L’AQUILA – Scatta l’inchiesta della Procura su un centro di accoglienza per stranieri, che forse tanto accogliente non era, nel quale ci sarebbero stati gravissimi episodi di maltrattamenti, minacce, botte, umiliazioni e quant’altro può avvenire dove non ci sono controlli. Sta di fatto che, secondo quanto riporta il Messaggero, ci sono quattro indagati che, a diversi livelli, gestivano quella struttura nella frazione di Arischia. I reati contestati, a vario titolo, sono rapina, lesioni, sequestro, maltrattamenti e falso.
Gli indagati sono Giuseppe Nurzia di 46 anni e Daniele Nurzia di 45 anni, entrambi aquilani, nelle vesti di gestore e presidente della struttura Arischiaccoglie. Sono indagati anche Kebba Conteh di 23 anni del Gambia e Richard Anemhen di 32 anni, nigeriano, entrambi domiciliati nella stessa struttura, nelle vesti di dipendenti del centro.
Il primo episodio contestato a Giuseppe Nurzia e ai due stranieri riguarda il sequestro di un ospite pakistano (8 parti offese tra pakistani e afgani) fatto salire con forza, minacciato con un’ascia, ed incappucciato su un furgone per essere poi abbandonato nelle campagne di Bellante nel teramano .
Gli stessi per evitare che l’ospite chiedesse aiuto lo avrebbero picchiato e privato del proprio telefono cellulare. Gli indagati (anche con Daniele Nurzia) sono accusati di aver minacciato e aggredito gli ospiti del centro di accoglienza.
Contestate ripetute vessazioni morali e fisiche, con ospiti schiaffeggiati, denigrati davanti gli altri ospiti con epiteti pesantissimi. Nessuno poteva uscire dal Centro, ed era impedito agli stranieri di sottoporsi a visite mediche o cure, somministrando loro cibo di scarsa qualità e in misura ridotta.
Non solo. Gli ospiti sarebbero stati privati dal kit di prima assistenza previsto in convenzione con la Prefettura dell’Aquila: abbigliamento, scheda telefonica, materiale didattico per lo studio della lingua italiana, biancheria intima, sapone dentifricio, spazzolino, prodotti per l’igiene personale.
Sempre secondo l’accusa, gli immigrati sarebbero stati costretti a pulire il piazzale e le parti comuni del Centro. Addirittura tre ospiti sarebbero stati costretti a dormire all’addiaccio nel parco del Castello come punizione per essersi recati in Questura per denunciare la scomparsa del loro amico senza aver chiesto il permesso ai responsabili del centro.
Infine il solo Giuseppe Nurzia è accusato di aver redatto verbali di falsi allontanamenti volontari degli ospiti alla Prefettura dell’Aquila, ma per il pm gli stessi sarebbero stati cacciati dagli indagati in malo modo.
Download in PDF©