LAGO DI SCANNO SI E’ ABBASSATO DI SEI METRI, “OLTRE A SICCITA’ MANCANO ACCUMULI DI NEVE”

12 Agosto 2024 09:12

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA  – Scarse precipitazioni e caldo intenso stanno facendo sì che il lago di Scanno in provincia dell’Aquila, sia oggi sotto media di circa 6 metri rispetto alla sua normalità. Situazione che già si è verificata in alcuni anni passati, ma che è più consona vederla in settembre piuttosto che in agosto.





A rimarcare queste criticità è anche il rapporto dell’Anbi, l’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.

Lo scenario è il medesimo anche al lago di San Domenico,  poco distante dal lago di Scanno, dove le sue gole mettono in evidenza una situazione che le vede quasi completamente a secco di acqua. Ancora più gravi sono le condizioni del bacino di Penne, che a differenza di Scanno è creato dallo sbarramento del fiume Tavo con la diga di Penne e che ad oggi appare quasi del tutto prosciugato.





Tornando al lago di Scanno, proprio poche settimane fa sulla tematica è intervenuto anche Pasquale Caranfa, presidente dell’associazione culturale ‘La Foce’: “prima qui era normale durante l’inverno arrivare ad accumuli totali di neve tra i 12 e i 14 metri, che in primavera si scioglievano a favore delle sorgenti profonde e quindi anche dei bacini superficiali”. E aggiunge, “nella parte nord del lago, quindi verso Villalago, dove si è accumulato il detrito di frana, l’azione delle piogge nella parte di massima piena non consente gli accumuli di terriccio, fanghiglia, e quindi di creare nei primi metri del bacino, in superficie, una struttura impermeabile. Ci sono del resto inghiottitoi ed è un mistero effettivamente non ancora svelato dove vada a finire una parte dell’acqua che il lago perde, oltre alle fuoriuscite certe, quelle del Lago Pio e di Fonte Vecchia. Con gli esperimenti svolti, sia con materiali radioattivi sia con coloranti più classici, non se ne è venuti a capo”.

La stagione invernale 2023/2024 è stata condizionata oltre che dall’assenza di neve anche dalla siccità, e questo certamente ha influito sullo stato attuale dei bacini appenninici che non hanno potuto usufruire della sua fusione.

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