L’AQUILA, “NO A NUOVO CENTRO COMMERCIALE”. COMITATO: “A PETTINO SERVONO AREE VERDI”

4 Ottobre 2022 18:01

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Stupisce che dopo una battaglia avvenuta dentro e fuori il consiglio comunale contro la costruzione di un nuovo, reputato inutile, centro commerciale nella particella subito a Ovest di Via Enrico Fermi – e quindi del centro commerciale Amiternum –  si possa pensare a nuove attività commerciali nella particella subito a est del suddetto centro commerciale che vede alcuni suoi locali vuoti, anche se ovviamente andrebbe visto maggiormente nel dettaglio l’eventuale progetto che verrà”.

È quanto si legge in un passaggio della nota a firma del Comitato Amo Pettino, in merito alla paventata realizzazione di un nuovo centro commerciale nel quartiere aquilano.

Di seguito pubblichiamo la nota completa.

 





“Sono iniziati dei lavori di movimento terra tra la Statale 17 e Via Caduti sul lavoro, a fianco il Centro commerciale Amiternum.

L’area, la numero 862 del foglio 62 del catasto, è destinata principalmente agli articoli 38 e 39 del Piano regolatore dell’Aquila ossia a zone per attrezzature commerciali e centri decisionali. Attualmente non c’è ancora un cartello.

Stupisce che dopo una battaglia avvenuta dentro e fuori il consiglio comunale contro la costruzione di un nuovo, reputato inutile, centro commerciale nella particella subito a Ovest di Via Enrico Fermi – e quindi del centro commerciale Amiternum –  si possa pensare a nuove attività commerciali nella particella subito a est del suddetto centro commerciale che vede alcuni suoi locali vuoti, anche se ovviamente andrebbe visto maggiormente nel dettaglio l’eventuale progetto che verrà.

Non si parla però solo di attività commerciali,  ma anche di realizzazione di centri direzionali con ovviamente una piccola percentuale destinata a viabilità e parcheggi.

Il nostro quartiere, molto esteso – nella sua parte Ovest al confine con Cansatessa in particolare – ha di certo bisogno di maggiore verde attrezzato ad uso pubblico per guadagnare spazio per la vivibilità ed il benessere dei pedoni, delle famiglie e dei loro figli, un aspetto troppo spesso dimenticato finora e che viene sollevato a ben ragione dalla cittadinanza che vuole e reclama maggiore qualità della vita. Un bel parco con panchine, giochi per bambini e ragazzi, e camminamenti che permettano un po’ di pace dalle auto, è ciò che ci vorrebbe davvero. I tanti spazi verdi, abbandonati e incolti (quando non pieni di materiale edile di risulta abbandonato) molto probabilmente andrebbero destinati in primo luogo a ciò.





Poco tempo fa, circa un anno, nella vicinissima – rispetto alla zona di cui stiamo parlando – Via Solaria, sono iniziati dei lavori in un’ampia area, anch’essa verde e abbandonata – con tanto di taglio in quattro e quattr’otto di alti alberi, destinata a residenzialità (Art.49) oltre che viabilità e parcheggio. Lavori iniziati con un grande movimento terra a ridosso di Via Antica Arischia e mai finiti, con tanto di marciapiedi (evviva) iniziati, ma lasciati a metà, ancora cantierizzati (SIC!). Perché allora tutta quella fretta? Ci si domandò al tempo: c’è davvero interesse a costruire ancora case a Pettino? Secondo quale domanda del mercato? C’è necessità davvero di parcheggi in questa zona?

È importante allora pensare di rideterminare alcune destinazioni del Piano urbanistico, che come sappiamo ha più di 40 anni e va rinnovato. Come? Di certo tramite una volontà politica, facendo prendere all’Amministrazione alcune decisioni piuttosto che altre, nel rispetto degli interessi di tutti.

È sicuro che la non trasparenza e la non partecipazione non pagano, anzi spesso fanno sì che vengano su nei territori in cui viviamo opere inutili, funzionali solo a interessi di pochi ai danni della collettività.

Allora continueremo a monitorare e a tenere alta l’attenzione per far sì che il nostro quartiere possa diventare sempre meglio e più bello, a misura delle famiglie che ci vivono e che hanno diritto a dire la propria, hanno diritto a volersene prendere cura.

Più il quartiere diventa brutto a causa di scelte sbagliate, più il prezzo delle case si svaluta e la qualità della vita diminuisce, più la gente andrà via e più non avrà senso costruire un bel niente. E allora anche nell’interesse socio economico della città che bisogna informarsi, farsi sentire ed agire quando c’è bisogno”.

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