IMPIANTI SCI, STOP FINO AL 5 MARZO: “RISCHIO VARIANTI”. “ENNESIMA MAZZATA, LA STAGIONE E’ FINITA”

MINISTRO SPERANZA FIRMA NUOVA ORDINANZA, DIVIETO VALIDO FINO A SCADENZA DPCM: "GOVERNO DI IMPEGNA A COMPENSARE CON RISTORI"; OPERATORI MONTAGNA SUL PIEDE DI GUERRA: "BUTTATI 20 MILIONI IN UNA SETTIMANA"

14 Febbraio 2021 19:25

Italia - AbruzzoWeb Turismo, Sanità

L’AQUILA – A poche ore dalla apertura fissata per il 15 febbraio e dopo almeno tre date rinviate nei mesi scorsi, salta ancora il ritorno all’attività al pubblico per le stazioni sciistiche.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm del 14 gennaio.

Il provvedimento, spiega il ministero, tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante UK e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi. La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus SARS-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania.

Nel verbale del 12 febbraio, il Comitato Tecnico Scientifico, con specifico riferimento alla riapertura degli impianti sciistici nelle Regioni inserite nelle cosiddette “aree gialle”, afferma che “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”. Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori.

Nell’Abruzzo diviso a metà per due settimane lo stop era già cosa certa con le province di Pescara e di Chieti in zona rossa, a seguito dell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Marco Marsilio, e le province dell’Aquila e di Teramo arancioni, dopo l’esame degli indicatori da parte della Cabina di regia nazionale.





E così ancora una volta, le località invernali, pronte ad aprire i battenti, hanno dovuto rinunciare per i divieti legati alla nuova condizione. Delusione e preoccupazione, soprattutto per i bilanci in profondo rosso, caratterizzano i gestori “che mai come quest’anno possono vantare una presenza di neve record”.

“Eravamo pronti dopo aver messo in campo ottimi sforzo per l’adeguamento alle nuove linee guida, ora invece è tutto bloccato. È una beffa vista anche la tantissima neve che c’è – spiegano concordi – Ora, facciamo appello al nuovo Governo, alla Regione per avere sostegni”.

“Per l’economia delle Regioni è una mazzata all’ultimo secondo, perché dopo due rinvii arriva un altro stop. Le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma si rispegne una macchina che si era messa in moto nel rispetto delle regole”.

Lo ha detto il Coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario, commentando l’ordinanza del ministro per la Salute che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021.

“Il blocco dello sci di stasera per domani è gravissimo. La stagione è finita, per molti operatori che in questi istanti mi hanno confermato che non apriranno più”. È Marco Bussone, presidente dell’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni e delle comunità e Enti montani, a lamentare così che “il no all’apertura degli impianti arrivato in questi minuti non trova d’accordo i Comuni montani, insieme a tutti gli operatori economici.





“Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest’ultima settimana. Uno spreco. Ora contiamo i danni, che in settimana – avverte – dovranno essere rimborsati con adeguati ristori. Per il personale serve immediatamente un’indennità, la cassa integrazione. Il governo Draghi si attivi immediatamente”, chiede ancora.

“Ora speriamo di aprire agli inizi di marzo ed arrivare fino ad aprile, alla lice degli oltre tre metri di neve, per avere una coda stagionale che non salverà il bilancio per il quale siamo rassegnati,  ma che ci permetterà di far sciare quanti stanno aspettando di mettere piede sulla neve. Stiamo col morale sotto i piedi, continuiamo a lavorare e poi non si riapre impianti, abbiamo gettato al vento tanto lavoro, dice Dino Pignatelli, amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso, sodalizio pubblico controllato dal Comune dell’Aquila che gestisce la stazione di Campo Imperatore, nel versante aquilano del massiccio aquilano.

“Siamo arancioni e il 15 non potremo aprire – spiega Gennaro Di Stefano, direttore della stazione di Campo Felice, nel comune aquilano di Rocca di Cambio, del quale è sindaco – È una ulteriore beffa, era tutto pronto, continueremo a stare aperti solo per i maestri di sci che stanno facendo il corso e per gli agonisti, speriamo che i numeri dei contagi si abbassino, speriamo di aprire ai primi di marzo, anche se la stagione è definitivamente compromessa. Ed è un vero peccato visto che c’è tanta neve: solo questa notte sono scesi altri 40 centimetri”.

Sia a Campo Imperatore sia a Campo Felice, si fanno i conti con bilanci ed assunzioni mancate “con famiglie in difficolta”. Sul Gran Sasso lavorano 23 persone compresa l’amministrazione, con la apertura né sarebbero stato assunti un’altra decina “abbiamo dovuto bloccare procedimenti già attivati – spiega Pignatelli. A Campo Felice, stazione gestita dalla famiglia Lallini – operano dieci dipendenti. “Ma se apriamo, assumeremo una settantina di persone, che con l’indotto diventano 70. Con la scuole sci e l’indotto 200 famiglie sono ferme e senza entrate. Facciamo appello ai decisori politici, tanta gente e tanti imprenditori sono in grande difficoltà – conclude Di Stefano.

Stessa situazione viene vissuta nella stazione sciistica di Ovindoli (L’Aquila) gestita dalla famiglia Bartolotti, in particolare Giancarlo Bartolotti e la figlia Desideria, con il direttore di esercizio, Daniele Pignatelli.

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