L’AQUILA – Convivere con un linfoma inguaribile, con la consapevolezza che ogni giorno sarà sempre più difficile armarsi di pazienza e affrontare malattia e disservizi mentre, come se non fosse sufficiente, all’improvviso dall’ospedale arriva anche la “sorpresa”: “questi cerotti non li abbiamo più, i pazienti dovranno procurarseli da soli”. Costo: circa 20 euro l’uno, per un cambio a settimana. Pensione: 900 euro.
È sempre più faticoso per il cronista raccogliere testimonianze drammatiche come questa, arrivata da una donna aquilana, paziente ematologica di quasi 70 anni, che chiede di restare anonima e che racconta ad AbruzzoWeb un lungo e doloroso calvario che dura da 7 anni, culminato negli ultimi giorni con una spietata comunicazione arrivata direttamente da un’infermiera del reparto di Ematologia dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila.
E così, mentre la Regione si trova ad affrontare il caos scatenato dal pesante deficit della sanità, con un buco nel 2024 di oltre 113 milioni di euro, tra tagli e blocchi – come nel caso dei contratti dei precari amministrativi, per i quali oggi è almeno arrivata una proroga di 4 anni – nella Asl più indebitata d’Abruzzo, per oltre 46 milioni, la situazione è questa: la qualità dei servizi crolla sempre di più.
Costretta dalla malattia alla somministrazione di farmaci e terapie tramite Picc, catetere venoso inserito all’altezza del braccio, ogni settimana va in ospedale per la medicazione al termine della quale le viene cambiato il cerotto, fondamentale per proteggere il punto di inserzione da eventuali agenti esterni che potrebbero portare pericolose infezioni.
La doccia fredda nel corso dell’ultima medicazione: “L’infermiera mi ha detto, come ha fatto anche con altri pazienti, che quello era l’ultimo cerotto ‘buono’ che avevano, che gli altri che avranno a disposizione sono ‘diversi’ e che, insomma, sarebbe meglio cercare quelli che abbiamo sempre usato fino ad oggi. La cosa mi ha subito colpita ma, ovviamente, sono uscita diretta in farmacia per accertarmi della disponibilità”.
A quel punto un’altra amara scoperta: “Non si trovano così facilmente. Bisogna che dalla farmacia facciano un ordine importante, di almeno 300 pezzi. Quindi sono tornata a casa e ho cercato una soluzione su internet. È stato in quel momento che mi sono accorta di quanto costassero. Il prezzo più basso che ho trovato, per la misura che mi occorre, si aggira intorno ai 18 euro, ai quali si aggiungono le spese di spedizione. In pratica siamo oltre i 20 euro per un solo cerotto che devo necessariamente cambiare ogni settimana”.
Costi che, sempre più spesso, ricadono sui pazienti con la Regione, guidata da Marco Marsilio, di FdI, confermato a marzo dello scorso anno per lo storico secondo mandato, che per far uscire l’Abruzzo strutturalmente dal debito sanitario prodotto dalle quattro Asl, è costretta a seguire la ricetta illustrata nelle scorse settimane dall’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì: centralizzare l’acquisto di beni e servizi, introdurre una programmazione sull’acquisto dei farmaci, bloccare il turn over sul personale non sanitario e quindi le assunzioni degli amministrativi, provvedimento firmato dal direttore del Dipartimento Sanità, Emanuela Grimaldi.
Se da un lato, va evidenziato, arrivano puntuali “precisazioni” e richieste di rettifica nei comunicati ufficiali a firma della Direzione sanitaria, guidata dal manager Ferdinando Romano, dall’altro, altrettanto dettagliate e accurate, si moltiplicano le segnalazioni di pazienti che, con ogni beneficio di dubbio, non avrebbero particolari motivi per inventare storie e circostanze irreali.
Già negli scorsi mesi, infatti, sono state decine le denunce, raccolte anche da questo giornale, su disservizi sempre più frequenti.
Tra i casi più eclatanti c’è il “giallo” della biancheria con i pazienti costretti a portare cuscini e coperte da casa, senza capire perché, a chi appartenga la responsabilità di questo disservizio, visto il rimpallo di responsabilità tra la Asl e l’impresa incaricata della fornitura.
Bollate come “notizie prive di fondamento” nell’ennesima richiesta di rettifica inviata da uno studio legale, la questione resta, perché di casi del genere se ne contano tanti ogni giorno.
Adesso mancherebbero anche i cerotti: “È davvero difficile affrontare questa malattia, ma lo è ancora di più in queste condizioni. Chiedendosi cosa si riuscirà a pagare questo mese. Se rimandare il pagamento di una bolletta per comprare un cerotto, se stare ancora più attenti a fare la spesa per potersi permettere un farmaco. La malattia può toglierti la vita ma queste continue ferite ti tolgono la dignità”.
- L’AQUILA: IN OSPEDALE FINITI I CEROTTI “BUONI”, “DEVO COMPRARLI IO, CON PENSIONE DI 900 EURO”L'AQUILA - Convivere con un linfoma inguaribile, con la consapevolezza che ogni giorno sarà sempre più difficile armarsi di pazienza e affrontare ma...