L’AQUILA – “Non è mai troppo tardi” era il titolo della famosa trasmissione condotta dal maestro Alberto Manzi. Ed è proprio così. In effetti, nessuno degli ex alunni della sezione B del liceo Cotugno dell’Aquila avrebbe mai pensato che dal quel lontano 1974 si sarebbero ritrovati a mezzo secolo dal diploma. E la rimpatriata è stata un successo nonostante diversi ex alunni vivano da anni altrove ma chi era lontano è tornato: dalla Svizzera, Val D’Aosta ma anche da Milano, Roma etc.
Ma il quid pluris di questo evento è stata la presenza di monsignor Giuseppe Molinari, unico superstite del prestigioso corpo docente di quel periodo. Egli, all’epoca giovane prete, seppe insegnare in modo innovativo e aperto la sua materia coinvolgendo con temi attuali i ragazzi che fino ad allora erano soliti pensare a ben altro nell’ora di religione.
Il prelato per fortuna sua (e nostra), ha avuto la possibilità di esercitare il suo ministero sacerdotale in luoghi a lui cari e vicini all’Aquila: prima parroco a Santa Rita, successivamente a Rieti a capo della locale diocesi per poi essere nominato arcivescovo metropolita della sua città diventando il religioso più amato di sempre dai fedeli.
Una riunione, dunque, dove la nostalgia ha subito ceduto il posto al brio e alle battute dell’uno o dell’altro, con la partecipazione divertita del monsignore che non ha resistito alla “tentazione” di benedire tutti i presenti estendendo il valore dell’atto solenne anche ai pochi assenti (per forza maggiore). Il collante di questa iniziativa è stato certamente un ritrovato senso di appartenenza, forse insospettato, che ha fatto evaporare subito l’imbarazzo tra chi non si vedeva da 50 anni.
Il tutto condito con soliti lazzi, inevitabili in certe circostanze anche con il concorso esterno di Bacco, ma ma pure c0n le poesie di Massimo Di Pietro oppure con la lettura dell’opuscolo “Maturi ma non troppo all’ombra di Domenico Cotugno”, realizzato da Maurizia Marchetti nel quale si scopre la figura del famoso medico cui fu intitolato il liceo aquilano ma in esso ci sono anche tanti curiosi aneddoti sulla classe uno dei quali riguarda anche don Giuseppe. Nell’elaborato si rivolge anche un “affettuoso pensiero ” a Patrizia Ciccone l’unica persona scomparsa di quella classe.
Va detto che l’idea di questa riunione è stata di Paola Bellisari che ha messo a disposizione la sua magnifica location di palazzo Ciolina a meno di un tiro di schioppo dalla vecchia sede del Cotugno in centro che è stata tale fino al 6 aprile 2009. Ella è stata omaggiata con un magnifico piatto di ceramica con le firme di tutti i componenti della classe. Molto impegnato per il buon esito dell’evento anche Carlo il di lei marito.
Per l’evento sono state create due chat, una organizzativa con Paola, Margherita, Maria Vitttoria, Maurizia, etc sugli scudi, e l’altra più ciarliera, che hanno prodotto centinaia e centinaia di interventi comunque utili a riannodare “il dove eravamo rimasti?” con il presente. Ma anche con il futuro visto che si incontreranno di nuovo.
Una digressione: quasi tutti si sono conosciuti mezzo secolo fa ma alcuni di essi si erano già incontrati ben prima avendo frequentato il corso A della scuola elementare De Amicis con i maestri Vera Virgilio Mancinelli e Roberto Madama.
Ecco la classe con i nomi di chi ha comunque frequentato il corso B, anche di chi non ha potuto partecipare: Paola Bellisari, Gianlorenzo Ciccozzi, Adelchi Mucciante, Pierluigi Mantini, Fiormilio Di Carlo, Maria Vittoria Mucciante, Alberto Coccovilli, Francesco Nolletti, Massimo di Pietro, Sonia Bucci, Anna Tatoni, Massimo Occhionero, Sandra Imperatori, Maurizia Marchetti, Santina Romano, Margherita Colagrande, Alberto Baiocco, Maria Antonietta Del Beato, Domenico Di Fiore, Emilia Di Pasquale, Adelaide Equizi, Leila Fabiani, Giuliano Mancinella, Vera Giangiuliani, Luigi Irace, Rita Petrucci, Giampiero Giancarli, Paolo Leopardi, Maria Assunta Accili, Alessandro Gianforte, Guido D’Angelo, Elisabetta Ortenzi, Nicola Incorvati, Gabriella D’Ascenzo, Alma Righetti, Emilia Di Pasquale,Angela Pace.
All’evento, caratterizzato anche da una magnifica penna rievocativa, era stato invitato ad honorem come fuori quota anche Carlo Gizzi, che non frequentò quella sezione, ma nella veste di liceale di lungo corso, purtroppo un impegno gli ha impedito di essere essere lì.
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