L’AQUILA – Operazione di Procura della Repubblica e carabinieri per contrastare la violenza tra bande, formate per lo più da stranieri, all’Aquila, che sono stati protagonisti di gravi episodi, tra cui rapine, risse ed episodi di violenza, in particolare nel centro storico.
I militari dell’Aquila, hanno dato seguito a una misura cautelare emessa dal tribunale del capoluogo regionale nei confronti di cinque ragazzi di nazionalità egiziana accusati, a vario titolo, di aver messo a segno due rapine in danno di un tunisino, di 16 anni, derubato, complessivamente, di poco più di 100 euro: degli indagati, che hanno una età tra 19 e 25 anni, due sono finiti in carcere, mentre gli altri tre sono stati allontanati con il divieto di dimora nell’intera provincia dell’Aquila. Si tratta di Hamdy Mohamed Skeen, Yusuf Hafed Mahammad, Gamaleldin Walid Mahomoud Soliman, Ghanem Osama Ayman Ahmed Abdelmoghny, Eltanhay Mohamed Reda Aboelmaaty, i primi due in carcere.
I risultati dell’azione scattata ieri sono stati resi noti in una conferenza stampa a palazzo di giustizia alla presenza del nuovo procuratore capo, responsabile della distrettuale antimafia dell’Abruzzo, Alberto Sgambati, alla sua prima uscita ufficiale, il sostituto Ugo Timpano, il comandante provinciale di carabinieri, Nicola Mirante, e altri ufficiali.
In particolare, gli episodi risalgono al 9 aprile (nella zona di Collemaggio) e al 15 maggio (nell’area del Parco del Castello) e sono stati portati a termine con l’uso di armi da taglio e bastoni. Nel corso del fatto più recente, un vigilante intervenuto a difesa della vittima è stato a sua volta aggredito e ferito, senza che egli potesse far nulla per bloccare l’azione criminosa in cui si era imbattuto casualmente.
“Questa operazione – ha detto il procuratore capo Sgambati – si va a inserire in una particolare attenzione per debellare il gravoso fenomeno della delinquenza di strada. Devo dire che sono molto soddisfatto per i risultati ottenuti”. “Una delle prime cose che mi hanno riferito”, ha affermato il pm Timpano che è all’Aquila da poco, “è questo genere di problemi. Abbiamo fatto una richiesta di incidente probatorio per sentire le parti lese per evitare che queste persone si allontanino dalla città”.
Alcuni dei destinatari delle misure hanno tentato di sottrarsi ai provvedimenti cautelari allontanandosi anche verso le vicine province e anche fuori regione. Le conseguenti perquisizioni nei confronti dei fermati hanno permesso di rinvenire e sequestrare una mazza da baseball e una pistola giocattolo priva del tappo rosso. In sequestro anche una decina di grammi di hashish destinati verosimilmente alla vendita. Per questo, due degli indagati dovranno anche rispondere di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.
“Queste iniziative – ha ripreso Sgambati – rientrano in un controllo del territorio che stiamo cercando di rafforzare con la conoscenza di queste persone e dei loro modi di operare”.
“Sottolineo la sinergia tra le forze dell’ordine,” ha spiegato il colonnello Mirante, ” e ringrazio il nuovo procuratore che ha fatto sentire la sua presenza e il risultato di oggi è frutto anche della spinta che egli ci ha dato. Risultati importanti e anche immediati. Nonostante l’efferatezza con uso di coltelli e bastoni, anche una mazza da baseball e una pistola finta, e che le ferite riportate dalla parte lesa, un minore, non siano denunciate. A noi interessa dare una risposta alle richieste di sicurezza. A noi interessa dare una risposta alle richieste di sicurezza. In questo caso un vigilante, che era lì per caso, ha dato l’allarme in quanto tutti erano scappati. Il quadro dei fatti è certo e ringrazio anche i militari della stazione. Questo è solo l’inizio”.
Le articolate indagini hanno permesso agli inquirenti di ricostruire, anche attraverso numerose testimonianze e l’acquisizione di immagini dai circuiti di sorveglianza, i due episodi di rapina in cui la vittima sarebbe stata attinta da tre fendenti, uno al polso, un secondo alla spalla e il terzo al fianco. Le coltellate sferrate, fortunatamente, avrebbero provocato solo lievi ferite guarite senza che la vittima abbia mai fatto ricorso alle cure mediche. L’operazione condotta dai militari dell’Arma si contrappone, efficacemente, ai recenti e clamorosi atti di inaudita violenza accaduti al Parco del castello e nella zona di Collemaggio, scenario in cui si sono scontrate scellerate bande di stranieri per contendersi porzioni di territorio da sfruttare per condurre attività criminali.
Probabilmente, – hanno spiegato gli investigatori – gli autori pensavano di farla franca e agire impunemente, però, Procura e Carabinieri sono intervenuti in sintonia con le decisioni maturate in sede di comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica. Pertanto, muovendosi sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, focalizzata la problematica, sono riusciti, in breve, a neutralizzare il ripetersi di gravi comportamenti antigiuridici perseguiti dal gruppo di giovani stranieri che in un passato non troppo lontano, sono stati ospiti nelle case famiglia della città poiché minorenni all’epoca dell’accoglimento.
Un contributo è arrivato anche dai responsabili delle case famiglie che hanno collaborato alle indagini. Gli indagati sono assistiti dall’avvocato Sonia Giallonardo.
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