E BRUCCHI RITIRA LE DIMISSIONI DA SINDACO, ''VIENE PRIMA LA CITTA'''

L’ACQUA TORNA POTABILE: RIENTRA L’ALLARME NEL TERAMANO, SI INDAGA PER INQUINAMENTO

10 Maggio 2017 07:10

Teramo - Cronaca

TERAMO – Nel corso della riunione in Prefettura, presieduta dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dal prefetto di Teramo, l’Arta ha comunicato i risultati dei sei campioni d’acqua prelevati, riferendo che “in base alle analisi effettuate i campioni in esame sono conformi alla normativa vigente”.

In ragione di tale comunicazione l’Asl ha informato che “si revoca la disposizione e l’acqua può essere destinata ad uso potabile. Continuerà il monitoraggio con esecuzione dei prelievi in rete ed alle opere di captazione”.

Lo ha fatto sapere la Prefettura attraverso una nota inviata nella notte, dopo l'allarme che si era generato ieri pomeriggio nel Teramano a causa del divieto di consumo dell'acqua a causa della mancata potabilità riscontrata dalla Ruzzo Reti.

“A seguito dei prelievi effettuati stamane al Traforo del Gran Sasso l'Arta Abruzzo, Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, ha giudicato l'acqua in uscita non conforme, pertanto il Sian dell'Asl di Teramo, Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, ha disposto l'uso per soli fini igienici. Sino a nuova disposizione è vietato l'uso potabile”, era scritto nella nota inviata ieri dalla Ruzzo alla Asl che ha fatto scattare l'allarme, in cui si comunicava che è stata rilevata “la non conformità per odore non accettabile, e sapore non accettabile” e  si dispone dunque con effetto immediato la messa a scarico da parte dell'ente gestore Ruzzo reti spa, dell'acqua proveniente dallo sbarramento dx e sx rilevato che l'acqua del Laboratorio nazionale del Gran Sasso è già in scarico”.

Si invitavano poi le società strada dei Parchi e l'Infn a comunicare i lavori e le attività in essere presso i loro siti e la Asl ha disposto la limitazione d'uso dell'acqua in rete con divieto di utilizzo idropotabile, e uso unicamente per fini igienici. La decisione è stata concordata con il dottor Luca Lucentini responsabile del reparto acque ad uso umano dell'Iss. la disposizione resta in vigore fino al ristabilimento delle condizioni di confiormità.

In serata è intervenuto il presidente della Ruzzo Antonio Forlini, che per prima cosa esclude che “la causa dell'emergenza sia causata dai laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso . Ad oggi non sappiamo quale sia la causa, le analisi non le abbiamo ancora disponibili.Ci atteniamo alle disposizioni della Asl,  speriamo tutti in un falso allarme. L'interruzione è a scopo precauzionale”.

Dal pomeriggio, dunque, era stato disposto “il mancato approvvigionamento dalle sorgenti del Gran Sasso provocherà la progressiva disalimentazione delle utenze nei comuni di: Alba Adriatica, Ancarano, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Castelli, Civitella del Tronto, Colledara, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Morro d'Oro, Mosciano Sant'Angelo, Nereto, Notaresco, Penna S.Andrea (Val Vomano), Roseto degli Abruzzi, Sant'Omero, Sant'Egidio alla Vibrata, Teramo, Torano Nuovo, Torricella Sicura (capoluogo e bivio Santa Chiara), Tortoreto, Tossicia, Valle Castellana, Isola del Gran Sasso, Pineto”. 





In attesa di sviluppi sulla vicenda, le scuole a Teramo resteranno chiuse; mentre nelle altre località interessante dal divieto di usare l’acqua del rubinetto per fini potabili, non sono stati adottati analoghi provvedimenti. A Giulianova, nelle scuole dell’infanzia e in quelle dove viene effettuato il tempo prolungato, la Cir Food predisporrà un menù apposito garantendo l’approvvigionamento di acqua potabile con il ricorso esclusivo a bottiglie di acqua minerale.

