L’AQUILA – Senza acqua calda e riscaldamento da 7 anni, in una condizione di precarietà che avrebbe ulteriormente compromesso il suo già dalicato stato di salute.
A denunciare la situazione di abbandono in cui versa una donna di 66 anni, affetta da numerose patologie, che vive all’interno di una casa del progetto Case all’Aquila, senza acqua calda e riscaldamento, è l’avvocato Paolo Baiocchetti, che ha lanciato un appello al Comune dell’Aquila chiedendo, con una lettera, di riattivare l’utenza del gas riservando di richiedere “il risarcimento del danno patito”.
La donna, prima del terremoto del 6 aprile 2009 viveva in una casa popolare sita nel quartiere Valle Pretara, pagando la somma mensile di 46 euro. A seguito del sisma, le è stato assegnato un alloggio nel Progetto Case di Coppito 3, in via Cesare Pavese, dopo essere stata costretta a lasciare un’abitazione del Progetto Case di Preturo che ha riportato importanti problemi strutturali. Per l’occupazione di un’abitazione del Progetto Case le viene richiesto però il pagamento mensile di 196 euro, nonostante il suo Isee sia pari a 0.
Come riferito dall’avvocato, “il relativo erogatore di gas è stato chiuso da due tecnici ivi recatisi, nonostante i riscaldamenti siano centralizzati”.
Come si legge in un passaggio della lettera, la donna “soffre di notevoli problematiche di salute, rese maggiormente gravi a causa della mancanza di riscaldamento ed acqua calda all’interno della predetta abitazione: osteoporosi grave fratturativa della colonna vertebrale, con fratture già avvenute, con il rischio di frattura delle anche; le vertebre D8, D9, D10, L1 e L4 si sono fratturate ed è costretta a portare il busto con i ferri per poter mantenere, con immensa difficoltà, una posizione semieretta; angina pectoris al cuore e una coronaria chiusa; ha avuto la broncopolmonite generata dalla mancanza di riscaldamento ed acqua calda all’interno dell’abitazione; asma; la spalla ha un tendine rotto ed è uscita dalla cuffia a causa dell’osteoporosi”.
E ancora: “A causa della mancanza del riscaldamento e dell’acqua calda, una volta a settimana è costretta a recarsi a casa della sorella per fare una doccia e curare la propria igiene. Questa situazione ha notevolmente intaccato la sua salute psico-fisica”.
Nella lettera, nella quale “si richiede la revisione del pagamento dovuto per abitare all’interno della predetta abitazione del Progetto Case”, l’avvocato precisa che “si riserva di chiedere il risarcimento del danno patito” e “di fornire con urgenza, entro il termine di sette giorni dal ricevimento della presente, l’abitazione del riscaldamento e dell’acqua calda mediante la riattivazione della utenza del gas”.
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