L’AQUILA: CITTADINI CONTRO NUOVA ANTENNA, ‘PRONTI AD INCATENARCI PER FERMARE LAVORI’

8 Febbraio 2020 00:57

L'Aquila - Cronaca, Gallerie Fotografiche

L'AQUILA – “Siamo pronti ad azioni eclatanti per fermare l'installazione dell'ennesima antenna all'Aquila, in corso di realizzazione proprio davanti alle abitazioni del Progetto C.a.s.e. di Cese di Preturo. Non resteremo a guardare mentre verrà montata un'opera pericolosa per la nostra salute e quella dei nostri bambini”.

Lo gridano a gran voce un gruppo di residenti della zona dove sono in corso da giovedì scorso i lavori per una nuova stazione radio base, costituita da palo poligonale di 30 metri di altezza, con 9 antenne e 8 tratte in ponte radio, ad opera di Vodafone Italia spa, insieme con Telecom Italia e Wind Tre spa.

I cittadini, che da quanto appreso avvieranno una raccolta firme per “fermare questo orrore”, si dicono pronti ad azioni forti e, tra loro, c'è anche chi dichiara ad AbruzzoWeb di incatenarsi davanti al cantiere e iniziare lo sciopero della fame e della sete, “se servirà a bloccare i lavori”, iniziati giovedì scorso.





“È stato fatto tutto senza informare la popolazione, senza chiederci un parere e in poco meno di 48 ore avevano già costruito il basamento – racconta Carlo Sordini – E pensare che per sistemare meno di un chilometro di strada ci sono voluti mesi – aggiunge ironico – Chi ha potuto approvare questo senza dire nulla a nessuno?”.

Le famiglie residenti puntano il dito soprattutto contro “la poca distanza” dai loro apparatamenti. “Ci sono ettari di terreni incolti nelle vicinanze, per esempionella zona del carcere 'Le Costarelle' di Preturo, in quell'area non ci sono abitazioni per chilometri, ma hanno scelto di costruire l'antenna proprio qui, dove l'estate i nostri figli escono a giocare, proprio di fronte alle nostre case. Ci opponiamo con forza a questo scempio. Adesso basta”.

La paura dei residenti è che la nuova installazione possa provocare danni per la salute. Su questo sono ancora molti gli interrogativi senza risposta e le ricerche in corso da parte degli esperti.

L’Istituto Ramazzini di Bologna ha concluso nel 2018 la ricerca relativa all’esposizione umana alle radiazioni a radiofrequenze prodotte da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile. 





“I risultati – come denunciato dal Codacons – sono sconcertanti. Sono stati rilevati aumenti statistici significativi nell’incidenza di tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei topi maschi del gruppo, esposti all’intensità di campo più elevata, oltre all’ aumento di incidenza di altre lesioni, iperplasia delle cellule di Shwann e gliomi maligni. Bisogna intervenire ora, investendo perché venga garantita la sicurezza e la tutela della salute dei cittadini, non possiamo sottovalutare la situazione come è stato fatto in passato con il tabacco, l’amianto”.

La risposta è arrivata ieri dal consigliere comunale di Idv-Cambiare Insieme Lelio De Santis, che si è interessato della vicenda dopo essere stato contattato da alcuni abitanti del Progetto C.a.s.e.: “Tutto regolare sul piano formale e tutti i pareri necessari a posto: quindi, l’amministrazione comunale approva con determina dirigenziale, la numero 4, del 15 febbraio 2019 l’istanza della Società telefonica e cominciano i lavori”.

“E così nel Comune dell’Aquila siamo arrivati a 136 punti di stazione radio di base, che rischiano di mettere a rischio la qualità della vita e la salute dei cittadini, rischio che evidentemente non è considerato nella procedura amministrativa per accogliere la richiesta delle società telefoniche – ha precisato De Santis – Ma non è considerato nemmeno il fatto che il Programma annuale della telefonia mobile del Comune dell’Aquila è del 2016 e, quindi, abbondantemente scaduto e superato. In particolare, l’impianto che si sta realizzando è molto impattante ed è posizionato all’interno del Progetto C.a.s.e. di Cese di Preturo, a ridosso degli alloggi di circa 20 famiglie, con minori e qualche malato, che si vedono minacciati sul piano della qualità della vita e della salute”.

“Le loro proteste evidentemente non preoccupano l’amministrazione comunale, ma io ritengo che bisogna sempre ascoltare i cittadini prima di ogni decisione importante, che può riguardare la vita e la serenità di famiglie, già stressate per la condizione sociale di abbandono totale in cui vivono da anni – ha concluso – A tal fine, ho presentato al sindaco, Pierluigi Biondi, un’interrogazione urgente per fermare questa installazione e per rivedere il Programma della telefonia mobile in città”. (a.c.p.)

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