L’AQUILA: STALLA A CIELO APERTO A ONNA, TRA INQUINAMENTO E PUZZE

19 Giugno 2012 13:21

L'Aquila - Cronaca, Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Una stalla a cielo aperto in pieno centro storico dà il benvenuto, da circa tre anni, a paesani e ospiti della frazione aquilana di Onna.

Un’accoglienza singolare e maleodorante e uno spettacolo inaccettabile per chi vive o arriva in paese.

A pochi metri dal villaggio donato dal Trentino dopo il terremoto di tre anni fa, infatti, una dozzina di cavalli viene tenuta in una situazione di totale degrado e gli animali giacciono su una palude di sterco e liquami, senza un riparo, tra rifiuti di ogni tipo, malnutriti e in condizioni di estrema sporcizia.

Oltre agli equini, la sfortunata sorte è condivisa anche da tre cani, di cui due meticci legati a una catena di appena due metri e un dobermann, rinchiuso in un’angusta gabbia di fortuna di un metro per due.





Una condizione terribile, quella in cui versano le bestie, tenute senza alcuna cura o norma igienica, abbandonate a loro stesse nel bel mezzo del paese.

Tra i pezzi d’arredamento dell’improvvisata fattoria, più simile a una discarica abusiva, spiccano ferraglie di ogni tipo, frigoriferi abbandonati, traversine ferroviarie e vecchi pancali altamente inquinanti, tra i quali si aggirano libere galline e oche.

“È vergognoso. Gli animali vivono in condizioni estreme, non hanno un ricovero, né è riservata loro la minima cura, senza contare l’inquinamento dell’aria e  il degrado ambientale che si sono generati nel corso del tempo”, denuncia Fabrizio Pica Alfieri, proprietario del terreno che tempo fa ha dato in comodato d’uso ai padroni degli equini.

“Inoltre – prosegue – questo scempio si trova a meno di cinque metri dal centro abitato ed emana un cattivo odore che diventa insostenibile d’estate e attira insetti di ogni tipo. Inoltre, qui vicino, c’è un asilo e i poveri bambini sono costretti a respirare quest’aria malsana”.

Moltissimi gli esposti che, nel corso di questi ultimi tre anni, Pica Alfieri ha indirizzato alle autorità pubbliche per la tutela dell’ambiente come Arta, Asl, Comune dell’Aquila, Forestale, Provincia, Carabinieri e Procura, ma di risposte neppure la traccia.





“La Asl – spiega ancora il proprietario – è l’unico ente a essersi occupato della cosa e infatti lo scorso 14 ottobre 2011 ha inviato al Comune una richiesta di ordinanza di allontanamento degli equini, adducendo come motivazione, però, non  il danno ambientale né le condizioni estreme in cui si trovano le bestie, ma solo il mancato rispetto della distanza minima dall’abitato. Nonostante ciò, l’amministrazione comunale ha continuato a tacere”.

“Sul terreno c’erano anche lastre di amianto – specifica Pica Alfieri – ma almeno quelle sono state rimosse, anche se non so bene da chi. I Vigili del fuoco mi dicono di non saperne nulla, forse è stata l’Asm (la municipalizzata che si occupa di smaltimento rifiuti, ndr), ma non ne ho la certezza. Questa storia è avvolta nell’omertà e nel disinteresse più totali”.

Scaduto il comodato d’uso, Pica Alfieri è ora in attesa che gli agricoltori si decidano a restituirgli l’appezzamento che detengono da oltre tre anni, ma “sembra che, per ora, non ne abbiano alcuna intenzione” conclude.

“Ci sarà molto lavoro da fare non appena potrò riavere il mio terreno e occorreranno molti soldi per la bonifica della zona, inquinata troppo a lungo da un letto di liquami e sterco”. (red)

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