L’AQUILA – “Pur rimanendo valido il quadro probatorio su cui si fonda l’intera misura cautelare”, tornano al lavoro ma con dei distinguo i tre dipendenti della Asl provinciale dell’Aquila, un medico e due amministrativi, sospesi il 21 agosto scorso dal servizio e dal pubblico ufficio in seguito al coinvolgimento nella inchiesta della Procura della repubblica del capoluogo regionale su un appalto, mai affidato, per l’acquisto di apparecchiature mediche destinate a un presidio chirurgico dell’azienda sanitaria aquilana.
È quanto emerge da una nota dei carabinieri dell’Aquila che stanno indagando sulla vicenda e che avevano notificato i provvedimenti do sospensione lo scorso 21 agosto.
All’esito degli interrogatori di garanzia avvenuti questa mattina, il Gip Christian Corbi ha deciso di reintegrare al lavoro il primario del reparto di chirurgia vascolare dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Gennaro Bafile, 59enne luminare della materia, e i due funzionari dell’azienda sanitaria aquilana Michela D’Amico, dimessasi da assessore comunale a Castel di Sangro (L’Aquila), dove è rimasta consigliere comunale, già indagata in un altro procedimento sugli appalti Asl, e Carlo Fruttaldo, originario di Sora (Frosinone).
Il Gip ha differenziato il provvedimento: infatti, ha concesso il ripristino delle sole funzioni per lo svolgimento dell’attività medica da parte dirigente sanitario indagato, “garantendo, così, – come si legge nella nota dei Cc – il buon andamento della Sanità pubblica nell’esclusivo interesse del cittadino”, rimanendo ferme le sospensioni delle funzioni sotto il profilo amministrativo”.
Gli altri due indagati, non esercenti l’attività medica, saranno ricollocati presso altre unità operative dell’azienda sanitaria e non potranno occuparsi di procedure di evidenza pubblica.
Ai tre vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di turbata libertà di scelta del contraente, concussione e falsità ideologica. Nella vicenda la Asl si configura come parte offesa del reato.
Nella vicenda, che ha destato molto scalpore e nell’ambito della quale il pm aveva chiesto al Gip le misure cautelari degli arresti domiciliari, figura come cofirmatario del bando, anche una quarto indagato, il dirigente del Bilancio Paolo Spaziani, non oggetto di misure cautelari.
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