COSTA CARO IL 'PASTICCIO' PER AUTORIZZAZIONE CONCESSA E POI REVOCATA DA UFFICI, PER REALIZZAZIONE OPERA A COLONNELLA, SOCIETA' AVEVA CHIESTO, PRIMA DI ACCETTARE TRANSAZIONE, 57 MILIONI DI EURO

IMPIANTO BIOMASSE SAGITTA: VARIAZIONE BILANCIO, REGIONE SBORSA 4,5 MLN DI DANNI

di Filippo Tronca

30 Ottobre 2019 06:41

Regione - Politica

L'AQUILA – Poteva andare peggio, ma ad aprire il portafoglio saranno sempre e comunque i cittadini contribuenti abruzzesi, per tirare fuori ben 4,3 milioni di euro, che, magra consolazione, sono comunque molto meno dei 57 milioni paventati.

Nella giunta regionale del 23 ottobre, è stata infatti approvata, su proposta dell'assessore al Bilancio, Guido Quintino Liris, un provvedimento di adeguamento contabile necessario al pagamento della transazione tra la Regione Abruzzo e la società Sagitta Immobiliare srl, per mettere una pietra sopra all'annoso contenzioso esploso a seguito della mancata realizzazione dell'impianto a biomasse da 6 megawatt a Colonnella, in provincia di Teramo. Progetto naufragato e con grossi danni per la società, e che davanti al Tar aveva fatto una richiesta danni di 57 milioni di euro alla Regione, che prima gli aveva dato l'autorizzazione, e poi l'ha revocata. 

La delibera del 23 ottobre, in realtà non è che la logica conseguenza – trovare i denari –  a quella  approvata il 7 febbraio, dalla ex giunta di centrosinistra guidata da presidente vicario, Giovanni Lolli, uno degli ultimi atti della legislatura di centrosinistra, che ha chiuso la transazione con i legali della società, che si sono accontentati di 4,7 milioni, in cambio della rinuncia  a tutti i ricorsi in essere.





Alla base della decisione la presa d'atto che l'ente si sarebbe esposto, con un assai probabile esito sfavorevole del contenzioso al Tar, ad esborsi ben più consistenti.

Questa in sintesi la ricostruzione dell'incredibile vicenda. La Sagitta nel 2011, quando alla Regione c'era il centrodestra di Gianni Chiodi, aveva avviato uno studio di fattibilità per realizzare sei impianti a biomasse, da 996 chilowatt ciascuno, in tutto quasi 6 megawatt, ottenendo l’autorizzazione il 10 luglio 2012 con una determina dirigenziale del servizio Politica energetica della Regione, a firma della dirigente Iris Flacco. Il centrodestra era del resto favorevole a questo intervento. Si è registrata pero' la levata di scudi dei comitati cittadini e degli ambientalisti, che vedevano quell'impianto a biomasse con il fumo negli occhi, perchè troppo vicino a colture di pregio, in particolare quelle vitivinicole, e ritenuto devastante per la vocazione turistica delle colline della Val Vibrata. 

Il Comune di Colonnella ha fatto ricorso al Tar chiedendo l'annullamento dell’autorizzazione concessa dalla Regione Abruzzo, quando già la Sagitta aveva già cominciato ad effettuare i lavori di realizzazione dell'impianto.

A questo punto la Regione nell'ottobre del 2014, e dunque con il centrosinistra salito al potere, ha fatto un clamoroso dietrofront, e lo stesso Servizio politiche energetiche che aveva dato l'autorizzazione, ha dichiarato  la decadenza del titolo autorizzativo, sostenendo che il cantiere dell'impianto a biomasse doveva essere avviato entro un anno, cosa che per gli uffici regionali non era avvenuto.





A quel punto a fare ricorso al Tar è stata la Sagitta. Mentre, nell'intricata vicenda, lo stesso Tar aveva intanto accolto il ricorso del 2012 del Comune di Colonnella, dandogli ragione. Affermando anche, in un passaggio chiave,  che la Regione non poteva dare l’autorizzazione, come sostenuto dal Comune di Colonnella, evindenziando difetti e illeggimità nell'iter, in particolare nel modo in cui è stata istruita la conferenza dei servizi. 

A questo punto la Sagitta, costretta ad abbandonare il progetto, ha avuto però la strada spianata nella richiesta di risarcimento danni, proprio perchè lo stesso Tar, ha messo sotto accusa l'operato della Regione, che ha indotto  di fatto la  società a spendere soldi per cominciare a realizzare l'opera con un autorizzazione in tasca, per poi revocarla. Un pasticcio valutato nel ricorso del dicembre 2015, in 47 milioni per perdita di chance, ovvero di mancata produzione e vendita di energia, 3,5 milioni per danno emergente e 4 milioni per danno d’immagine.

Altro errore, dal punto di vista della tattica giuridica, da parte della Regione,  è stato non impugnare subito la sentenza favorevole al Comune di Colonnella, che ha bloccato l'opera, e che però inchiodava la Regione alle sue responsabilità nell'aver prima concesso e poi ritirato l'autorizzazione.

Ma  pagare il conto, saranno ora in cittadini, in tre comode rate.

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