APPALTI OSPEDALE L’AQUILA: ASL PARTE CIVILE, MA TUTTO DA RIFARE PER BAFILE

di Gianpiero Giancarli

22 Gennaio 2025 20:04

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Subisce uno stop l’inchiesta su presunte irregolarità di due appalti riguardanti l’Asl dell’Aquila (peraltro mai divenuti operativi) che vede imputate cinque persone tra cui due primari e tre funzionari amministrativi, accusati  a vario titolo (e non per tutti) di reati che vanno dalla turbativa d’asta, al falso e alla concussione. Accuse ancora molto lontane dalla dimostrazione mentre tutti i sospettati respingono le contestazioni.

Il Gup Tommaso Pistone ha rilevato, su indicazione dei legali, la mancata comunicazione dell’atto di chiusura delle indagini, il 415 bis, mai inviato a uno degli avvocati del primario Gennaro Bafile, ovvero il legale teramano Guglielmo Marconi (l’altra è Francesca Bafile) per cui il fascicolo è tornato al pm che dovrà rifare l’avviso e poi anche la richiesta di rinvio a giudizio per il solo Bafile. Il quale, in relazione al 415 bis, potrebbe anche presentare memorie e farsi interrogare.





Per via di questo intoppo non da poco il gup ha rifissato per tutti l’udienza preliminare per il 18 giugno nella speranza che la posizione del medico venga ridefinita in modo da essere in linea con quella degli altri 4. Intanto l’Asl si è costituita parte civile insieme alla società Gore & associati.

L’inchiesta dei carabinieri verte su due bandi che, secondo l’accusa, sarebbero stati “pilotati” per favorire una specifica società, la Medtronic Spa (non indagata), specializzata nella fornitura di presidi chirurgici. La Procura ha contestato ai coinvolti vari reati legati alla gestione delle gare d’appalto, sostenendo  che siano state predisposte per garantire un vantaggio a Medtronic a scapito di altre aziende concorrenti.

Nello specifico, il direttore di Chirurgia Vascolare, Gennaro Bafile, è stato accusato di aver redatto un falso documento per garantire la vittoria dell’azienda in una gara del valore di 1,5 milioni di euro. Bafile più in particolare è accusato di concussione avendo minacciato, secondo il pm,  i  rappresentante della Gore di non far ottenere loro appalti  e obbligandoli a organizzare un convegno secondo i suoi dettami.

Insieme a lui, sono stati coinvolti Carlo Fruttaldo e Michela D’Amico, rispettivamente estensore della gara e responsabile unico del procedimento (RUP). Ma solo per presunta turbata della libertà degli incanti.





Per l’altro appalto, da un milione, sono imputati il direttore di Neurochirugia, Alessandro Ricci accusato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (353 bis) e il funzionario Asl, Carlo Fruttaldo. Va anche ricordato che in passato la Cassazione ha ordinato il dissequestro del cellulare dello stimato primario.  Infine Ricci e il funzionario Paolo Spaziani  sono indagati per un presunto certificato medico richiesto da Spaziani dopo una visita fiscale Inps non andata a buon fine.

Nel corso del procedimento gli accusati sono assistiti dagli avvocati Fabio Alessandroni, Roberto Madama, Massimo Bevere, Antonio Carugno. Il pm titolare del fascicolo era Marco Maria Cellini ora giudice al Tar di Palermo e in udienza il pm in aula era Roberta D’Avolio.

 

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