L’AQUILA: ‘SERENAMENTE’ SVELA I SEGRETI DELLE CASE COLORATE

di Rocco Pollice*

1 Gennaio 2011 11:45

Regione - Serenamente

L’AQUILA – Qualche mese fa, alcune testate giornalistiche abruzzesi, tra le diverse questioni legate al problema della ricostruzione, rilevarono anche il fatto che le case ristrutturate o in via di ristrutturazione, venissero restituite alla vista dei cittadini in mille colori diversi!

Non a caso tra i primi a sottolineare questo fenomeno e (soprattutto) ad attribuirgli un significato positivo, fu un amato e amico concittadino che, pur avendo provato sulla sua pelle tutte le declinazioni negative possibili associate al terremoto, è riuscito a sublimarle e tradurle in un inno alla vita, al suo valore, al suo significato, all’interno del miracolo dell’uomo, della natura, dell’universo.

Plotino scriveva che l’oggetto primario della vista è il colore e la realtà è colorata. I colori sono l’immagine simbolica della totalità nelle sue diverse manifestazioni: reale, esperienziale, psichica.

E Giustino, elegante, attento, sensibile e sobrio neoplatonico, infatti scriveva in sintesi che “…è come se la città, che cerca lentamente di rinascere, voglia sbarazzarsi di colori cupi […] È come se ci si voglia lasciare dietro le spalle il buio di quella notte quando, fuggendo dai luoghi di una vita, tutto era buio, indistinto, con la polvere che copriva anche i tenui bagliori della luna.[…] Sono i colori vivaci che hanno guidato i sopravvissuti alla ricerca delle tracce di esistenze che non ci sono più ma che illuminano i ricordi. Passa il tempo, le macerie vengono accantonate, in piccola parte rimosse, e la città prova a rimettersi in moto…”. Secondo noi, aveva e ha ragione.

”L’AQUILA A COLORI”, LA FOTOGALLERIA (di Elisa Marulli)

Nonostante tutto ciò (una sintesi di buon senso, di sensibilità, di memoria storica), nelle ultime settimane, interviste televisive, commenti e lettere ai giornali, editoriali e molti interventi di esperti locali e nazionali su questo “strano” fenomeno, ne hanno sottolineato soprattutto (o solamente…) gli aspetti… Negativi. Attenzione: si parla delle nostre vecchie case (quelle rimaste in piedi) e non delle c.a.s.e.tte.

Alcuni opinionisti di urbanistica-architettura-estetica-ecc., hanno gridato allo “scandalo” per la deturpazione selvaggia del territorio, la disomogeneità stilistica, la anarchia cromatica delle forme, la rozzezza estetica di quel palazzo piuttosto che di quell’altro, eccetera eccetera.

Immemori, evidentemente, del grigiore (color digerito) delle tristi costruzioni “post-razionaliste e post-post-razionalistiche”, che picchiettano tutte le città italiane; e L’Aquila non ne è stata immune.

Secondo noi, invece, questi spicchi di colore tra le macerie abbondantemente ancora presenti (per gli urbanisti più manichei: esistono anche quelle dell’anima…), sono un segnale assolutamente positivo.

Perché? Perché i colori sono l’universo: quello cosmico e la sua sintesi umana ovvero quello che c’è dentro di noi. Evidentemente gli abitanti di questa meravigliosa ed austera signora, oggi un po’ malheureux, desiderano emozionarsi di cose belle, positive, che proiettano luce nel presente e nel futuro. Serve “allegria“, diceva sempre il nostro amico giornalista; e crediamo che avesse ragione.

I colori e le luci colorate hanno una grande influenza sulla vita di tutti gli esseri viventi. Tutto quanto ha un determinato colore e una specifica vibrazione: le cose, le emozioni, i pensieri, gli stati d’animo eccetera.

Recenti scoperte hanno dimostrato grazie alla teoria dei biofotoni, che luce colorata a bassissima intensità viene emessa dalle cellule e costituisce un rapido mezzo di comunicazione infracellulare.

Alcuni autori affermano che per giungere a questa evidenza scientifica e a tutte le conseguenze a essa collegate “è stato necessario compiere un lungo cammino evolutivo e un complesso percorso scientifico. I mille colori di cui gli antichi dicevano fosse composto l’arcobaleno, i sette colori del prisma di Newton, i tre colori dell’alchimia, i quattro colori delle tipologie antiche e moderne, qualunque sia il numero degli omnes colores, essi sono l’immagine simbolica della totalità nelle sue diverse manifestazioni: reale, esperienziale, psichica”. Tenere in considerazione il linguaggio dei colori, è la base necessaria per utilizzare nella forma più piena questo elemento inseparabile dalla nostra realtà.

Secondo le evidenze scientifiche e le ipotesi più recenti presenti nella letteratura internazionale, in genere le associazioni colori – emozioni sono… piacevoli o spiacevoli.





