L’AQUILA – Meta – nome recente della società che possiede i social network Facebook, Instagram e WhatsApp – continua con il suo delirio da censura fascista.
Mentre Israele continua a massacrare la popolazione palestinese e con la “scusa” della lotta al terrorismo di Hamas commette un vero e proprio genocidio, la società di Mark Zuckerberg, uno dei fondatori di Facebook, decide di apportare un aggiornamento alle proprie politiche di utilizzo in merito al linguaggio d’odio, stabilendo la rimozione dei post che usano il termine “sionista” quando utilizzato con metafore antisemite.
Il che, è evidente a chi non ha lo spirito critico e la capacità di discernimento di un totano, è semplicemente un mezzo per imporre l’ennesima censura a chi ha il diritto di esprimere la propria opinione, il tutto nel purtroppo solito contesto in cui (non solo) Facebook se ne frega alla grande delle leggi degli Stati in cui è attivo e, come in questo caso, silenzia le voci di dissenso nei confronti di Israele paragonando, come di solito fa chi deve coprire i crimini di Israele con uno squallido trucchetto da quattro soldi, il sionismo all’antisemitismo.
Che le origini ebraiche di Zuckerberg siano legate a quanto deciso dalla sua Meta? Ai posteri l’ardua sentenza.
Israele, nel frattempo, compie un’altra, orribile strage con un massiccio bombardamento aereo questa mattina nella zona di Khan Younis, nel sud di Gaza. A riferirlo sono fonti palestinesi citate dall’agenzia Wafa – riporta Sky Tg24 – secondo la quale decine di civili, almeno 30, sono stati uccisi e oltre 100 feriti nella regione di Al-Mawasi, che ospita centinaia di migliaia di sfollati.
Una trentina sono le persone condotte in ospedale, ma si teme che molte altre siano intrappolate sotto le macerie. Haaretz, principale quotidiano israeliano, citando fonti mediche, parla di 20 morti e 120 feriti nell’area dell’Università di Al-Aqsa a Khan Yunis. Sono 16.054 bambini uccisi dall’inizio della guerra, ricordano le autorità di Gaza citate da Al Jazeera. Dei bambini uccisi 34 sono morti di fame. Secondo le autorità di Gaza, tra i 38.345 palestinesi uccisi a Gaza dall’inizio della guerra ci sono almeno 10.700 donne e circa 10.000 palestinesi risultano ancora dispersi.
Haaretz ha inoltre recentemente confermato in una clamorosa inchiesta che i comandanti dell’esercito hanno ordinato di uccidere i propri soldati e civili – in un’azione della cosiddetta “Direttiva Annibale” – il 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas che ha causato circa 1.400 morti – trasformando l’area di confine di Gaza in una “zona di sterminio”, ma i principali media occidentali hanno ignorato la notizia, preferendo la classica autocensura.
Infine, sempre per far capire di ciò che accade quando ci sono di mezzo i sionisti, uno studio condotto dai ricercatori della storica e prestigiosa rivista medica britannica The Lancet, stima che il bilancio delle vittime della guerra israeliana contro la Striscia di Gaza potrebbe essere superiore a quanto comunicato dalle autorità di Gaza e raggiungere le 186.000 persone.
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