L’AQUILA – “Circa le dichiarazioni rese dai consiglieri di opposizione, i capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale ritengono necessario riportare il confronto su un piano di serietà, verità e rispetto per la città e per il lavoro istituzionale in corso”.
Lo scrivono Leonardo Scimia (FdI), Daniele Ferella (Lega), Fabio Frullo (UdC), Alessandro Maccarone (L’Aquila protagonista) e Daniele D’Angelo (FI), in un comunicato scritto in maniera maldestra e irricevibile che, di seguito, riportiamo comunque integralmente.
“1. Il dossier l’avete letto?
Chi oggi lamenta scarsa trasparenza e disorganizzazione, probabilmente non ha mai preso in mano il dossier di candidatura o la delibera approvata, che definisce con chiarezza obiettivi, strumenti, tappe e visione strategica per L’Aquila 2026.
2. Coinvolgimento: già previsto e attuato
L’inclusività, che oggi si pretende a parole, è stata garantita nei fatti con avvisi pubblici rivolti a operatori culturali, enti, associazioni e imprese, che hanno già risposto con decine di proposte. Il Comune ha inoltre avviato incontri istituzionali e operativi con stakeholder territoriali. Forse chi polemizza non c’era, come spesso accade.
3. Una cultura della partecipazione, non della clientela
Dal 2017 a oggi, l’amministrazione comunale ha investito oltre 26 milioni di euro nella cultura, impegnandone 50: un carico straordinario, senza precedenti, che ha sostenuto festival, istituzioni, operatori, infrastrutture e progettualità. Per noi la cultura non è un sistema di relazioni clientelari, ma una leva di crescita comunitaria e rigenerazione urbana.
4. Aspettiamo le iniziative di chi ha promesso di agire “comunque”
L’ex senatrice Pezzopane, tra i firmatari del comunicato, aveva dichiarato che l’impegno per la cultura sarebbe continuato anche dopo la bocciatura della candidatura europea della città, nel avvenuta nel 2013. A oggi, attendiamo di vedere un progetto, una proposta, un’idea. Invece rileviamo silenzi o accuse.
5. Differenza di stile e credibilità
Nel 2013, quando L’Aquila venne esclusa dalla short list per la Capitale Europea della Cultura, la delegazione si presentò con un dossier senza un vero programma di eventi, con un sito web solo in italiano, con criticità strutturali, una politicizzazione inopportuna della candidatura e mancata certezza di investimento.
All’epoca, invece di ammettere i limiti del progetto, si preferì attaccare la giuria. Noi, invece, non abbiamo mai insultato o denigrato nessuna commissione, nemmeno quando a vincere, nel 2020, fu Procida. Questo è lo stile che fa la differenza.
6. Il dossier è vivo, operativo e già in attuazione
A differenza di quanto insinuato, il dossier per L’Aquila 2026 è attivo, concreto e già operativo. Con la delibera di Giunta n. 621/2024, è stata approvata la struttura di governance per la realizzazione del programma, che include Comitato dei garanti, Gruppo di lavoro intersettoriale, Comitato di sostegno, settori comunali. All’interno del Comitato dei garanti è prevista espressamente la presenza di due consiglieri comunali – a conferma della volontà dell’amministrazione di garantire rappresentanza istituzionale, trasparenza e partecipazione diretta dell’intero Consiglio.
La richiesta di designazione è già stata formalmente trasmessa al presidente del Consiglio comunale, che dovrà procedere alla nomina, come previsto dal dispositivo deliberativo.
Chi continua a parlare di esclusione o mancanza di coinvolgimento, ignora (volutamente?) ciò che è stato già formalizzato e avviato nei tempi e nei modi corretti.
7. Avete perso gli eventi più importanti
Chi oggi chiede “partecipazione” non si è visto né alla presentazione del progetto, né agli incontri con le città finaliste, né alle commissioni dedicate. D’altra parte, per partecipare serve conoscere la città, frequentarla, viverla. E forse è proprio la distanza dal territorio a spiegare i risultati elettorali.
8. Nessuna lezione da chi ha dimostrato incapacità
Non accettiamo né giudizi né indicazioni da chi ha gestito nel passato fallimentari candidature, maldestri percorsi e confusi progetti. L’Aquila ha bisogno di concretezza, visione e dedizione. E la maggioranza continua a lavorare, in silenzio, per dare valore a un titolo storico, non solo formale.
La porta al confronto rimane aperta, ma servono studio, presenza e senso di responsabilità. Il tempo delle passerelle è finito. Ora servono contenuti”.
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