L’AQUILA – “Ormai siamo oltre il delirio di onnipotenza e non mi riferisco a eventuali responsabilità penali, ma a un livello inqualificabile raggiunto da alcune figure politiche sia nel linguaggio che nei contenuti. La volgare e sguaiata imprecazione del sig. vicesindaco avv. Daniele , oltre a offendere il Consigliere Rotellini a cui va la nostra solidarietà, oltraggia la sala consiliare che è la casa di tutti gli Aquilani”.
Ancora polemiche, con l’intervento del coordinatore regionale di Demos, Alfonso D’Alfonso, per una foto d’epoca affissa alla sala conferenze di palazzo Margherita, sede del consiglio comunale dell’Aquila, che fa parte di una serie di immagini rinvenute a Palazzo Fibbioni nei giorni del trasloco.
Ad innescare la polemica, con un post su Facebook, è il consigliere di centrosinistra al Comune dell’Aquila Lorenzo Rotellini, che ha allegato anche la foto in questione, minacciando una denuncia per apologia di fascismo.
Sul caso è subito intervenuto Raffaele Daniele, vice sindaco con delega alla Ricostruzione dei beni pubblici, sottolineando: “Il consigliere Rotellini non perde occasione per alimentare, inutilmente, odio e rancore in città fomentando sterili polemiche che creano contrapposizioni in clima quasi da guelfi e ghibellini”.
Scrive nella nota D’Alfonso: “Ognuno all’interno delle proprie mura domestiche o nell’ esercizio della propria professione si esprime per quello che è, ma quando si è in un luogo istituzionale si impone un comportamento decoroso e un linguaggio rispettoso. Un comportamento di tale gravità viene ulteriormente appesantito dall’esposizione della foto del piccolo “figlio della lupa” che fa il saluto romano. Una foto che oltre a rappresentare il regime fascista, esalta quanto di peggio si sia potuto fare a danno della gioventù dell’epoca, privarla di ogni forma di libertà e di spirito critico. Non sappiamo se il Sindaco e il Presidente del consiglio ritengano “accettabile” il comportamento del vicesindaco né se sono a conoscenza del come la fotografia del ventennio sia stata esposta comunque ci aspettiamo le pubbliche scuse per il primo caso e un’attenta indagine interna per il secondo. Rimane l’amara constatazione che quello che doveva essere un gioioso momento della rinascita civica sia stato trasformato in uno squallido tentativo di ridurre l’aula delle adunanze in un” bivacco di manipoli”.
“Tutti gli Aquilani sinceramente democratici s le forze sia sociale che politiche debbono dar vita a una mobilitazione eccezionale perché è arrivato il momento che la destra al governo sia cittadino che della regione prenda le distanze da questi comportamenti, allontanando gli autori, oppure li condivide e allora l’unica risposta è la mobilitazione”, conclude D’Alfonso.
Aveva detto Daniele: “Oltre quella riportata dall’esponente di opposizione e scattata a Piazza Palazzo ve ne sono altre, tutte in bianco e nero e tutte raffiguranti luoghi e spazi iconici della città, affisse all’ingresso, nei corridoi, nella sala commissioni e nella sala conferenze della sede municipale – ha spiegato in una nota Daniele – Degli ‘affreschi fotografici’ rappresentativi di una città che fu, di fatto ereditati da passate amministrazioni, e che ci è sembrato giusto mettere a disposizione e far conoscere alla comunità. Sono tutte fotografie che fanno parte del portato storico di questa terra e che nessuna cancel culture può eliminare”.
“E, contrariamente a quanto affermato da Rotellini, non vi è alcuna apologia di fascismo. Ad essere immortalato in primo piano vi è un bambino, non un gerarca in camicia nera o un rappresentante di una dittatura che non il sottoscritto ma la storia ha definitivamente archiviato e che nessuno di questa amministrazione ha intenzione di difendere o, tantomeno, rievocare nel nome di ideologie che appartengono al secolo scorso e, pertanto, al passato”, ha concluso.
IL PD, “E’ APOLOGIA DEL FASCISMO”
“Condividiamo profondamente l’azione dell’Anpi che, stamane, ha voluto affiancare simbolicamente un fazzoletto tricolore dell’associazione dei Partigiani alla fotografia del bambino intento a fare il saluto fascista posizionata nella sede comunale di Palazzo Margherita- Condividiamo il senso dell’iniziativa, la volontà di mettere in evidenza come la battaglia di Liberazione abbia salvato anche quel bambino dall’orrore distruttivo dell’oppressione nazi-fascista”.
Cosi’ il partito democratico in una nota.
“Aver affisso quella fotografia a Palazzo Margherita è un fatto gravissimo: lo scatto, infatti, restituisce tutta la violenza fascista, l’indottrinamento imposto ai bambini attraverso un’educazione paramilitare che costituiva parte fondamentale della propaganda; divise, marce, esercitazioni, disciplina, braccia tese volevano ‘formare’ la coscienza e il pensiero dei giovani italiani per farli diventare i “fascisti di domani”. Omologazione e controllo: il contrario della libertà e della democrazia.
Ecco il motivo per cui quella fotografia è così violenta e va rimossa, ecco il motivo per cui è doveroso ricordare, nella città dei Nove Martiri, le donne e gli uomini che liberarono quel bambino, sconfiggendo la barbarie e restituendoci il fondamento della vita democratica, la Costituzione antifascista, di cui Palazzo Margherita, come ogni luogo dell’istituzione Repubblicana, è simbolo profondo. Non è una fotografia che racconta un fatto storico che ha caratterizzato la vita della città; è una fotografia che si configura come apologia di fascismo.
Prosegue la nota: “in questo senso, ci lasciano sconcertati le parole del vicesindaco della città che parla, confusamente e a sproposito di ‘cancel culture’ e di “sterili polemiche che creano contrapposizioni in clima quasi da guelfi e ghibellini”. Al contrario, va continuamente alimentata la memoria dell’orrore fascista affinché la storia non si ripeta: su questo, non possono esserci contrapposizioni. E ci auguriamo che, davvero, “nessuno di questa amministrazione” voglia “difendere o, tantomeno, rievocare” – per usare le sue parole – quei tempi terribili “nel nome di ideologie che appartengono al secolo scorso e, pertanto, al passato”. Per questo, continueremo a denunciare ogni assenza del primo cittadino alle celebrazioni del 25 Aprile; per questo, continueremo a chiedere all’amministrazione attiva di mantenere sempre viva – con la presenza – la memoria dei Nove Martiri, prendendo le distanze da quei politici che, in un recente passato, hanno definito “un bivacco” le manifestazioni nella piazzetta che porta il nome dei nostri martiri giovinetti. Per questo, chiediamo venga finalmente riconosciuta la cittadinanza onoraria all’onorevole Liliana Segre, proposta tenuta vergognosamente chiusa in un cassetto da anni. Per questo, la fotografia affissa a Palazzo Margherita va rimossa. Immediatamente”.
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