L’AQUILA – Dopo il patteggiamento a due anni della 39enne Radostina Zhorova Balabanova che era alla guida della macchina che si è sfrenata uccidendo il piccolo Tommaso D’Agostino con il ferimento di altri bambini davanti all’asilo Primo maggio a Pile, e il rinvio a giudizio degli altri 3 imputati, la dirigente scolastica Monia Lai, Bruno Martini, responsabile del servizio prevenzione dell’Istituto comprensivo Mazzini e Antonello Giampaolini responsabile comunale del settore edilizia scolastica, l’attenzione si sposta sul filone civilistico della tragica vicenda avvenuta all’Aquila il 18 maggio del 2022.
Infatti pende una richiesta di danni presentata dall’avvocato di parte civile Tommaso Colella: nel mirino, soprattutto, il ministero dell’Istruzione, il Comune dell’Aquila e l’assicurazione dell’auto, oltre agli imputati, in subordine. Il fatto che la Balabanova sia stata già condannata con il patteggiamento non incide nel senso che si tratta di un rito alternativo che non fa stato e quindi non pregiudica affatto la sua posizione. Comune Ministero si sono costituiti e contestano, come tutti, il loro coinvolgimento.
Poi molto dipenderà anche dall’esito del processo penale con l’accusa di omicidio stradale tutta da provare. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Mauro Ceci, Massimo Carosi, Antonella Pellegrini, Luisa Leopardi mentre Francesco Valentini ha difeso la Balabanova che ha fruito dei benefici di legge. Gli enti e il Ministero sono tutelati dai loro uffici legali e avvocatura. Il processo inizierà il 24 aprile davanti al tribunale monocratico.
L’immobile davanti al quale si è verificata la tragedia è stato chiuso da tempo: risale agli anni ottanta ed è di proprietà del Comune dell’Aquila.
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