L’ALTRA FACCIA DELL’EMERGENZA COVID, IN ABRUZZO CROLLO CURE PER ALTRE PATOLOGIE

I NUMERI DELL'AGENAS RELATIVI A PRIMA ONDATA PANDEMIA IN ITALIA: FOCUS REGIONALE, -30,9% VISITE SPECIALISTICHE, -52,3% RICOVERI PROGRAMMATI, -25% QUELLI URGENTI; GRIDO D'ALLARME MEDICI FOCE: "31% DECESSI DEL 2020 SONO NON-COVID, PER MANCATE DIAGNOSI E ASSISTENZA IN OSPEDALE"

di Filippo Tronca

15 Aprile 2021 07:51

- Abruzzo, Lavoro

L’AQUILA  – A causa della prima ondata di pandemia anche in Abruzzo le visite specialistiche sono crollate del 30,9%, del 52,3% i ricoveri programmati, e quelli urgenti di oltre il 25%.

Sono solo alcuni numeri contenuti nell’analisi appena realizzata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali in collaborazione con il Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna, nei primi sei mesi del 2020, ovvero durante la prima ondata di pandemia.

Numeri che confermano l’allarme lanciato in questi giorni dalla Federazione degli oncologici, cardiologi ed ematologi (Foce) che ha consegnato un documento al ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui si spiega che tra marzo e dicembre 2020 ci sono stati 108.178 decessi in eccesso rispetto agli anni precedenti. Se il 69% è riconducibile a Covid, almeno il 31% è rappresentato da morti legate a patologie non Covid, soprattutto tempo-dipendenti, dovute alla mancata assistenza. Basti pensare che per le malattie cardiologiche la mortalità è raddoppiata.

Lo tsumami pandemico ha messo infatti a dura prova la capacità di risposta dei sistemi sanitari regionali. Un’onda devastante che ha travolto non solo le vittime del Covid, ma anche quanti sfuggiti al virus hanno dovuto fronteggiare malattie gravi, invalidanti e anche letali. Al conto salato da pagare al virus va infatti ad aggiungersi quello di reparti ospedalieri chiusi e delle mancate visite preventive o di controllo, con tanti, troppi, italiani che non stati più visitati dal cardiologo, dal ginecologo, dal neurologo e non si sono sottoposti a ecografie, pap test, Tac e altro ancora.

E questo rischia di aumentare purtroppo il conto dei decessi, nel medio e lungo periodo.

Abruzzoweb ha già riferito della drammatica situazione per lo screening mammografico in Abruzzo con un crollo del 50% delle prestazioni nell’intero 2020, che tradotto in numeri significa che si è passati da 37mila del 2019 a 17.500 del 2020, come riferito dall’assessore alla Salute Nicoletta Verì.

Ma la situazione riguarda un po’ tutte le patologie.





In Abruzzo nei primi nove mesi del 2020 sono ad esempio crollate le visite specialistiche e le prestazioni diagnostiche de 30,9%, un calo nella media italiana, dove a livello regionale si registra una forbice ampia: si va dal -67,7% della Basilicata, regione per altro con tassi di Covid inferiori alla media italiana,, al -14,3% della Campania.

Agenas e Mes hanno poi analizzato i volumi di ricoveri urgenti nel periodo più caldo della pandemia. Da marzo a giugno 2020 mediamente sono calati del 24%, in Abruzzo del 25,3%

Anche in questo caso con importanti differenze regionali: in Molise ad esempio i ricoveri sono diminuiti rispetto all’anno precedente del 55%, del 42% nelle Marche, del 41% in Puglia e del 36,64% in Campania, mentre la Lombardia, regione particolarmente colpita dal Covid, ha risposto bene con un -12%, così come l’Emilia Romagna (-16%), Piemonte (-16,4%) e Lazio (-17,8%), Veneto (-19,3%).

Forte frenata anche per i ricoveri programmati: – 50% in Italia. Con l’Abruzzo sopra la media al 52,3%.

Il Molise è la regione che più di tutte ha contingentato pesantemente l’accesso agli ospedali (-73,6%), ma anche in Puglia e in Basilicata i ricoveri ordinari sono stati tagliati di circa il 60%, seguire a stretto giro da Calabria, Marche e Lombardia (-57%). Hanno invece dimostrato di dare risposte superiori alla media italiana Bolzano (-35,5%), Lazio (-36,4%), Veneto (-38%).

La pandemia ha messo nell’angolo anche quanti sono stati colpiti da infarto del miocardio e ictus: i ricoveri da marzo a giugno 2020 rispetto allo steso periodo del 2019, in Italia sono mediamente scesi del 23% e con una significativa variabilità regionale.

I ricoveri per Ima Stemi sono crollati del 43,5%, ma l’Abruzzo è tra le regioni che hanno meglio tenuto botta con una flessione del 14%, mentre   in Molise la flessione è stata del 43,2% e nelle Marche dei 42% nelle Marche





Per quanto riguarda l’ictus, la media italiana è del 24% con l’Abruzzo sostanzialmente in linea, le Regioni che più delle altre hanno visto uno stop ai ricoveri sono la Valle d’Aosta, Molise e Marche (rispettivamente 54,2%; 49,7%; 42,5%).

Anche alla luce dei dati dell’Agenas, la Confederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi:

“È doveroso constatare che su questi aspetti dopo un anno di emergenza non è stato operato nessun intervento né strutturale, né organizzativo atto a ridurre queste criticità”, scrivono gli esperti. E ancora, per i pazienti oncologici: “Vengono diffusi dati allarmanti sulla tardività delle diagnosi e quindi l’osservazione di tumori sempre più avanzati. Inoltre, permane la segnalazione dell’eliminazione di oltre 2 milioni di esami di screening e soprattutto l’assenza di dati recenti sullo stato di recupero di questi esami, che sembra assolutamente carente su quasi tutto il territorio nazionale”.

 

 

 

 

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