L’AQUILA – “Credo che bisogna fare chiarezza sulla vicenda della fontana di piazza dei Gesuiti: si era già parlato di riportare la statua di Teofilo Patini nella piazza del Teatro in via di rifacimento, allo stesso modo è stata avanzata la proposta, è stata lanciata l’idea, nulla di più, di riportare la fontana dove era stata per secoli, a piazza Palazzo. Qui non è che uno si sveglia la mattina e decide quello che vuole….”
Paragonato ironicamente sui social financo al barone Georges Eugène Haussmann, che ha metà ‘800 per conto di Napoleone III ha rinnovato urbanisticamente Parigi rispetto il suo assetto medioevale, a parlare ad Abruzzoweb è Raffaele Daniele, di Fratelli d’Italia, vicesindaco dell’Aquila, che ha tra le deleghe anche quelle alla Ricostruzione dei beni pubblici, oltre che al Bilancio, Commercio e Attività produttive.
La proposta che riguarda la fontana, da collocare eventualmente a piazza Palazzo, dove anche lì è in corso l’opera di radicale rifacimento, ha sollevato un vespaio di polemiche, anche nell’eventualità di un conseguente spostamento della statua dello storico latino Sallustio Crispo. E non solo sui social, visto che è intervenuta l’opposizione di centro sinistra, e anche, dallo stesso centrodestra, Carla Mannetti, consigliere regionale della Lega, che è arrivata ad affermare che “il vice sindaco dovrebbe abbandonare impulsi neo-spagnoleggianti che ricordano proprio la tendenza a dominare gli aquilani di quel periodo storico, rendendosi conto che è un amministratore pubblico pro-tempore, come tutti coloro che ricoprono cariche elettive”.
Raffaele Daniele è del resto già nell’occhio del ciclone per essere stato il principale fautore della scelta della pietra bianca con cui si sta completando la ripavimentazione dell’asse centrale dell’Aquila, che però è soggetta a sporcarsi oltremodo e comporterà ingenti spese per la costante ripulitura.
Precisando di avere le “spalle larghe”, nella sua replica a tutti i detrattori, Daniele ribadisce in merito alla fontana, che “il mio voleva essere un invito al dibattito pubblico e invece alcuni personaggi per uscire dalla mediocrità amministrativa e in cerca di visibilità, mi hanno attaccato, arrivando ad affermare che sono matto, perché vorrei togliere la statua di Sallustio da piazza palazzo, cosa che non ho mai detto”
Daniele coglie dunque l’occasione per tornare a difendere la spada tratta la scelta della pavimentazione bianca.
“Ma quale ‘trasformare L’Aquila in una città di mare’, come dice qualcuno, nel 1400 la pavimentazione a L’Aquila era bianca”, e all’osservazione del cronista, “ma qui il problema non è che la pavimentazione sia bianca, è che c’è grossa difficoltà a farla restare tale”, Daniele risponde, “le dico una cosa: sono stato a San Marino dove era in gita scolastica mia figlia, e lì la pavimentazione è bianca, identica alla nostra, realizzata anni fa. Ebbene, una volta che si forma la patina, con il tempo, diventa stupenda. Del resto se qui a L’Aquila la pavimentazione l’avessimo fatta grigia sarebbe diventata nera. Anche ad Avignone c’è la medesima pavimentazione, ed è bellissima. Tutti quelli che vengono a L’Aquila apprezzano moltissimo la pavimentazione, ma purtroppo c’è una piccola minoranza di questa città, molto rumorosa, che rema contro, che fa apparire L’Aquila diversa da quella che è”
Alla domanda dunque, “ma non sarebbe appunto a maggior ragione il caso di attivare percorsi di partecipazione, in modo tale da prevenire eventuali e prevedibili polemiche su scelte urbanistiche di arredo urbano sentite come calate dall’alto?”, questa è la risposta di Daniele: “La scelta del ponte Belvedere è nata da un percorso di partecipazione. Fermo restando che andava salvaguardata la residenzialità del palazzo sottostante. Ed è stato scelto un progetto che non era quello che avevo io caldeggiato. La città ha scelto diversamente, e va bene così”.
Aggiunge però Daniele: “se un percorso di partecipazione deve diventare una situazione in cui l’amministrazione o il sottoscritto facciamo una proposta, e si scatena subito il tiro al piccione con gente che comincia a urlare ‘questo ha un delirio di onnipotenza’, allora diventa tutto complicato. È difficile fare un percorso di partecipazione dove c’è una faziosità di fondo, che mira demolire il titolare della proposta. E non può essere il social network diventi la platea della discussione, con quattro persone che scrivono frasi livorose, mentre poi però ci sono altre cento persone 100 mi telefonano dicendosi d’accordo con me, aggiungendo che sui social non scrivono, altrimenti ‘massacrano anche me'”.
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- L’AQUILA: DANIELE, “SPOSTAMENTO FONTANA SOLO UNA IDEA”, “PAVIMENTAZIONE CON TEMPO SARA’ STUPENDA”L'AQUILA - "Credo che bisogna fare chiarezza sulla vicenda della fontana di piazza dei Gesuiti: si era già parlato di riportare la statua di ...