L’AQUILA – Un abruzzese, il deputato leghista e imprenditore delle cliniche private, Antonio Angelucci, a capo di un network editoriale di destra e conservatore, sul modello di Rupert Murdoch negli Stati Uniti, con News Corp e la Fox Corporation.
Anche in questa chiave va letta la cessione del Giornale, il quotidiano fondato da Indro Montanelli, che non sarà più di proprietà della famiglia dell’ex premier Silvio Berlusconi, alla famiglia Angelucci, già proprietaria di Libero e Il Tempo.
Maurizio Belpietro, interpellato dall’Adnkronos, ha invece smentisce con decisione i rumors secondo i quali anche il suo giornale, La Verità, sarebbe ad un passo dall’acquisto da parte di Angelucci, a chiudere il cerchio.
Un altro colpo, in ogni caso, l’acquisto de Il Giornale, per Antonio Angelucci, classe 1944 nato a Sante Marie, in provincia dell’Aquila, editore e politico italiano. Dalle elezioni politiche in Italia del 2008 è stato eletto per quattro volte deputato, nelle liste de Il Popolo della Libertà e di Forza Italia. Il 25 settembre è stato poi eletto candidato in un posto blindato dalla Lega.
Come imprenditore opera nella sanità, con la catena di strutture che fanno capo all’ospedale romano San Raffaele, nell’immobiliare e appunto nell’editoria.
A confermare la cessione è stato giovedì scorso Paolo Berlusconi, “Per la vendita del Giornale c’è un accordo ormai consolidato con gli Angelucci”, ha detto.
Silvio Berlusconi, editore del Giornale da più di trent’anni, specifica di avere “interesse a conservare una partecipazione consistente” nell’assetto societario, “in assoluto accordo con i signori Angelucci. Da parte mia c’è un legame affettivo e quindi ho deciso, anche per aderire a un desiderio di mio fratello Silvio dovuto soprattutto all’affetto che lui nutre per questa creatura, che lui ha salvato e poi mi ha passato nel tempo, di partecipare con una quota di minoranza”.
Confermando dunque i rumors sul fatto che inizialmente l’idea fosse quella di una cessione al 100%, poi modificata: “Devo dire che gli Angelucci sono stati molto signori nel aderire a questa nostra istanza dopo che ci eravamo impegnati per un acquisto che poteva essere anche totalitario”, ha sottolineato Berlusconi.
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