JOVA BEACH PARTY: “ECCO SPIAGGE DOPO LE RUSPE”. DE SANCTIS: “CANTANTE IN FORTE DIFFICOLTA'”

di Azzurra Caldi

6 Agosto 2022 08:35

Chieti - Cronaca

VASTO – “Jovanotti è in forte difficoltà, si capisce dai toni che usa e, d’altronde, le immagini di Fermo parlano da sole: ecco come si riducono le spiagge, con le piante dunali spazzate via dalle ruspe. Non c’è altro da aggiungere, c’è poco da inventare, evitiamo di scendere al suo livello”.

È il commento di Augusto De Sanctis, ambientalista della Stazione ornitologica abruzzese e Forum Acqua, rilasciato ad AbruzzoWeb dopo le ultime dichiarazioni del cantante in merito al nuovo caso esploso nei giorni scorsi.





Dal greenwashing ai lavoratori in nero: le tormentate vicende del Jova beach party, il mega concerto di Jovanotti sulle spiagge italiane, ancora protagoniste della cronaca estiva anche in Abruzzo in vista della tappa in programma a Vasto (Chieti) il 19 e 20 agosto.

In particolare, secondo il cantante, che ha affidato ai social un lungo sfogo dopo gli attacchi di questi giorni: “Il Jova Beach Party non mette in pericolo nessun ecosistema, non devastiamo niente, le spiagge non solo le ripuliamo ma le portiamo a un livello migliore di come le troviamo. Il Jova Beach non è un ‘progetto greenwash’, parola mi fa cagare così come mi fa schifo chi la pronuncia, perché è una parola finta, è un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli. È un lavoro fatto bene: se pensate che non sia fatto bene venite a verificare, venite qua. Il mio pubblico è fantastico, ha una coscienza alta rispetto all’ambiente. Se voi, econazisti che non siete altro, volete continuare ad attrarre l’attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri. Il nostro è un progetto fatto bene che tiene conto dell’ambiente, parla di obiettivi di sostenibilità e realizza quelli che è in grado di realizzare con gli strumenti che abbiamo a disposizione”.

Ma De Sanctis, che ha già avuto modo di denunciare le numerose criticità ambientali, dalla presenza del Fratino alle importanti specie dunali come il ginestrino delle spiagge, ribadisce: “È una tattica vecchia come il cucco lanciarsi avanti per non cadere indietro quando sei inchiodato”.





E riferendosi al Wwf, che non è tra gli organizzatori ma ha fornito supporto “per ridurre al massimo gli impatti ambientali”, sottolinea: “Otto anni fa abbandonai dopo decenni quell’associazione dicendo loro ‘con voi non voglio avere più nulla a che fare, voglio continuare a fare l’ambientalista’. Vi erano questioni a mio avviso gravissime su argomenti come le bonifiche, in cui è in gioco la vita delle persone. Non potevano esserci giustificazioni o compromessi rispetto alla mia posizione e alla loro”.

“Ora davanti a queste foto, così drammaticamente inequivocabili, davanti alla propaganda di quell’associazione, non vi è null’altro da fare che stare dalla parte di quelle povere piante della duna spianate e considerare il WWF come merita. Non ci possono più essere scuse del tipo ‘io sono un socio locale’ oppure ‘collaboriamo su altre iniziative’. Tutti sbagliamo qualche volta nella vita ma se c’è reiterazione e addirittura la vera e propria rivendicazione si devono chiudere tutti i rapporti senza se e senza ma. Ora basta”, chiosa De Sanctis.

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