L’AQUILA: ESPROPRIAZIONI POST SISMA, STANGATA SUL COMUNE, DEVE 630MILA EURO AI TITOLARI DI 2 FONDI

di Gianpiero Giancarli

2 Gennaio 2023 08:30

L'Aquila - Cronaca, Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – La Corte di appello degli Abruzzi ha ancora al vaglio un buon numero di ricorsi relative alle stime degli indennizzi dovuti ai titolari dei fondi che sono stati penalizzati dalle espropriazioni  post sisma.

Queste somme, come da accordi pregressi, sono poi a carico del ministero dell’Economia anche se le controversie civili  vengono instaurate contro il Comune.





Si susseguono, pertanto, le stangate della Corte d’appello su Comune e Stato in relazione alle opposizioni per le stime degli indennizzi  e la  dinamica è sempre la stessa: Il Comune ha  espropriato con procedura d’ urgenza dei terreni a determinate cifre ma poi ci sono le opposizioni dei  titolari  delle aree che quasi sempre  ottengono  dalla magistratura somme superiori nei giudizi instaurati contro l’ente locale.

Ci sono, dunque, due pronunce relativamente recenti in  questa direzione.

Una riguarda l’espropriazione di un area nella frazione di Tempera dove sono stati realizzati dei complessi per il Progetto Case.





In questo caso la Corte di appello, competente  per materia, ha determinato le indennità che spettano al titolare del terreno in conseguenza della legittima  occupazione ed espropriazione degli immobili in oltre 450mila euro.

Si tratta di una somma ingente anche se il Comune ne aveva già stanziata una buona parte sulla scorta della valutazione fatta dall’ente che era inferiore a quella stabilita dai magistrati.

La seconda sentenza, infine, riguarda la contestazione dell’indennità di espropriazione a Paganica dove  sempre a causa del sisma, sono stati realizzati dei Map e delle connesse opere di urbanizzazione. I giudici di appello hanno deciso che, al riguardo, la valutazione giusta dell’area espropriata  ammonta a circa 186mila euro.

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