinea con forza il consigliere che consentirà anche al Comune di cedere, come parziale corrispettivo, appartamenti acquisiti con il meccanismo dell’abitazione equivalente, che comportano una ingente spesa in termini di manutenzione.
In particolare Stefania Pezzopane del Pd, ha giudicato questo acquisto “una decisione grave dal punto di vista amministrativo e contabile”, perché ha spiegato, “è assurdo che dopo aver annunciato una sede diffusa in centro storico con immobili comunali, in Comune vada in direzione opposta, sebbene si disponga di proprietà pubbliche rilevanti. Un immobile che non ha mercato ed acquistato senza nemmeno una vera trattativa economica”.
La vicenda si inserisce nella battaglia delle opposizioni contro i fitti passivi di oltre un milione di euro ogni anno spesi da Comune per le sue sedi, mentre invece è stato accantonato il progetto della sede unica comunale, nell’area di sua proprietà all’autoparco, vicino alla stazione ferroviaria, per i quali erano da anni disponibili le risorse necessarie, circa 35 milioni di euro. Un progetto che ebbe come maggior fautore l’ex assessore del Pd Pietro Di Stefano, con il centrosinistra di Massimo Cialente.
Diametralmente opposta la posizione di Scimia, che di professione fa l’ingegnere.
“Al di là tutti gli interventi dei consiglieri di opposizione – ha esordito – penso che l’unica domanda che è stata posta, degna di poter avere una risposta netta, è quella della consigliera Simona Giannangeli ovvero, ‘cosa diremo alla città domani?’. E io penso che la risposta sia evidente: con questa delibera si andrà a produrre la presenza dentro al patrimonio comunale di uffici pubblici che migliorerà notevolmente la gestione del Comune, quindi andremo a dare migliori servizi ai cittadini”.
Scimia ha poi assicurato che “ottimizzeremo anche i collegamenti con la nuova sede, realizzeremo ulteriori parcheggi, in una zona dove c’è la presenza di altri uffici non solo del Comune, ricordo in primis il Tribunale e l’Agenzia delle Entrate”.
Il contratto di vendita sottoscritto con i proprietari privati dell’immobile, Stefania Marchetti, Valentina Ricci, Federica Ricci e Antonella Ricci. prevede poi che una parte dei 5milioni potrà essere pagato “mediante permuta con immobili facenti parte del patrimonio comunale”, “comprensivi delle pertinenze, e parti comuni”.
Per Scimia anche questo è un motivo in più per ritenere giusta la scelta: “il nostro patrimonio immobiliare così vasto rappresenta un costo per le casse del Comune, basti pensare alle manutenzioni ordinarie, ma soprattutto a quelle che saranno le manutenzioni straordinarie, banalmente anche ai costi legati alla quota condominiale che noi siamo costretti a sostenere”, ribadendo le perplessità sulla famigerata “sostituzione edilizia” del post-sisma, decisa con il centrosinistra, ovvero gli appartamenti incamerati e ricostruiti dal Comune, con i proprietari che hanno ricevuto i soldi per comprarsi casa altrove.
Altro argomento esibito da Scimia è quello del consumo di suolo: “andremo ad evitare la costruzione di un nuovo fabbricato più grande, perché il progetto della sede unica tanto voluto dalla passata amministrazione di centrosinistra, avrebbe occupato maggior spazio, e quindi c’era un consumo al suolo pubblico ben superiore, per di più in una zona a rischio idrogeologico”.
A seguire un altro affondo: “voi rappresentate un centro storico deserto e desolato, anche se non è così. Ebbene, vi ricordo però che era proprio l’ipotesi della sede unica all’autoparco ad essere contro il ripopolamento del centro storico, e c’era chi anche nelle vostre file che per questa ragione era contrario, affermando che c’erano edifici pubblici per poter realizzare uffici dentro al centro storico dell’Aquila. E noi, invece, stiamo ricostruendo in centro storico molti palazzi pubblici che daranno ulteriori servizi, e contribuiranno ad aumentare le residenze”.
Concludendo: “andare a acquistare un immobile per 1.300 euro circa metro quadrato non credo proprio sia un qualcosa di svantaggioso per l’interesse dell’ente, stiamo anzi facendo un grande servizio per la città”.
Download in PDF©