L’AQUILA – Esiste sin dagli albori della Regione Abruzzo, e sin dai moti aquilani del 1971 per il braccio di ferro sul capoluogo regionale e sulla localizzazione degli assessorati, una chiave di lettura politica per interpretare fatti ed eventi apparentemente tra loro slegati: la rivalità tra il capoluogo d’Abruzzo L’Aquila e la capitale economica Pescara, tra aree interne e aree costiere.
E facendo su di essa affidamento si può dar credito a quanto si dice negli ambienti del centrodestra, ovvero che l’importante convegno nazionale del 24 ottobre scorso, “Il Piano Mattei e la sfida industriale” a L’Aquila, fortemente voluto dal sindaco, Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia, abbia avuto come finalità proprio quella di fare per così dire “concorrenza” con un evento concomitante alla Riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7, che si è svolto a Pescara dal 22 al 24 ottobre su volontà del governo di centrodestra a trazione Fdi, anche se in questo caso a fare la parte del leone è stata Forza Italia presente con il suo leader, il vice premier e ministro degli esteri Antonio Taiani.
Un evento di portata internazionale, quello del capoluogo adriatico, che ha escluso il capoluogo d’Abruzzo, provocando, seppur dietro le quinte, e senza che nulla trapelasse, una polemica non per questo meno forte, che nessun leader nazionale e regionale ammetterebbe mai. Ma che nel centrodestra regionale di Marco Marsilio, anche lui di Fdi, con segretario regionale del partito il senatore Etel Sigismondi, e in Forza Italia, guidata dal deputato Nazario Pagano ha prodotto qualche mal di pancia ed anche imbarazzo istituzionale visto che L’Aquila non solo è stata esclusa come città ma anche come rappresentanza dal momento che il suo primo cittadino, tra l’altro responsabile nazionale degli enti locali dei meloniani e fresco di elezione a capo dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) abruzzese, non è stato invitato.
E Biondi, amico del premier Meloni eletta alla Camera nel collegio L’Aquila-Teramo che ci è rimasto a dir poco male, perché nel palinsesto del G7 non è stato previsto nemmeno un appuntamento della quattro giorni nella città adriatica e per il mancato coinvolgimento del territorio che suo malgrado ha conquistato notorietà internazionale per la tragedia del terremoto, e che nel 2009 aveva già ospitato il G8 con la città ancora distrutta.
Sarebbe stata insomma l’occasione di far vedere quali e quanti passi avanti dopo 15 anni sono stati compiuti nell’immane sforzo della ricostruzione post terremoto che è diventata un modello nel mondo.
E’ così il 24 ottobre si è tenuta all’Aurum di Pescara tirato a lucido l’ultima giornata di lavoro della Riunione dei ministri dello Sviluppo dei Paesi G7, presieduta dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, di Forza Italia.
I temi discussi, ha sintetizzato la nota del Ministero degli Interni, sono stati la “sicurezza alimentare e sistemi agroalimentari sostenibili; infrastrutture e investimenti sostenibili; salute globale. Il comune denominatore dei diversi approfondimenti, però, si è incentrato sul ruolo svolto dalla cooperazione allo sviluppo come strumento straordinario di pace, crescita e stabilità”.
Mentre a L’Aquila, roccaforte di FdI perché qui nel 2017 con la conquista del primo capoluogo di regione la irresistibile scalata, è cominciata nella sede municipale di Palazzo Margherita, sempre il 24 ottobre, nelle stesse ore, con un Biondi padrone di casa sereno ed accogliente, si è parlato di un tema affine, le “nuove opportunità di sviluppo e cooperazione”, nel convegno “Il Piano Mattei e la sfida industriale”, a cui hanno preso parte big della politica e della imprenditoria: tra tutti il viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, il numero del ministero degli esteri presieduto da Taiani star a Pescara, il presidente di Leonardo Spa, Stefano Pontecorvo, e a cui hanno preso parte anche il presidente Marsilio, e Alberico Gambino, vicepresidente della Commissione Affari Esteri (Afet) del Parlamento Europeo.
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