L’AQUILA – “Gli indagati sono pericolosi: si sono posti come promotori della folla contro le forze dell’ordine”. Inoltre c’è il pericolo di reiterazione “di delitti della stessa specie”, in relazione a “un fatto connotato da elevata violenza esercitata sulla polizia giudiziaria intervenuta, che mostra un totale spregio dell’Autorità”.
Così il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Giovanni Spagnoli ha tratteggiato, nell’ordinanza di convalida dell’arresto, riportata dal Centro, il profilo di Moreno Goman, di 29 anni, e del cugino coetaneo Rodrigo Flores Goman, arrestati per resistenza aggravata nella notte tra venerdì e sabato scorsi in piazza Santa Maria Paganica.
Tuttavia il giudice ha disposto una misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, applicando nei loro confronti l’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi dall’abitazione dalle 20 alle 7 per Moreno Goman e dalle 23 alle 7 (per documentati motivi di lavoro) per Rodrigo Flores Goman. I due hanno anche l’obbligo di presentarsi per due volte al giorno alla polizia giudiziaria.
Secondo gli atti dell’inchiesta, un gruppo di circa 15 giovani ha usato violenza e minaccia nei confronti delle forze di polizia che stavano identificando, intorno alla mezzanotte di venerdì, gli autori di una rapina. Durante l’intervento nella piazza sono stati riscontrati gli episodi di vandalismo dei palazzi circostanti, con lanci di bottiglie di vetro contro i muri. Secondo i verbali di arresto i militari sono stati accerchiati “da tutti i presenti con fare minatorio e aggressivo al fine di consentire e agevolare la fuga dei Goman, cosa che comunque non accadeva per l’arrivo dei rinforzi”.
Inoltre, “insieme agli altri coautori non ancora identificati, i giovani tentavano di bloccare fisicamente gli operanti con forti spintoni e spallate, offendendo e minacciando gli operanti” tra i quali anche il capitano della Compagnia dei carabinieri Michele Massaro, “che a più riprese tentavano di colpire con calci e pugni”.
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