L’AQUILANO CHIODI E IL SUO BISOGNO DI CREARE, ”L’ARTE MI SCUOTE LA POLVERE DEL QUOTIDIANO”

di Loredana Lombardo

6 Maggio 2017 07:45

L'Aquila -

L’AQUILA – Riccardo Chiodi è un aquilano con un lavoro stabile come tanti altri, impiegato al settore Cultura della Regione Abruzzo, ma nel suo cuore pulsano un turbinio di colori e una grande passione per l’arte che estrinseca appena timbrato il cartellino dell’uscita e che lo sta portando a diventare famoso non solo nel capoluogo d'Abruzzo ma anche in Europa.

“Un’esigenza, più che una passione”, definisce così la sua attività collaterale ad AbruzzoWeb.

“Ho ritrovato l’arte dopo circa 15 anni – ammette – Dopo aver frequentato l’istituto d’arte, qualcuno sosteneva che io fossi dotato di buone capacità nel disegno. Fino al 2003 però non ho più toccato un pennello o una matita, ma non per qualche motivo in particolare. Semplicemente, ho fatto altro”.





Poi, però, è tornato prepotente il bisogno di misurarsi con nuove forme espressive e dare libero sfogo alla creatività, ma come sostiene lui stesso, “utilizzare un foglio o una tela bianchi mi faceva orrore, così come il mescolarsi dei colori”.

“Mi sono imposto, quindi, istintivamente o, se vogliamo, in maniera naturale, delle regole, forse dei veri e propri dogmi come, per esempio, il non tracciare linee, o creare forme con un qualsiasi strumento su qualsiasi superfice”.

“Il mio lavoro attuale nasce dall'accostamento di elementi, quali il ferro, l'alluminio, la tela, lavorati e dipinti singolarmente con un solo colore e quindi riuniti un solo elemento. Un'idea prende forma dal lavoro su singoli elementi che poi vengono ricomposti ed assemblati”, racconta.

“La sfida con me stesso è comunque quella di riuscire ad essere espressivo con poco margine di movimento – spiega ancora – Per quanto riguarda l'ispirazione e gli affetti, ci sono opere ispirate a persone a me care ed anche a cui tengo particolarmente, ma non in questa mostra a Pescara, per la quale ho scelto lavori fatti negli ultimi due anni”.





Lavori creati e messi al mondo all'Aquila, dove all'indomani del terremoto del 2009 Riccardo fativaca a trovare un luogo dove poter creare in tranquillità.

“Dopo la tragedia del 6 aprile ho trovato nell'asilo occupato il posto giusto per farmi conoscere, non ero solo, ma insieme ad altre decine di artisti, che oggi ringrazio per il fertile confronto e incontro – continua ancora – Artisti che da lì hanno spiccato il volo e che in questo momento sono in mostra in giro per l'Italia”.

“Attualmente lavoro nel bellissimo studio di un vecchio amico, Paolo, che ringrazio per la sopportazione e con il quale faremo una mostra nel corso dell'anno, sempre qui in città”.

“Per il futuro, forse infrangerò ancora una volta le “mie” regole”, assicura con la sua proverbiale calma in conclusione.

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