L’AQUILA: MINI DEBITO PERDONANZA, COMUNE E ATENEO DI BOLOGNA IN LITE PER POCHI SPICCIOLI DA 30 ANNI

di Giampiero Giancarli

21 Gennaio 2023 09:18

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Altro che riconciliazione. La Perdonanza, evento  simbolo di pace nel mondo, è stato spesso al centro di rivendicazioni e controversie finite anche nelle aule giudiziarie.

Una di queste è quella che vede  Comune dell’Aquila e Università di Bologna in lite per pochi spiccioli  per una  vicenda risalente a 31 anni fa. Il tutto condito con missive tra  i rappresentanti dei due enti. E lo stesso sindaco dell’epoca invitò il rettore della prestigiosa università a non avviare azioni giudiziarie.

Il caso è stato  di recente al vaglio della Cassazione che con ordinanza ha rimesso gli atti alla Corte di Appello degli Abruzzi per una nuovo giudizio andando incontro alle istanze dell’ente locale aquilano.





La controversia trae origine da una richiesta di decreto ingiuntivo di 25mila lire, quindi vecchio conio, a titolo di contributo per uno spettacolo, una rappresentazione teatrale, organizzato nell’ambito delle celebrazioni della Perdonanza nel lontano 1992.

Il Comune si oppose deducendo la propria carenza di legittimazione passiva in favore del Comitato Perdonanza dell’epoca e, in subordine, l’assenza di una delibera autorizzativa di spesa.

Il tribunale rigettò l’opposizione e la sentenza venne confermata in appello nel 2017.





La Cassazione, con verdetto  pubblicato il 13 maggio scorso, ha accolto il ricorso del Comune che non vuole pagare, con una ordinanza pubblicata alcuni mesi, e ha rinviato al giudizio di legittimità la valutazione del caso cassando la sentenza. La valutazione spetterà a un collegio  di secondo grado diverso da quello che ha già trattato il caso, Va detto anche che gli enti sono quasi obbligati dalla legge ad avanzare determinate pretese per non incorrere in omissioni che potrebbero essere contestate dalla magistratura contabile.

“In assenza di un valido contratto”, si legge nelle motivazioni, “idoneo a far sorgere un rapporto obbligatorio in capo al Comune, è erronea la conclusione del giudici di merito essendo esclusa anche la diversa conclusione circa l’esistenza di una valida ricognizione del debito”.

“Un comitato”, si legge nell’atto, “pur costituito da un ente pubblico, configura una struttura privatistica la quale opera nel diritto privato con piena autonomia di gestione”. Per cui, in sostanza, risponde delle obbligazioni assunti dai suoi rappresentanti. Del resto il Comune non aveva stipulato contratti con l’Ateneo,

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