L’AQUILA: CASA SQUILLO INDICATA COL TRICOLORE, TRE IMPUTATI PER IL GIRO DI PROSTITUZIONE

di Gianpiero Giancarli

1 Novembre 2024 08:36

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – La bandiera italiana issata sul balcone della casa squillo in via Colagrande alla villa comunale dell’Aquila. Era il segnale per indicare  ai clienti che il luogo era quello e che le prostitute erano pronte per le prestazioni.





Il processo, su questa vicenda ormai datata ma certamente singolare, è iniziato ieri in tribunale a carico di tre persone accusate a vario titolo, con sospetti tutti da provare, della violazione della legge Merlin che nel 1958 chiuse i bordelli dove si faceva prostituzione. Gli imputati sono Albagracia Paolino e Deda Florence i presunti gestori della casa chiusa oltre alla titolare dell’alloggio Rossana Germani cui è stato imputato solo il concorso pur non avendo nulla a che fare con l’attività illecita in questione. Ma per la Procura della Repubblica  non poteva non sapere.

Il caso venne alla luce in quanto accadeva sovente che i clienti della lucciole, raccattati in buon numero tramite inserzioni, suonavano al campanello sbagliato mandando su tutte le furie i condòmini  i quali lamentavano la loro esasperazione  anche per il viavai di clienti e donnine  straniere in abiti succinti che non lasciavano spazio a equivoci. E’ anche accaduto che qualcuno venisse svegliato in piena notte quando l’attività era ancora più frequente.





A quel punto i residenti resero pubblica una lettera di protesta e la polizia giudiziaria della Ps di Stato avviò le indagini poi passate alla Mobile. Strano che non sia stata contestata l’accusa di vilipendio alla bandiera visto che il vessillo di fatto è stato accostato al meretricio.

Ieri sono stati ascoltati dai giudici gli agenti che hanno fatto le indagini e il processo è stato aggiornato al 14 novembre. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati  Monica Badia, Simona Fiorenza, Norma Daniele.

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