In linea di massima, i colori caldi (giallo, arancione e rosso) sono attivanti, assertivi o stimolanti e positivi, mentre quelli che tendono al blu e al verde, sono riservati, tranquilli o sereni. D’altra parte da migliaia di anni, alcuni colori del volto degli esseri umani immersi in specifici stati emotivi, suggeriscono a chi li osserva, (appunto) specifici stati d’animo, specifici contenuti ideativi.

La persona felice tradisce un volto radioso, luminoso, trasparente. Chiunque stesse passando un momento critico della propria vita, e gli si chiedesse quale fosse il colore che gli venisse in mente, probabilmente farebbe riferimento a una gamma cromatica che va dal grigio al nero, passando per il marrone.

Diversamente andrebbero le cose se si trovasse in un momento di grande euforia. L’azzurro, il rosso o il giallo avrebbero probabilmente il sopravvento sugli altri colori.

Vogliamo allora tentare di stimare quale sia lo stato d’animo degli aquilani che hanno avuto o stanno avendo la possibilità di rientrare nelle proprie case? E, in antitesi, cosa sentano o provino quelli che sono obbligati a vedere le loro case (o quello che ne rimane…) nella luce fioca delle malte e dei cementi delle macerie?

Proviamo ad attribuire con beneficio di inventario, tenendo in considerazione quello che suggerisce la letteratura internazionale e (soprattutto) con un po’ di gioiosa speranza, uno specifico significato ai colori dei nuovi vestiti delle case aquilane.

Case colorate di rosso: questo colore rappresenterebbe il principio maschile, attivo; indicherebbe la gioia, la festa, l’eccitazione; per gli Indiani d’America significa gioia e fertilità. Ha, nella simbologia precolombiana, significato di vita e del calore e sembra essere utile in caso di melanconia e depressione.

Case colorate di giallo: è il colore che più ricorda il Sole, esprime quindi un movimento di espansione. La scelta del giallo quindi è ricerca del nuovo, del cambiamento, della liberazione dagli schemi. Sinonimo di vivacità, estroversione, leggerezza, crescita e cambiamento. Stimola l’apprendimento, acuisce la mente e la concentrazione.

E quelle colorate in arancione? Nelle culture orientali è simbolo di amore e felicità. È il colore della crescita, simboleggia il sole nascente, è il colore della gioia. Rappresenta la vitalità.

Mentre il verde è il colore della Natura, del mondo vegetale e favorisce la riflessione e la calma.

Il blu rappresenterebbe l’intelletto, la verità, la fedeltà, la costanza, è purificante ed è il colore dello spazio. Induce all’introspezione, alla sensibilità, alla calma e serenità. Sembrerebbe essere utile in caso di stress, nervosismo, ansia, insonnia.

Il bianco rappresenta la luce, la semplicità, il sole, l’aria, l’illuminazione, la purezza, l’innocenza, la castità, la santità, la sacralità, la redenzione.

E il colore delle macerie? Il grigio, che simboleggia la depressione, la barriera tra sé e gli altri; il nero che rappresenterebbe l’oscurità, il vuoto, è un non-colore, pone una barriera tra la persona e il mondo. Ha un effetto depressivo; il marrone che simboleggia mancanza e la perdita di radici…

Potremmo continuare all’infinito. E, in verità, se pescassimo dalla storia, dalla antropologia, dall’archeologia, dalla filosofia, dalla religione, dalla scienza, potremmo scrivere kilogrammi di altre cose credibili, valide o di buon senso.

Ma ci piacerebbe concludere con quanto già ricordato qualche riga fa: c’è bisogno di allegria, di entusiasmo e di nuovi germogli che, perchè fioriscano, sarà bene che vengano alimentati. Almeno dai colori delle emozioni e dei desideri.

E allora, che le case “anarchiche” arcobaleno dell’Aquila, servano a emozionarci e a fare da ponte tra passato e futuro in un clima di rinnovato entusiasmo che sposti l’anima dalla “denuncia” e dalla “rinuncia” verso la speranza, la tenacia e la determinazione.





Per concludere: mi viene in mente quanto si facciano vanto del colore e delle diversità cromatiche che caratterizzano la scenografia urbana, alcune città nel mondo.

Per esempio, in Baviera, la cittadina di Fussen ha fatto da vettore principale per il turismo la caratteristica presenza di abitazioni disomogenee in termini stilistici e per la vastissima gamma di colori che le veste.

Provocazione conclusiva: nel terremoto del 1703, la tragedia incise così profondamente sulla comunità, tanto da spingere a modificare gli storici colori della città (il bianco e il rosso) nel nero e nel verde attuali, rispettivamente uno a ricordo del lutto e l’altro in segno di speranza.

Sarebbe troppo chiederci di ritornare a fare nostri quelli degli antichi (rosso: gioia-forza e bianco: luce-redenzione), ma tentiamo di mantenerli quelli intensi, luminosi, nuovi e attuali.

C’è bisogno di allegria.

* medico chirurgo, specialista in psichiatria e neuropsichiatria infantile, professore aggregato e ricercatore di Psichiatria all’Università dell’Aquila.

BIBLIOGRAFIA

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