INTERCETTAZIONI TAMPONI RAPIDI, CRISANTI: “LASCIO L’UNIVERSITA’ DI PADOVA”

2 Gennaio 2023 16:29

Italia - Cronaca, Sanità

VENEZIA – “A partire da oggi lascio l’Università di Padova”.

Lo ha detto all’Ansa il senatore Pd Andrea Crisanti, che all’Ateneo padovano ricopriva il ruolo di docente ordinario di microbiologia.





La decisione, ha proseguito Crisanti, è legata all’indagine sui tamponi rapidi della Procura di Padova, e alla diffusione di alcune intercettazioni telefoniche che lo riguardano. Senza voler entrare nel merito, Crisanti ha aggiunto di volere “essere libero di prendere ogni decisione che mi riguarda, visto anche – ha concluso – che vi sono molte intercettazioni che riguardano anche altri docenti dell’Università”.

Una scelta che arriva, appunto, a seguito di una serie di intercettazioni pubblicate, alcune delle quali riguardano anche il governatore del Veneto Luca Zaia. La trasmissione Report ha svelato anche una “strategia” del governatore per screditare il microbiologo, secondo quanto emerso dall’inchiesta di Padova su una maxi commessa di test rapidi.

Esposti, polemiche, smentite vicendevoli: “Sono qua a rompermi i coglioni da sedici mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al Senato accademico, per sistemare Crisanti!”, sbottava al telefono con i suoi un anno fa.





La rabbia di Zaia è da rintracciare nei primi mesi di pandemia: nell’ottobre 2020 Crisanti, con uno studio, smontava l’efficacia dei test rapidi acquistati dal Veneto e da altre cinque regioni. Da lì crebbero le tensioni con il governatore la cui strategia per andare contro il microbiologo è contenuta nelle carte dell’indagine di Padova su quella maxi commessa da 148 milioni di euro.

Secondo il microbiologo i test sono efficaci solo nel 70 per cento dei casi e non nel 90 per cento, come invece attestato dal produttore, quindi possono essere utilizzati per la diagnosi ma non per lo screening. Il suo lavoro (poi pubblicato sulla rivista Nature) in quel momento va a sbattere con le scelte della Regione che invece ha deciso di comprarli e utilizzarli in modo estensivo.

Agli atti ci sono le intercettazioni di Zaia mentre conversa con Roberto Toniolo, di Azienda Zero. Il governatore era convinto di avere in mano un qualcosa che confutasse le tesi di Crisanti: “Ho in mano una relazione autorevolissima, che lo ha preso e l’ha aperto come un carciofo…”, dice a Toniolo, riferendosi al parere espresso da un primario del San Raffaele di Milano.

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