L’AQUILA-AVEZZANO, TRA POLEMICHE E CAMPANILISMO: “DI PANGRAZIO CHIEDA SCUSA PUBBLICAMENTE”

14 Gennaio 2021 16:59

L'Aquila - Politica

AVEZZANO – Continuano a far discutere le parole del sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pagrazio, che ieri, nel corso del Consiglio comunale, rilanciando il concetto di grande Marsica, ha sottolineato che “noi abbiamo due posizioni: abbiamo una Aquilanità chiusa tra le mura. Una voglia di dirigere i territori, di mettere i tentacoli. E poi abbiamo Pescara che invece fa alleanze per costruire e per svilupparsi”.

Frasi che hanno subito scatenato la reazione del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia, che ha replicato “all’amico” Di Pangrazio sottolineando che “il tema dei campanili è antistorico”. E poi quelle del centrodestra di Avezzano con il commissario cittadino di Fratelli d’Italia, Roberto Alfatti Appetiti, ha paventato il rischio, così facendo, “di isolare definitivamente la città”, e il consigliere comunale e coordinatore provinciale della Lega, Tiziano Genovesi, che chiede le scuse pubbliche da parte del primo cittadino di Avezzano.

“Riproporre nel 2021 il tema dei campanili, delle differenze territoriali quale motivo di divisione anziché di arricchimento, delle distinzioni legate ai luoghi di origine non solo è antistorico ma rappresenta una mentalità da cui, all’Aquila, ci siamo da tempo discostati”, le parole di Biondi.





“Ricordo all’amico Di Pangrazio che L’Aquila viene fondata nel tredicesimo secolo grazie alla volontà comune dei castelli del circondario: esperienze, sensibilità e appartenenze eterogenee che incontrandosi contribuirono alla nascita di una città che nel corso della storia ha avuto una rilevanza importante che non mi soffermerò qui a ricordare ed è stata al centro di scambi commerciali e contaminazioni culturali. Da tempo siamo abituati a guardare oltre la splendida cinta muraria che ci circonda, consapevoli di essere una città territorio che dialoga con municipi limitrofi o lontani solo geograficamente. Il portato che ci accomuna ci ha spinto ad allargare ulteriormente gli orizzonti, a individuare un momento di sintesi in grado di raccogliere esigenze e istanze non solo dell’Aquilano ma delle aree interne del Paese”.

“È questo lo spirito con cui nel 2019 è stata sottoscritta la Carta dell’Aquila, documento manifesto con cui i territori della cosiddetta Italia ‘in salita’ hanno posto sul tavolo l’esigenza non solo di operare un riequilibrio territoriale con le aree costiere e metropolitane, ma di farlo attraverso quelle che sono le rispettive e singole peculiarità attraverso il turismo, la formazione, la cultura e l’innovazione, puntando alla complementarietà e non alla contrapposizione. In un’epoca in cui la globalizzazione e i colossi dell’economia mondiale guadagnano posizioni rispetto alle micro realtà del secolo scorso – ancor di più in questi tempi di pandemia – sono proprio queste ultime che sono chiamate a compiere un salto culturale per non rimanere indietro, tanto è vero che ormai sembra superato anche il modello storico di governance del territorio definito nella Costituzione e si parli di macro-regioni. Essere città territorio non è una medaglia da mostrare sul petto ma è la risposta per fornire risposte a sollecitazioni relative ai servizi pubblici essenziali e ai diritti principali dei cittadini: sanità, mobilità, istruzione. Solo ieri Aldo Bonomi sul Sole24 ricordava che la forza delle città intermedie è da sempre nella coesione, intesa non solo come capacità di attutire le disuguaglianze sociali ma anche come forza di un tessuto sociale e culturale cresciuto e capace di co-progettare con la controparte pubblica processi di rigenerazione urbana”, ha concluso il sindaco Biondi.

Parole durissime quelle del consigliere Genovesi: “Un sindaco che sfrutta un luogo istituzionale per cercare consenso, offendendo la memoria e l’identità di una intera comunità, è vergognoso, becero e volgare. Chieda scusa ai marsicani, a chi nel terremoto di 106 anni fa ha perso dei parenti, chieda scusa agli aquilani e alle famiglie delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 per le vergognose parole uscite dalla sua bocca durante un consesso istituzionale. Di Fronte alle tragedie bisognerebbe stare in silenzio, se non si ha nulla da dire”, aggiunge. Nel corso della seduta, ieri, il sindaco ha preso la parola per presentare il suo programma di mandato, ma immediatamente ha colto l’occasione sferrare un colpo davvero basso, utilizzando parole inaccettabili e indegne per un primo cittadino”.

“Di Pangrazio ha dichiarato, senza alcun segno di pentimento, che il territorio Aquilano ha avuto uno sviluppo – suo malgrado – dovuto al grande terremoto subìto e ai milioni e milioni di euro che ha ottenuto’, mentre la Marsica ha sempre generato il Pil. Una frase davvero infelice. È davvero di cattivo gusto parlare di soldi di fronte a una tragedia, al dolore e alla distruzione. Ricordo al primo cittadino che i fondi ricevuti dalla città dell’Aquila non potranno cancellare il ricordo di quella notte terribile, non potranno colmare il vuoto di chi ha perso, figli, genitori, parenti o amici. Ancor più grave è aver offeso una intera comunità – che sta rinascendo grazie alla grande forza e tenacia del popolo aquilano, così come 106 anni fa fecero i cittadini di Avezzano – nel giorno in cui anche la Marsica stava commemorando le vittime del sisma, mostrando di non avere rispetto neanche per la storia del proprio territorio”. L’Aquila e la Marsica per Genovesi “sono due territori che, seppur in tempi diversi, hanno vissuto lo stesso dramma” e “la memoria e il ricordo non possono e non devono essere macchiati da nessuno, soprattutto da un uomo delle istituzioni”.





“Scatenare guerre tra territori delle aree interne, peraltro alle prese con grandi difficoltà, minacciate anche da un riaccentuarsi della pandemia, non è una prospettiva utile alla città”.

Per Roberto Alfatti Appetiti, commissario cittadino di Fratelli d’Italia di Avezzano: “Sono prese di posizione estemporanee, che, al contrario, rischiano di isolare definitivamente la città. L’intervento più concreto dell’intero consiglio comunale di ieri è stato quello della consigliera Iride Cosimati, che ha posto questioni serie e urgenti, andando a integrare con emendamenti mirati le tante lacune di un programma di mandato debole di contenuti e di risposte alle reali esigenze dei cittadini. Un intervento che conferma lo spirito di dialogo e condivisione istituzionale che, in particolare in questo difficile contesto storico, dovrebbe caratterizzare la politica cittadina”.

“Nello stesso tempo, tuttavia, sono da rigettare alcune maliziose letture giornalistiche che interpretano la nostra buona volontà a fornire contributi di idee come un ‘avvicinamento’ alla maggioranza consiliare: su questo siamo stati chiari sin dall’inizio – ribadisce Alfatti Appetiti – nel chiarire che Fratelli d’Italia svolgerà con diligenza e competenza il ruolo che gli elettori ci hanno assegnato, ovvero quello di minoranza vigile e responsabile, ma sempre distinti e distanti dalla maggioranza e in particolare da chiunque fondi la sua politica su contrapposizioni territoriali e istituzionali. È piuttosto dallo scambio continuo di esperienze e di programmazione con tutti i comuni delle aree interne, riaffermando e integrando le complementari vocazioni dei territori, dialogando con la Provincia e con la Regione Abruzzo, che si possono porre le basi per un rilancio socioeconomico della Marsica”.

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