Intanto, nel tardo pomeriggio i supermercati e i negozi di alimentari sono stati letteralmente presi d'assalto dai cittadini che hanno acquistato casse d'acqua per affrontare l'emergenza.

La Asl nella nota ha comunicato anche che “che sono stati effettuati ulteriori prelievi in data odierna 9 maggio, in mattinata e nel pomeriggio I campioni prelevati saranno recapitati anche presso l'Università delgi studi di padova, per ulteriori approfondi,menti. 

Oggi 10 maggio  a partire dalle ore 9,30 sarà effettuato un sopralluogo. 

Non è la prima volta che si verificano problema dell’approvvigionamento idrico nelle falde del Gran Sasso, a causa di diversi episodi di inquinamento per ‘sversamenti’ dei Laboratori di Assergi.

Dopo un primo grave incidente del 2002 che tinse di bianco le acque che scorrono all’esterno del traforo del Gran Sasso, fu ordinata la messa in sicurezza dell’area che, secondo una nota del 2013 dell’Istituto Superiore di Sanità, non sarebbe stata completamente eseguita.

Poi il nuovo episodio, nello scorso agosto, scoperto tre mesi dopo quando la Regione Abruzzo annuncio il cambio di captazione per i comuni serviti dal Ruzzo. Il 30 agosto 2016 fu accertato, dall’Asl di Teramo, lo sversamento dai Laboratori del Gran Sasso di diclorometano nelle acque potabili.

POOL DI MAGISTRATI APRE INCHIESTA PER INQUINAMENTO

Sarà un pool composto da tre magistrati e coordinato dal procuratore capo di Teramo, Antonio Guerriero, ad indagare sul nuovo presunto episodio di inquinamento che ieri aveva portato, in via precauzionale, a sospendere l'utilizzo per fini potabili dell'acqua proveniente dalle captazioni del Gran Sasso e destinata a rifornire le utenze di 32 comuni del teramano, compreso il capoluogo.





Il pool, composto dai pm Stefani Giovagnoni, Greta Aloisi e Davide Rosati, indagherà su due episodi, sia quello dell'8 maggio sia quello dello scorso agosto, riuniti in un unico fascicolo.

Ieri la decisione di sospendere l'utilizzo dell'acqua ai fini potabili era stata assunta dopo che i primi rilievi dell'Arta avevano stabilito la non conformità di odore e sapore dei campioni prelevati l'8 maggio.

Rilievi che avevano messo in moto gli ulteriori accertamenti, da parte dell'Arta dell'Aquila.

Gli esiti degli accertamenti sui campioni prelevati l'8/5 dovrebbero arrivare nel corso della giornata, così come quelli dei campioni inviati dalla Asl all'Università di Padova.

E BRUCCHI RITIRA LE DIMISSIONI DA SINDACO

La crisi idrica nel Teramano ha indotto il sindaco del capoluogo Maurizio Brucchi a ritirare le dimissioni.

“Notte praticamente trascorsa in Prefettura per l'emergenza idrica con il presidente Luciano D'Alfonso ad attendere i risultati delle analisi dell'Arta regionale che sono arrivati nelle prime ore del mattino – ha scritto su Facebook – Emergenza idrica per ora risolta ma che desta molte preoccupazioni. Dopo le varie vicissitudini dei mesi passati ora il rischio di un sistema idrico troppo vulnerabile”.

“Sento il bisogno di riprendere il mio posto di sindaco – ha aggiunto – per difendere il bene più prezioso che noi abbiamo: la nostra acqua”.

“È importante capire quello che è successo, perché è successo e cosa bisogna fare. Questo non vuol dire che non affronterò contemporaneamente la crisi politica che mi ha portato alle dimissioni. Anzi quello che è accaduto sarà un ulteriore stimolo a risolverla velocemente e con determinazione. L'incontro di ieri pomeriggio è stato per me molto esaustivo e chiaro. È stata tracciata una rotta che ora tocca a me seguire. Se poi dobbiamo andare a casa andremo a casa ma non ora. Teramo prima di tutto”, ha concluso Brucchi.

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